Mario Ajello, Il Messaggero 20/6/2013, 20 giugno 2013
LA PARTITA SI SPOSTA SULL’INTERDIZIONE
Il processo Mediaset arriverà a sentenza entro l’anno, e da subito comincia il doppio percorso della ineleggibilità e della interdizione di Berlusconi dai pubblici uffici. I binari delle due questioni corrono paralleli, e in nessun modo saranno intrecciabili, e una pista è quella del Senato (nella Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari) mentre l’altra è quella della Cassazione che se confermerà la condanna in primo e secondo grado per l’ex premier ne sancirà la decadenza da parlamentare e la non ricandidabilità.
ROAD MAP
La road map numero uno (l’altra è quella del Palazzaccio) parte martedì a Palazzo Madama. Si riunisce la Giunta, così è stato deciso ieri nell’ufficio di presidenza, e insieme alle varie formalità verrà definita la griglia dei relatori incaricati regione per regione sulla questione dell’eleggibilità.
S’incrociano criteri anagrafici e territoriali (al più anziano l’Abruzzo che comincia con la A e al più giovane dei membri la Val d’Aosta che è in fondo all’alfabeto) e il Molise (una delle regioni in cui Berlusconi è stato eletto e quella per cui ha optato) toccherà al senatore Andrea Augello, del Pdl. Suo il compito di preparare, da relatore, il documento che poi sarà portato in Giunta e votato a proposito dell’eleggibilità o meno di Berlusconi.
I TEMPI
I tempi per preparare la relazione non saranno brevissimi. Ci sono per esempio da studiare i casi pregressi (Berlusconi già due volte è stato oggetto di ricorsi ma è poi risultato eleggibile), da ascoltare i ricorrenti e nel caso lo voglia anche il senatore in oggetto (ossia Silvio) o chiunque altro desideri di essere audito. Raccolti tutti i dati, il lavoro è fatto. Ma almeno tre settimane saranno necessarie per mettere nero su bianco una materia così delicata e complessa. «Non è un’istruttoria da poco», dicono tutti i membri della Giunta. Uno di loro, il senatore Giarrusso, 5 Stelle, però ha annunciato che il 9 luglio si voterà la pratica Berlusconi (i grillini vogliono intestarsi l’eliminazione parlamentare del leader del Pdl come bandiera propagandistica che oscuri alcune loro difficoltà) ma non è così e i tempi saranno, se non altro per un fatto tecnico, più dilatati.
Se tutto andrà in maniera liscia, cioè la Giunta approva la relazione, il relatore la porterà subito in aula al Senato e sarà votata. Per fine luglio, o comunque in tempo prima della sospensione estiva dei lavori parlamentari, la questione Berlusconi potrebbe essere conclusa. Ma non si esclude affatto che i ritmi possano essere diversi. Nel caso infatti in cui la relazione Augello non venga approvata, il regolamento dice che si cambierà relatore e si ricomincia tutto da capo. Quanto alle previsioni sull’esito del voto in Giunta, sono aperte. Ma sull’ineleggibilità di Berlusconi, semmai si arrivasse a sommare i voti di Pd, Sel, 5 Stelle e Scelta Civica, la maggioranza numerico-politica anti-Silvio ci sarebbe.
CHI ARRIVA PRIMO
Tra il treno del Senato e quello della Cassazione bisognerà vedere chi arriva primo. E, per quanto possa incontrare intoppi, è di gran lunga più probabile che l’aula di Palazzo Madama si esprimerà anticipatamente rispetto a quella del Palazzaccio, i cui giudici non prima di novembre-dicembre diranno la loro e comunque la sentenza deve arrivare entro la primavera perchè allora scatterà la prescrizione del processo. Male che vada per Berlusconi, prima sarà ineleggibile (per il voto dei senatori) e poi subirà l’interdizione (con la sentenza dei togati).
Ma potrebbe anche andargli bene sia di qua sia di là. Nel caso la Cassazione confermi la condanna dell’ex premier, si entra in un terreno inesplorato. I costituzionalisti più avveduti dicono che il Senato non dovrà limitarsi a ratificare la decisione dei giudici ma vaglierà con un voto l’opportunità o meno della decadenza dal seggio.
Intanto il presidente della Giunta, Dario Stefàno, di Sel, mostra soddisfazione per come si sta cominciando a lavorare. Spiega: «Sono contento che l’avvio dei lavori, nell’ufficio di presidenza che abbiamo appena svolto, abbia fatto registrare l’unanimità sul calendario che ci siamo dati e sulle modalità di quello che sarà il nostro operato. A conferma di un approccio non ideologico e politico ma di merito e di ossequio ai regolamenti».
Questo spirito reggerà, al momento di decidere nell’aula del Senato, con un sì o con un no, se la carriera politica del Cavaliere è finita una volta per tutte?
Mario Ajello