Paolo Colonnello, La Stampa 19/6/2013, 19 giugno 2013
PRIMA DELLO STUDENTE SOLO UN OPERAIO CHE INSEGNAVA A COSTRUIRE LE BOMBE
Quanti Giuliano Ibrahim ci sono in Italia? Difficile dirlo. E poi, bisogna distinguere. A fronte di un numero di convertiti all’Islam che oscilla tra le 70 e le 80 mila persone, sono pochissimi quelli più radicalizzati. Tanto che l’unico altro caso accertato di oriundo italiano trasformatosi in fervente jihadista riguarda un operaio pesarese di 28 anni, Andrea Campione, autore di un manualetto on-line che è tutto un programma: «Come fabbricare una bomba nella cucina di tua madre».
L’anno scorso è stato arrestato dalla Procura di Cagliari intervenuta prima che Campione, diventato nel frattempo «Abdul Wahid As Siquili», prendesse il largo per il Marocco. «Per riconquistare la mia ex fidanzata» si è difeso lui. Ma il sospetto è che dopo aver passato un anno a diffondere via Internet i soliti filmati jihadisti e micidiali istruzioni sul terrorismo fai da te, fosse pronto per spiccare il grande salto verso qualche cellula di combattimento salafita. Campione, dopo un periodo di detenzione è stato trasferito in una comunità di recupero perché soffre di disturbi psichici. Il che avvalorerebbe la tesi di Paolo Gonzaga, 42 anni, milanese, giornalista, studioso di questioni musulmane e a sua volta italiano convertito, autore del libro «Islam e democrazia»: «Non riesco nemmeno a immaginare cosa possa passare per la testa di un ragazzo di 23 anni che decida di andare a morire in Siria o, fino a poco tempo fa, in Afghanistan. Di solito si tratta di persone molto fragili, pronte a lanciarsi in un estremismo denso di ignoranza e luoghi comuni. Se ci fossero più moschee e imam riconosciuti dallo Stato si formerebbe una rete di protezione che favorirebbe una maggiore integrazione e un’educazione più moderna e aggiornata. Con una lettura non oscurantista del Corano». Ma se l’operaio pesarese forse non c’era del tutto con la testa, di sicuro certi suoi amici non scherzavano come dimostrano i rapporti con il marocchino Mohamed Jarmoune, arrestato sempre l’anno scorso con l’accusa di voler pianificare un attentato contro la Sinagoga di Milano e l’arresto di una settimana fa a Brescia di un altro marocchino 21enne (in contatto con Jarmoune) dedito al proselitismo estremista attraverso il blog “Sharia4Italy”, sorto in Belgio nel 2010 e diventato ben presto un network internazionale per il reclutamento dei “martiri”. Lo stesso marocchino aveva manifestato il desidero di «morire per Allah» e di volersi unire alle formazioni ribelli che combattono in Siria, ultima frontiera dello jihadismo richiamato al Cairo ancora settimana scorsa dai sunniti ortodossi. Ma nell’indagine cagliaritana, coordinata dal pm Danilo Tronci, è finito indagato per apologia anche un altro italiano, un professore sardo di liceo con una doppia vita jihadista sul web.