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 2013  giugno 18 Martedì calendario

Mancia per Sette - Mance Breve guida sulla mancia nei ristoranti. In Giappone è offensiva perché gentilezza, rigore e rapidità non sono optional da ricompensare ma il minimo dovuto al cliente

Mancia per Sette - Mance Breve guida sulla mancia nei ristoranti. In Giappone è offensiva perché gentilezza, rigore e rapidità non sono optional da ricompensare ma il minimo dovuto al cliente. In Germania è da maleducati lasciare spiccioli o banconote sul tavolo: arrivato il momento di pagare bisogna dire al cameriere quanto s’intende elargire per il servizio (la giusta misura è tra il 10 e il 15%, ma se può anche negare l’extra se si è stati trattati male). In Spagna o Grecia, come in Marocco e in gran parte dei Paesi del Mediterraneo, è buona norma arrotondare il conto e lasciare il resto sul piattino. In Inghilterra è consuetudine lasciarla a meno che il conto non segnali il servizio incluso, in Francia c’è libertà e la percentuale oscilla fra 15 centesimi e 2,30 euro. (Paracchini, Corriere della Sera 25/5, Stefano Rizzato, La Stampa 13/6/2013) Negli Stati Uniti, dove i parametri retributivi dei camerieri non vengono aggiornati, spetta al cliente obbligatoriamente integrare la loro magra paga con una mancia che parte dal 15%. Quindi nei menù c’è la scritta «Service not Included» e al momento di portare il conto i camerieri non mancano mai di ricordare ai clienti europei che devono versare l’extra che qualche volta viene addirittura calcolato alla cassa. (Paracchini, Corriere della Sera 25/5) Recente la notizia che Sushi Yasuda, uno dei ristoranti giapponesi più gettonati di Midtown a Manhattan, ha deciso di abolire del tutto le mance al personale. Il proprietario del locale garantisce ai dipendenti ferie pagate, permessi per malattia, copertura sanitaria e remunerazione più alta (come non fanno altri ristoratori) a patto di rinunciare alla mancia. (Maurizio Molinari, La Stampa 13/6/2013) Mance stimate negli Stati Uniti: circa 26 miliardi di dollari l’anno. Joe Bastianich, proprietario di ristoranti a New York, condannato con il socio Mario Batali a restituire ai dipendenti 5,25 milioni di dollari per aver fatto per anni la cresta sulle mance. (Alessandra Farkas, Corriere della Sera 1/5/2012) La parola “mancia”, francesismo che richiama l’uso medievale delle dame di staccarsi le maniche per consegnarle, durante i tornei, ai cavalieri preferiti (tanto che donner la manche in francese significava «favorire qualcuno»). (Paolo Di Stefano, Corriere della Sera 10/7/2007) In Italia la mancia è un gesto abituale solo per uno su tre. È più diffusa al Centro e al Sud. Più generose le persone di mezza età. «La cosiddetta mancia va data, senza eccessi né avarizia, a tutte le persone e nei luoghi dove è consuetudine farlo. Si porge con discrezione senza farsi notare dagli astanti né dare a chi la riceve la sensazione di accetare l’elemosina. La mancia si porge con un sorriso e dicendo grazie, senza attendere il pur dovuto ringraziamento da parte di chi la riceve» (Alessandra Borghese e Gloria von Thurn und Taxis, Noblesse oblige, Mondadori). Il meccanico che riparò la macchina in panne di Donald Trump senza nulla pretendere. Il giorno dopo, insieme ai fiori per la moglie, ricevette un bigliettino in cui gli si comunicava che il mutuo per la casa era stato estinto. Luciano Pavarotti in un hotel invece di dare la mancia al personale si mise a cantare: «Vale molto di più la mia voce dei soldi». (Pierangelo Sapegno su La Stampa del 12/11/2001) Perry Como, apprendista nel salone da barbiere del padre ,cominciò a cantare per i clienti nella speranza di strappare una mancia più sostanziosa. Isa Miranda a otto anni, piccina di sartoria, portò uno scatolone a casa di una ricca signora. E sull’uscio le disse: «Signora, non mi dia la mancia, mi dia una fetta d’arrosto» Generosità di Proust: lasciava come mancia il doppio dell’intero conto. (Alain de Botton, Come Proust può cambiarvi la vita, Guanda) Episodio raccontato da militari francesi di stanza in Cina tra le due guerre: durante una decapitazione pubblica, soltanto uno dei quindici condannati non ebbe la testa mozzata al primo colpo (il cranio rotolò solo al quinto fendente, dopo che l’uomo aveva lanciato grida disumane). «Questo accadde - dissero i soldati - perché era l’unico che non aveva pagato la mancia al boia». (Sandro Iacometti e Adalberto Signore, Il boia non molla, Ideazione 1999) Nella Roma di una volta la mancia veniva chiamata «magna», perché i camerieri dei ristoranti non avevano uno