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 2013  giugno 21 Venerdì calendario

L’ESECUTIVO VIVE O MUORE SULL’ECONOMIA NON CI DIMETTEREMO SE CONDANNANO SILVIO


[Maurizio Lupi]

Il governo non cadrà per un inciampo giudiziario di Silvio Berlusconi. Semmai, chiuderà i battenti sull’economia. Lo sostiene il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, che assicura: «Questo governo cadrà o vivrà sulle questioni economiche». Lupi esclude anche dimissioni dei parlamentari del Pdl in caso di interdizione dai pubblici uffici del Cavaliere.
Ministro, dopo la decisione della Consulta l’esecutivo rischia?
«Mi ha stupito il fortissimo senso di responsabilità di Berlusconi, dimostrato anche ieri quando ha ribadito che il sostegno al governo è cosa diversa dai giudizi dati sulle sentenze ».
Eppure vi siete detti allibiti dalla decisione della Corte costituzionale.
«Questo governo nasce con uno scopo ben preciso. È un governo eccezionale, costituito in un momento eccezionale per dare risposte valide ai temi della crisi. È un governo che muore o continua a lavorare se fa le cose per cui è nato: l’Imu, l’Iva, il decreto lavoro».
La vostra critica alla Consulta, però, è stata dura.
«Con il rispetto dovuto alla Corte costituzionale, dico che siamo rimasti allibiti e siamo preoccupati. Il tema di fondo è rispettare l’autonomia della politica. Sottoporla all’autorità giudiziaria è preoccupante».
Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha assicurato che il governo non rischia per le questioni giudiziarie di Berlusconi. Un po’ freddino sul tema, non le pare?
«Non mi preoccupa la terzietà di Letta. Lui fa il premier e fa bene a tenere questa posizione. Piuttosto, mi sarei aspettato un moto di preoccupazione da parte del Pd. Non si tratta di criticare le sentenze o di una questione personale di Berlusconi, ma di tutelare l’autonomia della politica.»
Immaginiamo che Berlusconi venga interdetto dai pubblici uffici. I parlamentari del Pdl dovrebbero dimettersi?
«Non credo che le dimissioni siano la strada da percorrere. Sarebbe una strada sbagliata. La politica ha le sue regole e riteniamo che l’interdizione del leader avrebbe un risvolto politico e una risposta politica».
Quindi direttamente una crisi di governo?
«L’interdizione sarebbe un precedente molto grave. Non voglio neanche prenderlo in considerazione. Non posso rispondere su un’eventuale crisi perché non posso immaginare che si possa arrivare all’interdizione del leader di un partito che viene eletto da 20 anni. E che solo a febbraio ha preso 10 milioni di voti. Ora, fra l’altro, prenderebbe 13 milioni. Mi auguro dunque che non si assumano questa responsabilità ».
Pensa, come azzarda qualcuno nel Pdl, che la magistratura lavori contro l’esecutivo?
«Non temo che si voglia far cadere per mano giudiziaria il governo, ma questi mesi confermano piuttosto che una parte della magistratura porta avanti un uso politico della giustizia ».
Il sottosegretario Michaela Biancofiore ha ipotizzato un ricorso alla Corte di giustizia europea per tutelare Berlusconi.
«L’ha detto lei, bisogna chiedere a lei...».
Quanto deve durare il governo?
«Il governo non nasce mai con una scadenza, non è uno yogurt. Durerà finché non avrà esaurito il suo compito, che è eccezionale ed è quello di intervenire sui temi della crisi economica».
(t.ci)