Emanuele Buzzi, Corriere della Sera 19/06/2013, 19 giugno 2013
LA RIVOLTA DEI 42: «A FORZA DI CACCIARCI NE RESTERA’ SOLO UNO» —
LA RIVOLTA DEI 42: «A FORZA DI CACCIARCI NE RESTERA’ SOLO UNO» — La prova del nove lascia i segni. L’assemblea che ha decretato l’inizio dell’iter d’espulsione per Adele Gambaro ha visto però anche una nutrita pattuglia di dissenzienti: 42 no e 9 astenuti. Senza contare gli assenti: tra loro molti parlamentari che nei giorni scorsi erano stati bollati come «pontieri» indecisi con chi schierarsi per ragioni di stima o di militanza.
Alla fine c’è anche chi si è allontanato dall’Aula poco prima della scelta, come Elena Fattori: «Mi sembrava non ci fosse intenzione di procedere con il voto. Non condivido il modo in cui si è deciso di affrontare il caso», afferma. E indica la soluzione che avrebbe adottato: «Avrei cercato di far calmare le acque, anche se Adele ha sbagliato tanto». «Beppe ci è sempre stato vicino, si è anche spiegato con noi per alcune sue scelte che gli spettavano — precisa — come le persone indicate per partecipare al corso di comunicazione: in quel caso ci ha chiamato quasi uno per uno». Molti però hanno preso la parola e si sono schierati contro il leader (che dovrebbe rimandare il suo appuntamento con i parlamentari alla prossima settimana). Voto palese, per alzata di mano. Nomi e cognomi, persone che ci hanno messo la faccia. E molti ieri hanno spiegato le loro scelte, rivendicando sempre autonomia.
C’è chi parla di principi e di fede nel progetto dei Cinquestelle. Il senatore Francesco Molinari sostiene che «il voto è segreto» ma spiega anche che predilige il «Dio d’Amore del Vangelo, quello della parabola del figliol prodigo, piuttosto che quello dell’antico testamento, che ha chiesto ad Abramo il sacrificio del figlio quale prova d’amore». Serenella Fucksia su Facebook attacca chi ha deciso di sostenere l’iter: «Per chi critica sempre, per chi vede sempre il male, la malafede in tutti, per chi è favorevole alle espulsioni, per chi è gratificato dalla lotta anche fine a se stessa, ho una domanda: cos’è per voi il movimento?».
Più netto Maurizio Buccarella sempre sul social network: «Personalmente ho votato per lo streaming e contro la proposta di espulsione. Rimango del parere che la Gambaro dovrebbe dimettersi». Ancora più chiaro Lorenzo Battista a «Un giorno da Pecora»: «Ho detto la mia e ho votato contro: non è che con le espulsioni si risolvono questo tipo di problemi». E su altre epurazioni è ironico: «No, non credo, altrimenti qua...Ne resterà soltanto uno». Sulla stessa linea anche Tancredi Turco, che all’Huffington Post ha ribadito il suo no alle epurazioni e ha difeso Gambaro: «La senatrice è venuta tra noi e ha letto una lettera con la quale ha chiesto scusa per il disagio che aveva creato. Per me questo era più che sufficiente». Alcuni giustificano la scelta per «motivi di comunicazione»: l’eco di un’altra persona cacciata dal Movimento — dicono — sarebbe un male più grande dei benefici.
Intanto si apre un nuovo fronte destinato a incrinare ancor di più i rapporti all’interno del gruppo. Argomento: l’eterna diaria. Ritardo per l’organizzazione del primo «Restitution day»: il termine per inviare le buste paga della Camera del trimestre marzo-maggio, fissato per domenica 16 giugno, non sarebbe stato rispettato da alcuni parlamentari.
Emanuele Buzzi