Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 19 Mercoledì calendario

«EFFETTO GRECIA»: LA RAI VALE 2 MILIARDI

Chiamatelo «Effetto Grecia». Se qualcosa succede sulle sponde dell’Egeo, ecco che ci si aspetta il contraccolpo in Italia. Da quando è scoppiata la crisi dell’euro, Atene è diventata il derivato rischioso dei paesi periferici.
La Grecia, ormai un mix esplosivo di recessione, austerity e recessione, chiude la tv di Stato e mette in vendita le stazioni radio (Ert)? Allora ecco che scatta il toto-privatizzazioni: l’Italia potrebbe finalmente decidere di cedere ai privati la Rai. Un’eventuale vendita potrebbe far incassare allo Stato oltre 2 miliardi di euro (metà di quanto si incasserebbe dall’aumento del l’Iva). È il gioco del «What If» (E se...) e ieri a farlo non è stato un broker qualunque, ma Mediobanca, il salotto buono dei poteri forti milanesi. La banca che fu di Enrico Cuccia azzarda uno scenario fanta-finanziario. Ma mica poi tanto.
La tv di Stato è il classico colosso dai piedi argilla. I ricavi consistenti, 2,8 miliardi, sono in calo. D’altronde la pubblicità in Italia è in caduta a (-22,8% l’anno scorso per la Sipra). Ma soprattutto Viale Mazzini è schiacciata da 244 milioni di perdite e da 366 milioni di debiti (in aumento). La profittabilità è ben al di sotto della media europea. Ma per un investitore privato potrebbe essere un’opportunità perché ci sarebbero grossi margini di miglioramento e perchè di fatto da 20 anni la Rai, osserva Mediobanca, è una "bella addormentata". Applicando un multiplo di 1,52 volte ai ricavi "core" (di 810 milioni) e ipotizzando la cessione di alcuni asset si arriva a un valore di 2,47 miliardi a cui però applicare uno sconto. La sola RaiWay, l’equivalente italico della Ert, è un tesoretto da 600 milioni.
Tuttavia è la stessa Mediobanca che, dopo aver fatto tutti i conti, smorza le velleità privatistiche, ammettendo che ci sono dubbi che una tale operazione si possa finalizzare. Soprattutto per l’impatto sociale (alla Rai lavorano 13mila dipendenti) e politico. Più che la politica, però, il vero "bubbone" della Rai è il canone. Quasi metà degli italiani (44%) non lo paga: un tasso di illegalità esagerato e raddoppiato negli ultimi anni. Alle casse della tv di stato mancano almeno 600 milioni (stimando un livello fisiologico di evasione attorno al 20%). Al momento, l’ipotesi più fattibile, invece, per Luigi Gubitosi – il direttore generale approdato l’anno scorso come risanatore dopo un passato in Fiat, Wind e Merrill Lynch – la vendita delle torri. Della cessione di RaiWay si parla da anni, ma non si è mai arrivati a nulla. Ora però che la Rai ha i bilanci in rosso e che il risiko delle infrastrutture tlc si è rimesso in moto (dopo l’affondo di Cara Goldenberg e di Ei Towers sul parco torri di Atlantia), la vendita potrebbe finalmente arrivare.