20 giugno 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - LE ESCORT DI FIRENZE
CONCITA DE GREGORIO SU REP DI STAMATTINA
FIRENZE
NON c’è chi non conosca uno che conosce uno che gli ha detto che. Fra Borgo Allegri e via delle Belle donne non c’è chi non sappia di sicuro che anche la Maria Grazia, sì quella del negozio di intimo, te l’avevo detto che l’altro giorno è entrata da Gucci e si è comprata tre borse senza nemmeno chiedere quant’è?
ME L’HA raccontato la commessa che è un’amica di mia sorella. Non c’è uno che non sia sicurissimo che da Franchino, l’orologiaio bianco di capelli pettinato da paggio attempato, non sia passata anche la Mara, che è la segretaria del consigliere comunale tale e certo che lui lo sapeva, eccome se lo sapeva, hai voglia. Lo sapeva per esperienza diretta, diciamo, che a certe ore si chiudono le porte delle stanze, in Comune, e a volte non si chiudono nemmeno e non mi far dire altro che qui si va in galera. «Io comunque non lo capisco cosa volete sapere, cosa cercate, se vi scandalizzate per davvero o fate finta», dice Cristiana T. che prepara la tesi in Lettere su Niccolò Soldanieri e vive in via Guelfa, a due passi dalla Facoltà. «Lo sappiamo benissimo tutti,
te lo insegnano appena arrivi da matricola, che se c’è una difficoltà a pagare l’affitto o se ti servono i soldi per un viaggio un modo è quello, e si sa da chi andare a bussare. Poi una si regola come crede. Una mia compagna di corso l’hanno interrogata per via di questa storia. Mi ha detto guarda Cristiana io non sono una puttana e lo sai. L’avrò fatto tre volte e quello che mi ha fatto schifo non è stato quella mezz’ora ma sentirli parlare al telefono dopo, con le mogli o con gli amici, ci credi?».
Le mogli, gli amici. Sentirli parlare. C’è una moglie offesa, al principio di questa storia che arroventa Firenze alle porte di luglio. Ma non è lei la protagonista, e non è nemmeno Adriana “la regina”, Poljna la bambina, non sono la barista l’infermiera l’avvocato e l’assessore, Franchino l’orefice che vende Rolex e mi paghi quando puoi, i fratelli tenutari dell’albergo di lusso dove alla reception ti prendono il documento ma non ti registrano, lo sa tutta la città. Protagonista è Firenze, dirlo sarebbe
stucchevole se non fosse letteralmente, materialmente
così.
La città intera recita la parte principale della “Bella vita”, il titolo in fondo triste che gli inquirenti hanno dato al fascicolo di quattromila pagine dopo mesi di intercettazioni e di indagini, di interrogatori, di appostamenti. La
“bella vita” che si dipana dal Lungarno del Tempio all’Impruneta, che passa la mattina da Palazzo Vecchio il pomeriggio sonnecchia al bar dei Viali e si prepara, nelle botteghe del centro, per l’aperitivo a piazzale Michelangelo.
Quando le macchine dotate di permesso
per la zona blu passano a prendere i clienti e li portano dalle ragazze del catalogo Escortforum, reclutate con un sms e assegnate con un messaggino di ritorno: alla tale ora, nel tal posto, Miriam ti aspetta. Nella stanza con le losanghe verdi e azzurre dell’hotel Mediterraneo, ascensore laterale, quello in fondo a sinistra, quello con la moquette macchiata d’olio che come fa un quattro stelle ad avere un ascensore così, e la donna delle pulizie che la domenica alle otto di mattina passa l’aspirapolvere in corridoio ed entra in stanza senza bussare. «Oh, scusi. Non pensavo». Qui di solito alle otto di mattina i clienti in stanza non ci sono.
