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 2013  giugno 19 Mercoledì calendario

SI APRE L’ERA DEGLI IMMENSI DATABASE DELLE

TASSE –
Il manifesto di Lough Erne licenziato ieri dal G-8 rappresenta una pietra miliare nella guerra contro i paradisi fiscali e le casseforti off-shore che custodiscono i proventi illeciti dell’evasione. Una guerra dichiarata e combattuta dai Paesi più industrializzati con sempre più determinazione in concomitanza con l’aggravarsi della crisi economica. Le frodi tributarie e le forme di pianificazione fiscale aggressive, dal transfer pricing al profit shifting, erodono infatti inesorabilmente le basi imponibili nazionali e costano ai soli 27 paesi della Ue circa 1.000 miliardi all’anno.
Confermando gli orientamenti emersi negli ultimi mesi, nella riunione dei Grandi in Nord Irlanda è dunque prevalsa la strategia della cooperazione multilaterale strutturata sullo scambio automatico delle informazioni. Secondo i principi di una rinnovata Alleanza atlantica, che riaffermando la centralità delle "3T" - Tax, Trade e Trasparency - archivia l’approccio del cosiddetto schema "Rubik", intorno al quale nel 2011 erano stati siglati dalla Svizzera gli accordi con Regno Unito, Austria e Germania (quest’ultimo poi bocciato), caratterizzati da un prelievo alla fonte sui correntisti stranieri a salvaguardia dell’anonimato e del segreto bancario.
Le soluzioni delineate a Lough Erne rappresentano, del resto, la naturale evoluzione di quanto avvenuto il 9 aprile scorso con la firma da parte di Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito di una lettera di intenti e da ultimo il 13 giugno con la presentazione della proposta della Commissione Ue di reprimere i fenomeni di evasione fiscale internazionale espandendo l’ambito oggettivo dello scambio automatico di dati tra i Paesi membri a «dividendi, capital gains, ricavi da disinvestimenti finanziari, saldi di conto» a partire già dal gennaio 2015 (relativamente all’anno fiscale 2014).
Un’evoluzione che permetterebbe all’Europa di mettere a punto una piattaforma per lo scambio automatico in grado di costituire il futuro standard mondiale per gli altri
Paesi extra Ue.
La stringente tempistica prevista dalla Commissione, peraltro, porterebbe di fatto a una sovrapposizione tra il database comunitario e quello prefigurato dalla normativa Fatca (The Foreign account tax compliance act) promossa dagli Stati Uniti e destinata a debuttare, sia pure con diversi step, proprio dal 1° gennaio 2014, permettendo lo scambio bilaterale dei dati tra gli Usa e il resto del mondo. In merito al Fatca i rappresentanti della business community finanziaria (banche, asset manager, assicurazioni) hanno avuto l’occasione, sempre il 13 giugno scorso a Londra, di confrontarsi con i Governi sottolineando le lacune e i possibili impatti problematici derivanti da un’accelerazione eccessiva delle misure di repressione dell’evasione.
Se, infatti, tanto nelle capitali europee quanto a Washington, nessuno più dubita della necessità di favorire la trasmissione rapida, completa e integrata dei dati fiscali, così come di implementare un asset di regole uniformi per impedire alle multinazionli di "spostare" i profitti oltre frontiera a proprio piacimento ed evitare di pagare le tasse dove producono ricchezza, è altrettanto chiaro il rischio di caricare su un’economia – in particolare, quella europea – già depressa, ulteriori pesi legali.
Se la nuova governance fiscale internazionale si indirizza verso la creazione di piattaforme informatiche e super-database chiamati, per quanto possibile, a svelare in tempo reale l’entità dei patrimoni e l’effettiva identità dei loro titolari, Roma può ritenersi all’avanguardia. I contribuenti italiani, prim’ancora che con le severe regole internazionali, dovranno confrontarsi con il nuovo archivio dei rapporti finanziari, al quale dal prossimo 31 ottobre banche, Poste, società di gestione del risparmio dovranno comunicare i riferimenti di tutti i rapporti finanziari aperti inclusi i saldi iniziali e finali. Dai conti correnti alle gestioni patrimoniali, dai rapporti fiduciari alle carte di credito, dalle operazioni extra-conto alle cassette di sicurezza niente più sfuggirà all’Occhio del Fisco. Una mole di informazioni ancora più ampia rispetto a quella che alimenterà il Fatca Usa e la piattaforma europea su cui, in epoca di "Datagate", bisognerà vigilare con grande attenzione.