Paolo Rodari, la Repubblica 19/6/2013, 19 giugno 2013
“ECCO IL SECONDO MIRACOLO DI WOJTYLA” GIOVANNI PAOLO II SANTO A OTTOBRE
ROMA — Un solo miracolo? «No, di più. Sono stati riconosciuti non uno, ma molti miracoli per intercessione di Papa Giovanni II e, quindi, la strada per la santificazione è aperta». Il cardinale Stanislaw Dziwisz, ex segretario particolare di Karol Wojtyla, «don Stanislao» per tutti, nel giorno in cui esce la notizia del parere positivo dato dai teologi della Congregazione per le Cause dei Santi di un secondo miracolo attribuito all’intercessione del Papa polacco, allarga il cerchio e rivela che in realtà Roma ha riconosciuto più intercessioni miracolose. Certo, probabilmente sarà un solo miracolo in particolare, avvenuto su una donna la sera stessa in cui Wojtyla veniva beatificato, il primo maggio del 2011 – «si tratta di un qualcosa che stupirà il mondo», hanno rivelato recentemente fonti vaticane –, quello che ufficialmente porterà Giovanni Paolo II agli onori degli altari. Ma le notizie che filtrano, confermate da Dziwisz, dicono che in realtà in Vaticano in questi ultimi anni sono arrivate decine di segnalazioni, molte di queste addirittura già riconosciute come miracoli. Un fenomeno inarrestabile, dunque, la fama di santità di Wojtyla, un fenomeno negli ultimi decenni paragonabile per intensità e partecipazione di popolo forse soltanto a quello che ha avvolto la figura di padre Pio da Pietrelcina, oggi san Pio. Nei giorni scorsi Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano Dziwisz. E a lui ha confidato il via libera sul secondo miracolo da parte dei teologi della Congregazione. Fra quindici giorni saranno i cardinali membri della stessa Congregazione a dare il via libera definitivo. «Speriamo la canonizzazione avvenga a ottobre – dice Dziwisz –, ma lasciamo questa decisione a Papa Francesco». Parole che confermano le voci che vogliono Giovanni Paolo II canonizzato domenica 20 ottobre, a ridosso della festa liturgica stabilita per il «beato Wojtyla » e fissata per il 22 ottobre.
In autunno terminerà l’anno che Benedetto XVI ha dedicato alla fede. Canonizzare Wojtyla a ridosso della chiusura di questo speciale anno significa per la Chiesa portare all’attenzione del mondo intero un testimone ritenuto credibile, una figura che si ritiene d’esempio per tutti. «Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo», disse Giovanni Paolo II all’inizio del suo pontificato. Parole che molto ricordano quel richiamo sempre presente nei discorsi di Francesco affinché la Chiesa «esca» da se stessa e «vada incontro » a tutti, a cominciare dagli ultimi. «Aprire», «uscire», due azioni simili e che parecchio legano i due pontificati.
Il secondo miracolo attribuito a Wojtyla riguarda una donna. Così il primo, quello che fu necessario per la beatificazione, la guarigione dal morbo di Parkinson della suora francese Marie Simon Pierre Normand. La notizia del primo miracolo uscì abbondantemente prima di quanto il Vaticano avesse auspicato. Di qui il riserbo odierno, imposto dal cardinale Angelo Amato, prefetto delle Cause dei Santi.
Il postulatore della causa di canonizzazione è il monsignore polacco Slawomir Oder. È lui a raccogliere a Roma le continue segnalazioni di miracoli. C’è chi scrive di aver chiesto il miracolo di un figlio a Wojtyla e di essere stato esaudito grazie alla sua intercessione. Altri di essere stati guariti da malattie incurabili. Fra queste c’è la testimonianza di Ilaria Savoini: «Nel giugno del 2011 – scrive – è stato diagnosticato a mia mamma di 73 anni un tumore al polmone a piccole cellule, che fu trattato con radio e chemioterapia. Poco dopo l’inizio delle cure, mamma ci disse un pomeriggio “ho visto il Papa”. Mia sorella le chiese se l’avesse sognato. Lei disse di no, l’aveva visto qualche istante sorridente accanto a lei, con il volto già sofferente. Dopo cinque mesi dall’inizio delle cure, nel novembre 2011, era in completa remissione, il tumore era scomparso del tutto… L’oncologo ha detto che è un caso rarissimo per la durata e che lui non ne ha mai incontrati di simili. Egli esercita dal 1977».