Fabio Poletti, La Stampa 21/6/2013, 21 giugno 2013
MANETTE AL PALADINO DEI COBAS “PRODUCEVA LATTE TOSSICO”
Mungevano i consumatori, mica le vacche. E con quel latte altamente tossico, addirittura cancerogeno e dunque non commestibile, facevano formaggi e altri prodotti caseari con cui hanno invaso mezza Italia. A finire in carcere a Udine - altre sei persone sono ai domiciliari, oltre una ventina gli indagati - Renato Zampa, 52 anni di Pagnacco, il fondatore del consorzio Cospalat del Friuli Venezia Giulia. Il consorzio era nato quindici anni fa, contava oltre duecento produttori di latte che si battevano contro il sistema delle quote. Una protesta cavalcata dalla Lega che aveva finito per dilagare in tutta Italia, sotto la bandiera della qualità del latte italiano prodotto nei nostri allevamenti, che non poteva essere penalizzato dalla concorrenza sleale dei produttori soprattutto dell’Est Europa, nemmeno in grado di garantire la qualità del loro prodotto.
E invece - secondo quanto accertato dal Nas dei carabinieri di Udine - almeno negli ultimi due anni erano alcuni produttori consorziati nel Cospalat ad adulterare il latte e tutti i prodotti caseari derivati. Quando andava bene allungavano il latte con acqua. Ma per aumentare il loro profitto e per garantire maggiore freschezza al prodotto i Nas hanno accertato sofisticazioni con antibiotici e aflatossine, una specie di funghi cancerogeni e con effetti negativi sulla crescita dei bambini, in grado di provocare disturbi gastrointestinali e neurovegetativi. Riccardo D’Avanzo, neonatologo di Trieste, assicura però che non è il caso di farsi prendere dal panico: «Questi sequestri devono destare preoccupazione ma non allarmismo. Anche perchè in Italia i limiti di legge prevedono una tutela della sicurezza alimentare molto alta».
Lo sforamento di quantità di aflatossine contenute nel latte era però occultato da alcuni laboratori che provvedevano a stilare una falsa certificazione. Non solo: in alcuni casi veniva garantito che le partite di latte erano adiuvate di Omega 3 anche se dalle analisi dei carabinieri non risulta. Meno grave per la salute, ma non certo per la qualità e la tutela del made in Italy, l’assicurazione che il latte era prodotto da aziende certificate per il Montrasio dop. Mentre era in realtà comune latte non certificato aggiunto di una piccola parte di latte di alta qualità. I Nas per questo hanno sequestrato oltre mille forme di Montrasio. Ma ancora non si sa quanto ne sia stato commercializzato anche perchè i prodotti della Cospalat sono venduti non solo in Friuli Venezia Giulia ma pure in Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia.
Gli arresti che hanno decapitato il consorzio nato dalle proteste sulle quote latte e lo scandalo sui prodotti caseari cancerogeni scuotono l’ambiente. Dario Ermacora, presidente della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia è durissimo: «Chi la fa l’aspetti. Speriamo adesso che non paghino anche i produttori seri. Ma quando si sforano le quote, non si rispettano i disciplinari, quando si utilizzano stratagemmi illegali per produrre e si mettono in difficoltà imprese serie è chiaro che prima o poi ci si debba aspettare delle conseguenze». Il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, in quota alla Lega Nord, fa il cauto: «Accuse pesanti, attendo verifiche». Quelle le stanno ancora facendo. Anche perchè non è del tutto chiaro quanto latte cancerogeno sia finito nelle tazze dei consumatori. Visto che i truffatori erano a lora volta truffati da un paio di autisti, finiti anche loro nei guai, che sottraevano il latte adulterato per venderlo per conto loro, aggiungendo al suo posto semplice acqua.