Poi i comprimari, certo. Il professore universitario che ti accoglie in biblioteca e ti racconta che Nicolò Machiavelli aveva la Riccia, favorita fra le cortigiane, e che Filippo Lippi era un frate e aveva avuto Filippino da una monaca per cui “siamo nel solco della tradizione” va
così da che mondo è mondo, una volta le delazioni si mettevano anonime nei “tamburi”, cassette di pizzini a tema quasi sempre sessuale, nel 500 c’erano le tamburazioni oggi la moglie tradita fa la denuncia in procura. Dov’è la differenza? Ai tempi dell’indagine sul Mostro i faldoni erano pieni di testimonianze sui centinaia di guardoni appostati ogni sera alle Cascine, e le coppie che andavano lì a fare l’amore certo che lo sapevano, andavano lì a farsi guardare — assicura il prof con grande scioltezza sul finale, di certo consuetudine accademica. E poi certo che all’Adriana gli avevano dato una casa, povera ragazza, ci mancherebbe altro che alla cortigiana di palazzo non venisse assegnato un alloggio consono. L’ospitalità è una virtù.
Ora il problema è l’insaputa, perché anche Massimo Mattei, assessore del Pd alla mobi-lità, giunta Renzi, non sapeva — garantisce — che la sua amica Adriana (“una mia amica da anni”), romena, attualmente disoccupata, in
anni remoti dipendente della cooperativa il Borro di cui l’assessore è stato negli stessi anni presidente, non sapeva insomma che Adriana facesse “quel tipo di mestiere”. Lo ignorava, non era un’amicizia abbastanza solida per questo tipo di confidenze perciò le ha assegnato un alloggio a titolo gratuito come si fa con le persone in difficoltà, non tutte certo che altrimenti sai che fila ci sarebbe al Borro ma con alcune sì, e Adriana era fra queste. Poi è stato colto completamente di sorpresa — dice — quando un dipendente comunale suo collaboratore è stato trovato dalla donna delle pulizie in un ufficio pubblico proprio con Adriana, e non facevano fotocopie. Può succedere, ci si distrae. Uno può non accorgersi. Mattei si è dimesso, comunque, per motivi — reali — di salute. Più tranquille adesso sua moglie e sua figlia, leggerissimamente più tranquillo il sindaco nonostante il leggendario sarcasmo fiorentino di quelli che «a Renzi gli mancavano solo Frisullo e una decina di escort per fare Berlusconi». Non dicono escort, in effetti. A Firenze non si dice così.
«Non mi fa schifo cosa fanno ma come parlano, cosa dicono», raccontava la studentessa.
Come si nominano le cose. «Quando ci si vede si fa a scambio di figurine», «a quella gli piace così tanto che ci dovrebbe pagare lei a noi», «ho la nausea delle puttane, ho l’albergo pieno». Il fidanzato dell’infermiera («fatti pagare meglio »), l’avvocato che non ha tempo («una cosa in macchina, mezz’ora, con la bimba di ieri »), la “bimba” che mezz’ora ci va perché «mi devo comprare le catene da neve». A Firenze nevica poco, sarà stato per andare a Cortina.
Come parlano al telefono i fratelli Taddei, titolari dell’hotel Mediterraneo terminale fiorentino del sito slovacco Escortforum. Cosa dice l’orologiaio Franchino, per gli amici al telefono «il capo puttaniere», alle ragazze quando le chiama. Come le tratta, come le recluta. Con quali parole e con che tono spiega alla barista, alla benzinaia, alla ragazza dell’uscio accanto cosa deve fare e come. Con una lingua dove la passera, che del resto in città dà il nome a una piazza antica sede di bordelli, è il termine più alto: pura poesia.
