Elisa Maiucci, ItaliaOggi 20/6/2013, 20 giugno 2013
IL COMPUTER PIÙ POTENTE DEL MONDO È DEI CINESI
Se qualcuno pensasse ancora alla tecnologia cinese come a una copia, brutta, di quella occidentale, dovrà ricredersi. Niente a che vedere con hi-tech o smartphone Samsung e Apple. Il banco di prova su cui Pechino ha sbaragliato la concorrenza internazionale, colpendo al cuore l’orgoglio giapponese, è stato quello dei supercomputer.
I vincitori delle scorse edizioni.
Ogni sei mesi, l’organizzazione Top500 rivela la sua lista dei supercomputer più veloci al mondo. Le scorse edizioni, spiega la rivista americana Forbes, non sono state poi così movimentate, con la supremazia dei soliti noti. Nel giugno del 2011, la vittoria è stata del computer giapponese «K». Nel giugno 2012, è stato il turno del Sequoia Ibm. Nel novembre 2012, la medaglia d’oro è stata assegnata al Titan di Cray. Oggi la corona spetta invece al cinese Tianhe-2.
La potenza del Tianhe-2. Il super pc, sviluppato dall’Università cinese di tecnologia e difesa, ha sbalordito con una performance di calcolo di 33,86 petaflop al secondo (33,86 milioni di miliardi di operazioni al secondo), mentre il giapponese si è fermato a 10,52 petaflop/s. E il risultato lascia la comunità scientifica a bocca aperta, ancora di più perché la realizzazione di Tianhe-2 è stata completata due anni prima del previsto.
Le critiche del Giappone. I giapponesi, evidenzia il quotidiano francese Le Monde, non hanno apprezzato lo smacco cinese: «Non è che una performance di velocità», ha sottolineato un responsabile del ministero giapponese delle scienze, lasciando intendere che, contrariamente ai cinesi, i tecnici di Tokyo non si preoccupano solo della potenza di calcolo ma anche dell’elettricità consumata, considerando che un supercomputer è una macchina gigante ed energivora.
L’ambito di applicazione del super pc. La stampa giapponese ha tenuto poi a sottolineare che Tianhe-2 è destinato a calcolare le traiettorie dei missili o di altre apparecchiature militari, mentre i modelli giapponesi sono concepiti per la simulazione di catastrofi naturali o per lo sviluppo di nuove tecnologie mediche. La conquista cinese del titolo spingerà i giapponesi a lavorare al massimo sulle prossime generazioni di super computer per riconquistare il primato. Ma la potenza tecnologica del Dragone, così come quella economica e diplomatica, è fuori dubbio. Le potenze del G8 continuano il loro vertice senza un protagonista fondamentale delle relazioni internazionali. Ignorare la Cina non sarà forse la scelta più saggia, anche a livello di know how industriale. Mentre la politica chiude gli occhi, a tremare restano infatti le imprese dell’Occidente.