Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 21 Venerdì calendario

SPLITTING ANCHE PER COPPIE OMO

La Corte costituzionale ha giocato un brutto scherzo a Frau Merkel. I giudici hanno sancito che anche alle coppie omosessuali legalizzate va esteso il diritto allo splitting. Cioè a compiere una dichiarazione dei redditi congiunta, da dividere poi per due, e calcolare le tasse separatamente per ciascuno.

Un grande vantaggio se uno dei partner non ha reddito. Come evidente, le aliquote su due volte cinquanta sono inferiori a una volta su cento.

Era contraria la Csu, i cristiano sociali bavaresi, ultraconservatori, partito gemello della Cdu della Cancelliera. Ed era contro anche Wolfgang Schaüble, ministro delle finanze, per motivi economici. Quanto sarebbe costata questa agevolazione? Si diceva sui 20 milioni di euro all’anno, non granché. Ora si fanno meglio i conti, e si arriva a 55 milioni, per le 23.400 coppie regolari, a cui però, per estensione, si vanno ad aggiungere altre 34 mila coppie di fatto, sempre omosessuali. Il Bund, la federazione tedesca, perderà 27 milioni, 28 i singoli Länder, e 8 infine i comuni. E il conto, per il 2013, salirà a 175 milioni a causa degli arretrati.

Forse, tuttavia, non è un brutto scherzo. Anche in Germania la Corte costituzionale è costretta a intervenire per correggere o abrogare del tutto leggi mal fatte dal parlamento, o per sollecitare i politici a eliminare un’ingiustizia come in questo caso. Il tema rischiava di diventare scottante in piena campagna elettorale, la Merkel si trova sollevata dal dover prendere posizione, e nessun ultraconservatore può accusarla di essere intervenuta a favore degli omosessuali.

L’opposizione socialdemocratica, invece di intervenire a favore degli omosessuali, ha proposto semplicemente di abolire lo splitting per tutti. Un’agevolazione ingiusta, secondo lo sfidante alla cancelleria Peer Steinbrück. Lo sconto va anche a una coppia senza figli dal buon reddito complessivo, che non avrebbe bisogno di regali da parte dello stato. E i meno abbienti risparmiano pochi euro.

Una tabella mostra qual è il vantaggio dello splitting, se uno dei partner non ha reddito: fino a 50 mila euro, un single paga 12.823 euro di tasse, grazie allo splitting scende a 8.164, con uno sconto di 4.659 euro. A quota 70 mila, uno scapolo dovrebbe pagare oltre 21 mila euro di tasse, se si fa la dichiarazione di coppia si risparmiano 6.700 euro. A quota 100 mila, si dovrebbe versare nelle casse statali circa un terzo, 33.800 euro, ma in due si risparmiano oltre 8 mila euro.

Abolirlo metterebbe d’accordo socialdemocratici e moralisti in ritardo sui tempi. È vero che lo splitting favorisce chi ha un certo reddito, diciamo che il vantaggio si ha solo per i contribuenti benestanti. Per gli altri lo sconto è poco rilevante, o nullo. Ma perché punire la classe che secondo gli economisti contribuisce allo sviluppo economico del paese?

E la sinistra si è fatta prendere in contropiede ancora una volta. Il ministro per la famiglia, Frau Kristina Schröder (che non è parente dell’ex cancelliere Gerhard), propone uno splitting per le famiglie, tenendo conto anche dei figli a carico, per cui già si ricevono generosi assegni. E la Merkel ha promesso che, se sarà rieletta, allargherà la quota esente per ciascun contribuente, poco più di 8 mila euro, anche ai figli minori. Una coppia con due figli comincerà a pagare le tasse oltre i 32 mila euro all’anno.