Dalle migliaia di pagine di intercettazioni esce l’affresco di una città sotterranea e invisibile alle fiumane di turisti che la percorrono con le bandiere del capocarovana levate, una
città postribolo amorale e bacchettona insieme, scandalizzata con la mano sulla bocca a fare oh, nel fresco delle corti, e impegnata al piano di sopra a cambiare lenzuola per il prossimo avventore. In vendita, alla fine. Cinquecento euro la cena, la stanza con ragazza e la
macchina per andare all’Impruneta, più o meno quanto una gita di due giorni con visita agli Uffizi. «Ma poi che c’entrano la bellezza, la città d’arte, Michelangelo — dice un procuratore di calcio anche lui sentito nell’inchiesta — tutti lì a riempirsi la bocca con Boccaccio, bravi. Fate pure filosofia. Ma io giro il mondo e una cosa la so: non è Firenze, guardatevi intorno a casa vostra. È la regola. Dove vai vai, è così».
LA BOCCASSINI PUNTA ALLA PROCURA DI FIRENZE (DAGOSPIA)
A ottobre Giuseppe Quattrocchi lascerà per raggiunti limiti di età l’incarico di procuratore di Firenze e la Boccassini presenta la domanda - Verdini trema, i clienti delle escort pure - In corsa anche il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro. Giuseppe Quattrocchi, attuale procuratore di Firenze, lascerà il suo incarico ad ottobre, per limiti raggiunti di età. E fra i nomi in corsa per sostituirlo c’è anche quello del procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini. Ha presentato domanda per il posto di procuratore di Firenze, come anche il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro.
Il trasferimento nel capoluogo toscano è molto ambito. Sono in corso infatti importanti inchieste. Dall’ultima resa nota alle cronache sul giro di escort in due alberghi della città a quella sul nodo fiorentino dell’alta velocità.
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E ancora l’inchiesta che coinvolge i parlamentari Pdl Denis Verdini e Massimo Parisi relativa ai presunti finanziamenti indebiti che sarebbero stati percepiti dalla Società editrice del Giornale della Toscana. E proprio a Firenze si continua a indagare sulle stragi di mafia del 1993.
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Ilda Boccassini entra in magistratura a trent’anni, nel 1979. Nel 2008 Boccassini ha rifiutato la nomina a procuratore generale di Verona e in quello stesso anno presentò domanda sempre per la procura fiorentina, incarico che però non le venne affidato.
DAGOSPIA 15/6/2013 (DA REPUBBLICA, ARTICOLO DI MASSIMO VANNI)
Pamela, Marisa e Jennifer fanno tremare i palazzi del potere. Dopo aver fatto i conti per anni con i misteriosi delitti del "mostro" e dopo aver disquisito sui gusti sessuali dei fiorentini che la notte cercano trans nel parco delle Cascine, ora Firenze si trova alle prese con uno scandalo sessuale diventato in pochi giorni l’oggetto del gossip generale. Non sembrano emergere, per ora, risvolti violenti. Lo scandalo però ha come ingredienti il più grande albergo della città, le perversioni sessuali e molti nomi più o meno noti. E, tra un cappuccino e un cornetto, ogni mattina si ascoltano nei bar della città commenti e racconti
boccaceschi.
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Con immancabili risolini, ci si chiede chi sia quel gioielliere o quel bancario, visto che sulle intercettazioni fin qui trapelate i nomi sono stati cancellati. Due albergatori e un orefice hanno favorito per anni, secondo le accuse, un impressionante giro di escort italiane e straniere, ricavandone soddisfazione personale in orge e festini oltre che notevoli profitti.
Un giro che vede coinvolti imprenditori, artigiani, professionisti, un noto procuratore sportivo, il direttore di una nota palestra cittadina, perfino qualche politico e qualche giornalista. E che comprende decine di studentesse e casalinghe italianissime come Pamela e Marisa e decine di straniere come Jennifer (i nomi sono di fantasia).
Secondo le accuse, l’Hotel Mediterraneo, 4 stelle sul Lungarno, era divenuto il terminale locale del sito escortforum, «vetrina virtuale di offerte sessuali operativa su tutto il territorio nazionale e non solo».
