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 2013  giugno 20 Giovedì calendario

QUANTE TESTATE ATOMICHE HANNO RUSSI E AMERICANI E SE SI POSSANO TAGLIARE

Obama lancia l’idea di tagliare di un terzo le armi nucleari senza compromettere la sicurezza degli Stati Uniti e dei loro alleati. C’è margine per farlo?

Sì, e il margine è ampio. Ai tempi della crisi di Cuba (quando il mondo andò vicino alla distruzione totale come non era mai successo prima e non capitò più dopo), l’arsenale atomico americano era accreditato di poter distruggere il mondo due volte, mentre di quello dei russi si diceva che potesse distruggere il mondo una volta soltanto. Era una battuta di pessimo gusto che copriva una realtà tragica. Da quei primi Anni Sessanta a oggi la situazione è migliorata: c’è stato un forte regresso nel numero della bombe H grazie ai numerosi trattati di disarmo, inoltre America e Russia hanno costruito via via bombe più precise ma meno potenti, destinate non più a fare massacri ma a distruggere selettivamente il potenziale militare del nemico. Nonostante tutto ci sono in giro abbastanza armi nucleari da annientare la vita sulla Terra.

Come sono i numeri delle due superpotenze?

La Russia erede dell’Urss ha 8500 testate, mentre gli Stati Uniti ne hanno 7700. Questo non vuol dire che Mosca sia in vantaggio, la struttura dei due arsenali è diversa, il confronto non può essere puramente aritmetico e i due Paesi hanno concordato negli anni delle riduzioni che rendono grosso modo equivalenti i due dispositivi. Caso mai i tecnici vedono in lieve vantaggio qualitativo l’America. Gli americani sono arrivati ad avere un massimo di 32 mila testate atomiche nel 1966, i sovietici un top di 45 mila nel 1988.

Gli altri Paesi a che punto sono? La Cina si candida a sua volta a diventare superpotenza ?

In questo settore la Cina è lontanissima dai numeri dell’America e della Russia. Possiede solo 240 testate, cioè all’incirca come la Gran Bretagna (225) e meno della Francia (300). Inoltre in campo nucleare non conta solo avere le bombe, bisogna anche avere dei mezzi efficaci per lanciarle sul bersaglio (missili a terra, su sottomarini o su aerei). Non è un vezzo lessicale se nei conteggi si parla non tanto di bombe quanto di testate. Da questo punto di vista i cinesi sono molto indietro non solo nei numeri ma anche nelle tecnologie. Tuttavia un numero anche modesto di testate nucleari incorpora un tale potenziale distruttivo da poter bastare a tenere a bada anche nemici molto più muniti.

La proliferazione è un problema?

Rispetto ai timori nutriti per tanti decenni, la diffusione effettiva delle bombe atomiche nel mondo è stata, tutto sommato, molto limitata. L’India e il Pakistan purtroppo hanno seguito l’esempio delle grandi potenze e si sono dotate di un centinaio di testate nucleari, che si puntano contro a vicenda. Per loro non è solo una questione di reciproca ostilità ma anche di status, di prestigio internazionale. Israele, pur senza averlo mai ammesso, ha accumulato a sua volta un piccolo arsenale. La Corea del Nord segue la sua strada che il resto del mondo giudica folle. In ogni caso la proliferazione non è debordata e anzi ci sono già parecchi esempi di Stati che si sono denuclearizzati. Tutte le repubbliche dell’ex Unione Sovietica hanno trasferito alla Russia le bombe ereditate con la dissoluzione dell’Urss. E il Sud Africa nel liquidare l’apartheid ha distrutto anche il minuscolo potenziale nucleare che sembra si fosse costituito in segreto per difendere la sua trincea.

Fra America e Russia tagliare le armi è facile? Basta volerlo?

Purtroppo la situazione è un po’ complicata. In prima battuta sembrerebbe che meno armi atomiche i due Paesi si puntano contro a vicenda e più il loro rapporto può diventare stabile. Da un punto di vista politico è vero, ma da un punto di vista tecnico no, e anzi per un tragico paradosso meno armi possono comportare meno stabilità. Chi lancia i missili per primo può sperare di distruggere con un primo colpo quasi tutto l’arsenale del nemico, mentre conserva la maggior parte del suo per lanciare un eventuale secondo colpo e così e può ancora esercitare un ricatto nucleare sulle città avversarie. Per evitare questo rischio ognuno dei due contendenti tende a conservare un arsenale abbastanza ampio da togliere al nemico l’illusione di piazzare un primo colpo vincente. Qualora invece le testate fossero ad esempio solo 100 per parte, in caso di crisi e di guerra la tentazione di provarci e di spazzare via in un colpo solo a sorpresa quel centinaio di testate diventerebbe più forte.

Allora siamo condannati a questo incubo per sempre?

No. Prima o poi i nemici possono imparare a fidarsi, oppure le armi atomiche possono essere superate dalla realtà, per esempio da un sistema di armi anti-missile impermeabile. Reagan proposte a Gorbaciov di eliminate tutte le bombe atomiche dotando al contempo i due Paesi di scudi antimissile. Gorbaciov non si fidò e oggi Putin nutre le stesse riserve.