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 2013  giugno 16 Domenica calendario

IL SESSO FA PIU’ DANNI DEL CAPITALISMO

Vorrei lanciare un messaggio tra­sgressivo per il gay pride. La libe­razione sessuale ha provocato una nuova terribile divisione di classe, tra i possidenti e i nullatenenti del sesso. Una disuguaglianza paurosa, quanto la differenza tra ricchi e poveri sul pia­no economico, anzi più disperante perché appare irrimediabile. È una forma di accumulazione capitalisti­ca ignota alle società «represse»: po­chi libertini, dotati di mezzi, dispon­gono di gran parte dei beni erotici e hanno possibilità sessuali negate ai poveri di sesso, perché impacciati, scarsi di mezzi naturali o di appeal.
Da una parte poligami che accentra­no ricchezze sessuali ingenti; dall’al­tra masse di indigenti, solitari o mo­no- partner, con rari rapporti sessua­li. È una rivoluzione atroce soprattut­to in campo femminile, dove le poche attraenti dispongono di possibilità di vita negate alle molte inappetibili o decotte. Crea drammi ai ragazzi re­spinti e deprime i vecchi impotenti. Ci vorrebbe un Marx del proletariato sessuale per istigare a una rivoluzio­ne sessuale opposta a quella lanciata da Reich. Non sto pazziando. Per il brillante scrittore Michel Houellebe­cq il sesso oggi discrimina più del de­naro (e a volte fa miscela esplosiva con esso). È un sistema selettivo im­pietoso, crea nuove miserie e disegua­glianze tremende. Il liberismo sessua­le, più di quello economico, getta nel­la frustrazione masse di sfigati. Ma dirlo è vietato. Altro che orgoglio gay, presidente Boldrini: chi si occupa del­le ingiustizie sessuali verso i diversa­mente dotati?