Interventi&Repliche, Corriere della Sera 18/06/2013, 18 giugno 2013
BIMBI OLANDESI E CURE MEDICHE INUTILI
Con un misto di sorpresa e rammarico ho letto l’articolo «La condanna (a morte) dei bambini malati» di Isabella Bossi Fedrigotti (Corriere, 15 giugno).
Mi rendo conto che l’articolo esprime le convinzioni personali dell’autrice e non necessariamente quelle del Corriere, ma siccome è uscito in prima pagina su uno dei principali quotidiani italiani e non è proprio lusinghiero per il mio Paese, desidero precisare alcune inesattezze. L’autrice prende spunto da una proposta dei medici olandesi «per estendere l’eutanasia ai bambini affetti da malattie o malformazioni mortali».
Si proclama contraria alla proposta, il che sarebbe più che legittimo, se la questione fosse posta in maniera corretta. Il che purtroppo non è così. Il rapporto al quale si riferisce si chiama «Decisioni mediche sul fine vita di neonati con gravissime malformazioni» pubblicato dalla Reale Associazione Medica Olandese (Knmg). Questo offre strumenti ai medici nei casi in cui ulteriori cure mediche a un neonato siano diventate inutili, in modo che l’assistenza in queste ultime ore di vita del bambino, che inevitabilmente morirà, sia la migliore possibile sia per i genitori che per il bambino stesso. Si tratta quindi di bambini in condizioni gravissime, che non possono vivere autonomamente senza intervento medico (come la respirazione artificiale). Non si tratta assolutamente di bambini nati con una malformazione, che in seguito vengono eutanasizzati.
Infatti, non si tratta di eutanasia attiva, ma di interruzione di trattamenti inutili.
Paragonare i bambini in questione a cagnolini vecchi che dal veterinario ricevono l’iniezione letale, magari «scodinzolando debolmente nel tentativo di far intendere che in fondo così malmessi non sono», a parte l’essere semplicemente disgustoso, tradisce una profonda ignoranza delle situazioni in questione. Lo stesso vale per la conclusione finale dove il bambino malformato suggerisce l’immagine di merce difettosa buttata in discarica. Nell’articolo, l’autrice suggerisce inoltre che in base alla decisione di praticare l’eutanasia possa non esserci il bene del piccolo paziente, ma l’egoismo dei genitori, o addirittura considerazioni di carattere finanziario.
Tutto con la complicità dei medici, s’intende. Di questi motivi, quello finanziario è fuori luogo, visto che in Olanda le cure ospedaliere per bambini affetti da gravi malattie è garantita e senza costi per i genitori, fino alla fine, quandunque avvenisse. E crede veramente la signora Bossi Fedrigotti che, semmai dovessero esserci dei genitori disposti a far addormentare un figlio anche in casi non disperati, i medici olandesi, pur legati dal giuramento d’Ippocrate, acconsentirebbero? Questo presuppone una malafede generalizzata in cui veramente non riconosco né i genitori né i medici olandesi. Quello che si tenta di fare nel mio Paese è la creazione di una forma di regolamentazione di casi difficilissimi e dolorosissimi, che altri preferiscono non affrontare. È un compito immane che richiede molto coraggio da parte di coloro che se lo sono posto. Ma lo fanno per il bene dei piccoli sofferenti e per nessun altro motivo. Si può non essere d’accordo con le proposte dei medici olandesi, ma non li si può accusare di malafede.
Michiel den Hond Ambasciatore dei Paesi Bassi in Italia