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 2013  giugno 19 Mercoledì calendario

STA BENE O MALE IL CINEMA ITALIANO?

Come sta il cinema italiano?
L’anno scorso, secondo i dati del Rapporto 2012 curato dall’area studi della Fondazione Ente dello Spettacolo e presentato ieri all’Università Luiss, c’è stato un record di produzioni, con 166 film realizzati in Italia rispetto ai 155 del 2011. Gli incassi nelle sale però calano: nel 2012 hanno registrato un -7,95% (608 milioni 954 mila euro complessivi) dopo il calo del 17,1 del 2011. Diminuiscono anche gli spettatori, dai 101 milioni 323 mila del 2011 ai 91 milioni 310 mila del 2012.

C’entra la crisi economica?
Sì, la crisi incide con il 41,1% delle aziende del settore che registrano un calo sia dei ricavi che dell’utile, in un tessuto imprenditoriale molto frastagliato. Infatti delle 6139 aziende attive nel cinema, solo 95 hanno più di 50 dipendenti e ben 3803 non ne hanno neanche uno. Tra gli elementi positivi, invece, c’è la crescita degli investimenti, dai 423 milioni del 2011 ai 493 milioni del 2012, quasi tutti capitali privati (465 milioni), con solo 27 milioni derivanti dai contributi pubblici.

E le coproduzioni con l’estero?
Sono in aumento. Si passa infatti dalle 23 del 2011 alle 59 del 2012. Aumentano anche gli investimenti delle Film Commission che, nel 2012, toccano quota 44 milioni 542 mila euro.

Che fare per migliorare la situazione?
Secondo l’ad di Rai Cinema Paolo Del Brocco servono la certezza delle fonti di finanziamento, come il tax credit, un progetto culturale di largo respiro, la volontà politica di sconfiggere la pirateria e la spinta a puntare su storie popolari che trattino temi sociali.

Che ruolo ha la Rai, in quanto major del cinema italiano?
La Rai non può essere considerata una mucca da mungere. La riduzione degli investimenti nella fiction è un segnale. E se non ci fosse un’evasione del canone di 600 milioni, si potrebbe fare molto di più anche per il cinema.

Il modo di vedere film sta cambiando. Come funzionano oggi le sale?
Crescono i giorni di attività, anche grazie al boom dalla proposta di contenuti alternativi, come le proiezioni evento. In testa agli incassi del 2012 c’è il «Led Zeppelin Celebration day» con 583.450 euro di incassi. Nel complesso gli impianti diminuiscono, passando da 1166 nel 2011 ai 1062 del 2012, ma aumentano gli schermi, dai 3092 del 2011 ai 3239 del 2012. E muta la morfologia delle sale, aumentano quelle fino a 100 e a 299 posti. Quelle, invece, con oltre 300 posti calano, perchè oggi si deve differenziare l’offerta: più sale con meno posti per spettatori diversi.

In che modo si può intervenire?
«La maggior parte delle sale - dice Lionello Cerri, presidente Anec - ha schermi grandi e pochi posti. Ci si sta organizzando per pubblici con esigenze differenti. Bisogna però velocizzare la digitalizzazione degli impianti. Oggi quasi il 60% delle sale ha proiettori digitali, mentre la media europea è del 70%. Del 40% non attrezzato fanno soprattutto parte monoschermi, strutture spesso a gestione familiare o di volontariato, cooperative, luoghi il cui ruolo è l’aggregazione. Per loro stiamo pensando a iniziative ad hoc».

E l’home video come va?
«Continua il declino, iniziato nel 2006, mentre cresce il numero di film proposti dalle tv generaliste, da 3791 (di cui 1243 italiani) del 2011 ai 3967 (di cui 1385 italiani) del 2012, raramente, però, in prima serata.

Quanto conta sugli incassi il periodo in cui esce il film?
Molto. Il presidente del Comitato di gestione di «Schermi di qualità» Paolo Protti è convinto che la concentrazione di prodotti analoghi nello stesso periodo non faccia per niente bene al nostro cinema. E invece continua a succedere spesso che arrivino nelle sale contemporaneamente sei o sette titoli italiani, con il marchio dello stesso distributore.

I premi aiutano gli incassi?
Sì, i premi servono a incrementare l’attenzione e la curiosità del pubblico. Ma le politiche distributive hanno sempre un ruolo fondamentale. L’anno scorso «Reality» di Matteo Garrone ha vinto a maggio il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes. Nelle sale, però, è arrivato ad ottobre, quando il battage pubblicitario intorno all’evento si era completamente esaurito. Quest’anno, per fortuna, l’errore è stato evitato. «La grande bellezza» di Paolo Sorrentino è tornato da Cannes a mani vuote, ma sull’onda di un grande successo mediatico, con commenti positivi dalla maggior parte della critica internazionale e grande interesse al Festival. Risultato? Boom di incassi al botteghino italiano.

Com’è, dunque l’istantanea sul cinema made in Italy?
«Secondo Dario E. Viganò, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, il quadro è ricco di contraddizioni e risente pesantemente della sfavorevole congiuntura economica. Una lettura più attenta dei dati, però, rivela una realtà meno negativa. Nonostante il drastico taglio del Fus, si assiste a un consolidamento delle strutture produttive e il decremento del numero di biglietti venduti non significa per forza un minor consumo di cinema. Dal video on demand alla rete, si stanno invece affermando nuove modalità di fruizione.