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La polizia postale ha contato in soli 23 giorni, fra il dicembre 2011 e il marzo 2012, 142 escort, da 3-4 fino a 10 al giorno, che ricevevano i clienti al Mediterraneo: il tutto sotto lo sguardo soddisfatto dei due gestori, i fratelli Marco e Simone Taddei, che si dedicavano per lo più al golf e alla caccia, ma erano ben contenti per i benefici effetti del giro di escort sui bilanci dell’hotel e spesso rivendicavano una sorta di diritto di prelazione sui nuovi arrivi. Ora sono interdetti dall’attività alberghiera, costretti dai soci di maggioranza a dimettersi, e indagati con altre 12 persone dal pm Giuseppe Bianco per favoreggiamento della prostituzione.
Uno di loro, in una memorabile conversazione con un compagno di bagordi, commenta: «Quando ci si vede si fa a scambio di figurine». Instancabile nel reclutare donne di ogni genere è stato per anni l’orologiaio-orefice, detto "capo puttaniere", specialista nel convincere studentesse in difficoltà economiche, infermiere, riluttanti bariste sposate e con figli a intraprendere la professione, salvo poi coprirle di disprezzo nelle conversazioni con i suoi sodali.
Di una che aveva osato avanzare una sommessa critica sulle loro inenarrabili volgarità, dice: «Oh, e poi sai che ti dico io? Se vogliono meno "sguaiato" vanno a lavorare, invece di anda’ a fa’ i... No? Vanno alla Coop, vanno a lavorare. Vanno a far fare le lezioni ai loro bambini invece di...». Salvo aggiungere: «E poi mi sono incazzato perché la venne senza reggicalze».
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Lo scandalo è lievitato piano piano ed è esploso quando sono stati depositati gli atti di indagine, che seppur pieni di omissis qualcosa rivelano. Come il grottesco tentativo di ingaggiare Nicole Minetti per un festino a Firenze e come il rapporto sessuale ad alta intensità fra un funzionario comunale, ex collaboratore dell’assessore alla mobilità Massimo Mattei, e una ricercatissima escort straniera.
Rapporto avvenuto in una sala conferenze del Comune e interrotto dall’arrivo di un’addetta alle pulizie. Due giorni fa, mentre la notizia delle escort negli uffici comunali già faceva il giro della città, l’assessore Mattei è stato ricoverato in ospedale per una malattia infiammatoria che richiede esami clinici e forse anche un intervento chirurgico.
Ragion per cui l’assessore ha scritto al sindaco Matteo Renzi le dimissioni per motivi di salute. Occuparsi di traffico a Firenze non è uno scherzo. Soprattutto adesso che incombono i lavori per i mondiali di ciclismo attesi a settembre. E i problemi di salute e le conseguenti dimissioni tolgono forse l’assessore anche dall’imbarazzo per la vicenda che coinvolge un suo ex collaboratore.
DAGOSPIA 18 GIUGNO (LAURA MONTANARI - FRANCA SELVATICI PER REPUBBLICA)
Non abitava in una casa qualsiasi, la escort più desiderata dell’inchiesta che fa tremare Firenze, la più contesa nelle conversazioni dei clienti che affollano le quattromila pagine di intercettazioni telefoniche. Adriana, 42 anni, romena, aveva un alloggio in un’area residenziale della città e per alcuni mesi non ha pagato nessun affitto. Niente lussi, un paio di stanze accanto a due garage in una palazzina della zona sud di Firenze.
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Un dettaglio che diventa una questione più rilevante perché l’alloggio era in gestione a una cooperativa sociale e la coop in passato era stata amministrata da Massimo Mattei, l’assessore dimissionario della giunta Renzi. Amico di vecchia data di Adriana (ancora ai tempi in cui sfilava nelle passerelle della moda), la scorsa settimana ha lasciato l’incarico per un problema di salute, tanto che tuttora è ricoverato in ospedale.
