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 2013  giugno 20 Giovedì calendario

IDEA TEDESCA PER L’OCCUPAZIONE

Sempre più di frequente si leggono notizie sorprendenti sulla Germania. Un paese di schiavisti che sfrutta milioni di lavoratori per salari da terzo mondo, questa sarebbe una delle chiavi del miracolo tedesco. Sotto accusa i minijobs, i lavoretti a 450 euro al mese.
Secondo l’Arbeitsamt, l’ufficio del lavoro, sono circa 7,5 milioni, un milione e 600mila in più rispetto a dieci anni fa.
Il fatto che i tedeschi guadagnino molto di più degli altri europei sarebbe una favola. Gli operai della VW o della Mercedes sarebbero pochi fortunati, mentre la maggioranza cerca di sopravvivere con pochi euro al giorno. Mi chiedo come sia possibile prestar fede a queste notizie. Al solito l’informazione non è completa. Si cita un dato, autentico, ma non lo si spiega. I minijobs sono secondi lavori, a part time, per arrotondare un salario regolare o una pensione.
Io non ho mai incontrato chi mi porta i giornali all’alba fin davanti alla porta del mio appartamento: un pensionato o uno studente prima di andare a scuola. È una sorta di nero autorizzato. Chi svolge il lavoretto non paga tasse, e il datore versa a forfait il 28 per cento alle casse malattia e pensione, il due per cento in tasse. Magari un poliziotto si trasforma in cameriere al week end: tutto legale, ma se sommasse i 450 euro allo stipendio, pagando anche i contributi ne vedrebbe sfumare la metà.
Ci sono abusi, certamente, qualcuno somma due o tre minijobs e non paga le tasse. Ma è una minoranza. Per qualcuno possono rivelarsi anche una trappola: non si riesce mai a ottenere un contratto «vero». Oppure, molti immigrati, all’inizio, preferiscono il minijob per non pagare le tasse, e poi al momento del bisogno non ottengono aiuti sociali perchè ufficialmente non avrebbero mai lavorato. E 600mila minijobs sono svolti da quanti incassano già l’Hartz IV, cioè il sussidio sociale da non confondere con l’assegno di disoccupazione, pari a 382 euro, più l’alloggio. Si arriva a 800 euro al mese, senza spese per la casa. Molti si accontentano e non si cercano un posto regolare. Un problema per l’Arbeitsamt.
Molti sono gli addetti alle pulizie negli alberghi, o camerieri nei ristoranti, o donne a ore, che non vogliono essere messe in regola, per non perdere gli aiuti che riceve il marito. I minijobs sono un grande sfogo sociale. Non uno sfruttamento, malgrado abusi e difetti. In origine nacquero come lavoretti per gli studenti che, ufficialmente, se ricevono un assegno per frequentare l’università, non dovrebbero lavorare. Poi la facilitazione fu estesa a tutti, e limitata a 400 Deutsche Mark. Gerhard Schroder, quando divenne Cancelliere, si trovò davanti a 5 milioni di disoccupati, e pensò di cancellare i minijobs per far emergere due milioni di posti. Avvenne il contrario: si perse un milione di posti. La parrucchiera che pagava una lavorante part time, ad esempio,non riuscì a assumerla regolarmente, e fu costretta a chiudere.
Ora, in piena campagna elettorale, i socialdemocratici e i verdi propongono ancora una volta di abolirli, o di portare il tetto massimo a cento euro mensili. Angela Merkel, invece, all’ inizio dell’ anno li ha portati da 400 euro a 450. Invece di criticare, forse sarebbe il caso che gli italiani tentassero di imitare Frau Angela. O forse no. In Germania i più non abusano. Che avverrebbe in Italia?