Michele Bocci, la Repubblica 21/6/2013, 21 giugno 2013
ARRIVA IL VIAGRA “NO LOGO” E SULLA PILLOLA DELL’AMORE È GIÀ CACCIA AL SUPER-SCONTO
LA PILLOLA blu ha il brevetto scaduto. Da domani nelle farmacie italiane arrivano i generici del medicinale più noto della storia recente, capace di uscire dall’ambito del rapporto tra medici e pazienti e di entrare nel costume, fruttando a chi l’ha prodotto in esclusiva per 15 anni decine di miliardi di dollari. Il prezzo del Viagra calerà sensibilmente, anche del 70%. La sfida per raccogliere la sua eredità non è affatto semplice e si preannuncia piena di colpi di scena. Il mercato da contendersi, solo in Italia, è di oltre un milione di confezioni all’anno. A cercare di prendersi la quota più alta c’è prima di tutto la stessa Pfizer che, con una mossa praticamene inedita, ha deciso di produrre anche il generico di un suo farmaco, che comunque resterà sul mercato, per fare concorrenza alle aziende specializzate in medicinali “no logo”. Per poter vendere il principio attivo sildenafil si sono fatti avanti, inviando tutta la documentazione all’Aifa, una quindicina di produttori di generici. Cinque di questi hanno già comunicato i prezzi alle farmacie, parte degli altri lo faranno tra oggi e domani, mentre probabilmente qualcuno deciderà all’ultimo momento di rinunciare alla vendita. L’effetto, a breve, potrebbe essere quello di un aumento delle richieste del farmaco. I medici devono vigilare perché non venga usato in modo inappropriato, visto che come tutti i medicinali ha effetti collaterali (come cefalea e problemi legati alla vasodilatazione).
Il sildenafil generico, come lo stesso Viagra, è un medicinale di fascia C, di quelli cioè che si prescrivono su ricetta bianca e sono, salvo eccezioni per alcune patologie rare a carico del paziente. Le aziende produttrici possono in qualunque momento decidere un abbassamento del prezzo, senza comunicarlo alle autorità farmaceutiche. È quello che succederà nei prossimi giorni. Intanto sta avvenendo un fatto piuttosto strano. Quasi tutti i produttori di generici per ora hanno indicato un prezzo sulla stessa linea, inferiore del 20-25% a quello del Viagra. Si potrebbe pensare ad un accordo per mantenersi su prezzi simili senza farsi la guerra. Bisogna però riconoscere che normalmente la riduzione dei costi introdotta dai generici di fascia C sta nelle percentuali appena viste. La cosa curiosa, che non ci si aspettava, è che un’azienda ha sparigliato, tagliando il prezzo del sildenafil pesantemente: del 60% per la confezione da quattro pasticche da 50 mg, la più diffusa, e addirittura del 75% per quattro pasticche da 25 mg. In termini assoluti nel primo caso si passa da 53,85 euro a 22 e nel secondo da 46,2 a 11. A spostare in basso l’asticella è stata l’unica azienda italiana che produce generici, la Doc, che ha il 16% del mercato nazionale. La decisione dei suoi manager porterà giocoforza le altre aziende del settore a tagliare nei prossimi giorni o nelle prossime settimane i loro prezzi per reggere la concorrenza.
«Visto quanto ci guadagnava il produttore del farmaco di marca?», si lascia scappare l’ad di Doc, Gualtiero Pasquarelli, piuttosto soddisfatto per aver preso in contropiede i suoi concorrenti. «Ognuno definisce le politiche di prezzo indipendentemente dagli altri, tenendo conto di come vede il mercato e di quali sono i propri costi di produzione. Ma non ci dimentichiamo che il passaggio del Viagra a generico non sarà l’opportunità del secolo per le nostre aziende». Molecole uscite più di recente, come il Cialis, hanno infatti preso la leadership nella lotta alla disfunzione erettile e più in generale nella vendita dei prodotti di fascia C nel nostro paese. Eppure la vecchia pillola blu, che ha fatto entrare nelle casse di Pfizer qualcosa come 2 miliardi di dollari all’anno, conserva nell’immaginario collettivo il fascino della primogenitura. Quello sarà molto difficile da scalfire, anche se il brevetto è scaduto.