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 2013  giugno 21 Venerdì calendario

SE OBAMA FOSSE DI DESTRA SI SAREBBE GIÀ DIMESSO

Richard Nixon, prima di dimettersi dalla carica di presidente Usa, a causa delle intercettazioni abusive del caso Watergate, era stato denominato, dai media: «Tricky Diky», Diky l’imbroglione. E vedendo che resisteva alla richiesta di lasciare la carica, fu anche descritto come una lame duck, un’anitra azzoppata e che, quindi, non sarebbe andata lontano. Come poi si è puntualmente verificato.

Non sono da meno gli addebiti che i media e l’opinione pubblica Usa stanno muovendo all’ospite della Casa Bianca, all’inizio del suo faticoso secondo mandato. Si è scoperto infatti che la sua amministrazione tributaria ha vergognosamente sguinzagliato i suoi ispettori alle calcagna dei dirigenti del movimento di destra «Tea party». Pensare di soffocare un movimento politico dissenziente, organizzando a suo danno delle ritorsioni fiscali, è una cosa gravissima in tutto il mondo civile ma è sicuramente intollerabile negli Usa.

Sempre la Casa Bianca si è infiltrata nelle conversazioni dei giornalisti Usa per cercare di individuare i loro informatori che si presuppone appartengano all’amministrazione a stelle e strisce. Queste cose non si dovrebbero fare da nessuna parte ma, negli Usa, particolarmente. Nixon ci rimise il posto con ignominia perché spiava gli esponenti democratici, il partito a lui avverso. L’entourage di Obama ha fatto spiare anche i giornalisti, senza passare per il filtro della magistratura.

Nel paese della stampa libera (o che si crede tale) questa intrusione è ritenuta gravissima. Tant’è che il New York Times (che pure è vicino ai democratici) non ha esitato a scrivere, a questo proposito, che «l’amministrazione Obama ha perso ogni credibilità». Non a caso, nello scorso mese di maggio, un sondaggio congiunto della rete tv Nbc e del Wall Street Journal (il giornale più diffuso negli Usa) ha accertato che, dalla prima volta da quando è entrato nella Casa Bianca, meno della metà degli americani considera Obama come una persona onesta e affidabile. Fra i giovani tra i 18 e i 29 anni, il presidente Usa ha addirittura perso 17 punti di gradimento. E ciò prima che si sapesse che, con la scusa della lotta al terrorismo, tutte le telefonate e i messaggi sono stati registrati all’insaputa del Congresso.