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La coincidenza dei tempi lo ha tolto dall’imbarazzo di una conversazione registrata dagli investigatori, in cui la donna raccontava con particolari piccanti di un incontro negli uffici comunali con un dipendente che è stato collaboratore proprio di Mattei. L’inchiesta, che vede oggi 14 persone indagate per favoreggiamento della prostituzione, con 142 escort segnalate in 23 giorni in un solo albergo, sta generando nuovi fascicoli, filoni di indagine su altri reati.
mattei massimomattei massimo
Dalle intercettazioni risulta che Adriana ha usato la casa che le era stata messa a disposizione dalla cooperativa per ricevere i clienti. Grande l’imbarazzo degli
amministratori della coop, che dicono di aver ignorato che Adriana fosse una escort e tanto più che ricevesse in quella abitazione in cui ha vissuto, a titolo gratuito, fra il 2011 e il 2012. La cooperativa sociale si chiama Il Borro, è specializzata in assistenza ad anziani e disabili.
Al vertice del cda fra il 2007 e il 2010 l’ormai ex assessore Massimo Mattei (Pd), che dal 2007 all’8 giugno 2012 è stato presidente del Consorzio di cooperative Il Borro, che opera in 18 residenze sociali assistite e residenze assistenziali fra Firenze e Prato, con una gestione diretta e indiretta di 800 posti letto. La cooperativa e il consorzio fanno parte dello stesso gruppo e hanno ambedue sede in via degli Alfani 44. Lo slogan del consorzio è «Amore per le persone».
«Non sapevamo assolutamente che Adriana ricevesse i clienti in quella casa», spiegano dalla cooperativa: «Le avevamo dato l’appartamento perché ci aveva detto che era in difficoltà, come avevamo fatto con altri prima di lei. Ci sembrava un bel gesto. E ora ci dispiace moltissimo che tutto questo danneggi coloro che lavorano onestamente per Il Borro».
MATTEO RENZIMATTEO RENZI
Nel 2000-2001 la cooperativa aveva preso in affitto alcune case per infermieri e assistenti che arrivavano da altre città o dall’estero. In quegli anni anche Adriana, così come sua sorella, ha lavorato per la coop. E - spiegano dal Borro - abitava nella casa di via Guerra. Poi è tornata in Romania. Quando, nel 2011, è ricomparsa a Firenze, ha detto di essere in difficoltà e ha chiesto se fosse ancora disponibile quella casa.
cupola santa maria del fiore duomo di firenzecupola santa maria del fiore duomo di firenze
All’epoca non c’era più penuria di personale locale, quindi l’abitazione era libera. E Adriana aveva lasciato un buon ricordo. Quindi Il Borro le ha dato la casa in comodato d’uso. A fine 2011, peraltro, la coop ha disdetto il contratto di affitto con il proprietario della abitazione e nel giugno 2012 gliel’ha restituita. Adriana era stata avvisata che avrebbe dovuto lasciarla. Però c’è ancora il suo nome sul campanello. Forse, ipotizzano alla coop, la casa le è stata ri-affittata. Loro non ne sanno più niente e sono soltanto molto preoccupati che questa storia danneggi il buon nome del Consorzio che dà lavoro a più di 450 persone.
L’assessore Mattei sapeva che Adriana abitava lì, nella casa messa a disposizione dal Borro. Ma ignorava la sua nuova professione. Anche se qualche intercettazione potrebbe far pensare il contrario, le indagini alla fine hanno escluso ogni consapevolezza da parte dell’assessore. Altrimenti sarebbe potuta scattare l’ipotesi di favoreggiamento della prostituzione, reato che invece non è stato mai contestato a Mattei.
ILARIA ULIVELLI SU LANAZIONE.IT
Firenze, 19 giugno 2013 - "Mia moglie e mio figlio non sanno nulla di tutta questa storia, ma io e il mio gruppo di amici non c’entriamo nel giro di escort degli hotel: ci divertivamo e basta". Si difende l’orefice Franco Bellini, uno dei 14 indagati nell’inchiesta a luci rosse che fa tremare la Firenze che conta. Si difende dalle accuse di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Lui, ritenuto dal pm Giuseppe Bianco il ‘reclutatore’ delle fanciulle da smistare ad amici e conoscenti, in confidenza con i fratelli proprietari degli alberghi, ai quali presenta l’ape regina, A., una vecchia amica del dimissionario assessore Massimo Mattei, la escort che fa perdere la testa anche a un funzionario di Palazzo Vecchio.
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Lei dice che il vostro giro di ‘amiche’ non è quello degli alberghi, ma alcune sue amiche poi negli alberghi hanno ‘lavorato’. Come nasce l’equivoco?
"Perché io con Marco (uno dei due fratelli proprietari dell’Hotel Mediterraneo e Villa Fiesole, ndr) ho parlato: a volte mi invitava a pranzo, io dicevo ‘no perché sono con una tizia’ e lui rispondeva:‘allora perché non la porti qui?’. Ma non c’entra niente con l’albergo, erano rapporti personali".
Lei non notava il viavai in albergo?
"Dicevo guarda lì (quando vedeva qualche bella ragazza in hotel, ndr), ma pensavo fosse di passaggio. Non sapevo che ce ne fosse nemmeno una di ragazze, figurarsi 140. Eppure non sono nemmeno un ingenuo. Lui andava a caccia in Argentina, poi a volte passava la serata con una e magari le diceva: vieni a Firenze, c’ho un albergo e ti do una camera lì, invece di 200 tu mi dai 100, nei momenti morti però, perché sono sempre pieni".
Qualche ragazza fissa in albergo a disposizione dei clienti c’era sempre.
"Ma sì, diamine. Loro sono andati anche in questura. Marco diceva: ora ce n’ho un po’ troppe, non so se ne aveva tre o quattro, in albergo, ma non le nostre amiche. Lui andò in questura a dire io ce l’ho tutte segnate: allora basta, gli risposero".
‘Segnate’?
"Sì, registrate come ospiti. Se va in albergo e ci sta quattro giorni, dà il documento e ci sta. Se poi fa salire qualcuno in camera che cosa gliene frega ai proprietari? Se è un alberghino piccino... Ma in un albergo così... Una sul suo sito aveva messo il recapito al Mediterraneo".
Invece le vostre amiche?
"Noi si faceva come fa tutto il mondo. Come si vede al cinema. Come se parli con una persona sincera ti dice: sì, dopo il calcetto ogni tanto capita".
Perché dopo il calcetto?
"Vedesse che lavoro. Qualcuno non sa nemmeno correre, è solo una corpertura serale se uno vuole andare a fare un po’ di casino".
Però lei conosceva l’ape regina.
"Certo che la conosco. L’ho portata io a pranzo con Marco, una volta. Il telefono a lei l’hanno chiesto i fratelli o uno dei fratelli. Se poi le hanno telefonato cosa me ne frega".
Qual è il vostro giro di amici? Chi sono? Quante festini avete fatto?
"Eravamo 7 amici, negozianti di qui. Gente pulitissima che ancora va sugli alberi a prendere le susine. Lo facevamo solo per divertimento. Poi mi dirà che andrò all’Inferno, di questo deciderà Cristo. Non avevo nulla da nascondere, altrimenti non ne parlavo al telefono".
Da quanto vanno avanti i festini?
"Non s’è fatto nulla di male, ci siamo divertiti e si spera di divertirci ancora. Era un anno che non si faceva più nulla, fra impegni di lavoro e tutto. Abbiamo seguitato a parlarne per telefonino e basta. In tre anni si saranno fatte otto o dieci cene".
di Ilaria Ulivelli