stipendio fisso, il loro unico mezzo di sostentamento consisteva nelle piccole somme lasciate dai clienti per ringraziarli del servizio. (Debora Cesari, Sette 8/3/2001) In Grecia si chiama filodorima, cioè “regalo a un amico”. Sven Goran Eriksson appena nominato allenatore del Manchester City stupì tutti per la sua magnanimità: mancia di 100 sterline in un ristorante giapponese, 50 al portiere dell’hotel per avergli aperto lo sportello della macchina, 20 sterline a un tassista, quando il prezzo della corsa era 6. (Gazzetta dello Sport 28/07/2007) Ezio Indiani, direttore generale dell’hotel Principe di Savoia di Milano, racconta che un principe arabo alle tre di notte gli chiese di vedere l’alba sul Monte Bianco. Lo portarono e lui lasciò 15mila euro di mancia agli addetti delle funivie. (Stefano Vergine, L’espresso, 12 novembre 2009) Il padre di Totò, Giuseppe de Curtis, quando vedeva una pozzanghera era solito dare una mancia a due giovanotti che lo prendessero in braccio per scavalcarla. (Barbara Palombelli, Corriere della Sera 19/11/2001) Lo psicologo evoluzionista Geoffrey Miller sostiene che gli uomini sono più generosi delle donne nel lasciare la mancia al ristorante perché programmati per far sfoggio di agiatezza. (David Brooks, Corriere della sera 28/06/2009) L’anno scorso Mark Zuckerberg in viaggio di nozze a Roma cenò con la moglie Priscilla Chan in un ristorante del Ghetto ebraico. Menù: un antipasto a testa (carciofo alla giudia e fiore di zucca), una sola porzione di ravioli con carciofi, spigola e pachino, da bere acqua e tè caldo. Conto: 32 euro. Non lasciò mancia. (Giovanna Cavalli, Corriere della Sera 29/5/2012) Cinque dollari, la mancia sganciata da Sean Connery all’autista Paul Monroe, che l’aveva scarrozzato per New York tutto il giorno. L’uomo rifiutò stizzito. (Il Venerdì 31/1/2003). Avarissimi in fatto di mance al ristorante sarebbero Tom Cruise (cinque dollari su un conto di 458), Jennifer Lopez (un dollaro e ventisette su un conto di 358), Fabio Capello (niente mancia) e Gabriel Batistuta («braccino corto»). Generosissimi Cassano (anche 100 euro al posteggiatore e 20 a ogni cameriere) e Montella (il 15%). Totti lascia il giusto, la troupe di Un medico in famiglia avrebbe cenato al ”Ristoro degli angeli” (Roma, Garbatella) senza lasciare mezzo euro. Molto munifici -. secondo le testimonianze dei camerieri - Mughini, Ricky Tognazzi, sua moglie Simona Izzo, ecc. Laura Pausini, vista di recente al ”Gusto” di Roma, ha lasciato mance generosissime. (Riccardo Romani, Luca Zanini, Corriere della Sera 29/11/2005) Gioco preferito da Alberto Sordi all’uscita da un ristorante: aspettare che il guardiamacchine si stancasse di stargli davanti e rinunciasse alla mancia. Bruce Chatwin nell’ambasciata afghana di Londra allungò dieci scellini al capo dell’ufficio visti. Questi si alzò, lo abbracciò, lo sollevò dal pavimento e disse: «Spero che in Afghanistan lei faccia un viaggio molto PRIVO DI INCIDENTI!». «Quanti fattorini, consegnandomi la cena a casa, hanno ricevuto molto più della mancia» (confessione della Vanessa Del Rio). Michael Schumacher, in vacanza a Coburgo, prese un taxi di fretta e chiese all’autista di poter guidare. Quello accettò: corsa da 60 euro, mancia da 100. (Marco Degl’Innocenti, La Gazzetta dello Sport 12/12/2007) «La mancia è espressione di una società fatta di classi subalterne. Oggi anche i camerieri hanno una loro dignità e vengono vissuti con lo stesso atteggiamento dai clienti. Le nuove generazioni rifiutano questo gesto, che rimanda a un rapporto tra padrone e dipendente» (il sociologo Sabino Acquaviva) (Carlo Brambilla, la Repubblica 4/1/2009). I croupier dei casino lamentano che oggi le mance sono scese al 40% dei soldi che riescono a portarsi a casa, mentre prima della crisi arrivavano al 50%. Colpa anche del successo delle slot machine e di giochi, come il poker, dove non c’è la tradizione della mancia (per esempio alla roulette). (Erika Dellacasa, Corriere della Sera 05/01/2011) Il commerciante campano che lasciò come mancia ai croupier del Casino de la Vallée 4.032 scatole di pomodoro per un valore di 900 euro. La volta che Indro Montanelli, all’uscita del ristorante, si fece prestare da Vittorio Feltri 10mila lire per darle in mancia al cameriere. Il duca di Westminster, si stupiva Coco Chanel, usciva sovente senza cappello per evitare di dovere lasciare una mancia ai guardarobieri. (Giuseppe Scaraffia, Il Sole 24 Ore 16/2/2011) Fattaccio di cronaca: il 15 febbraio 1862 il facchino livornese Francesco Puccinelli, risentitosi per l’esiguità della mancia, uccise un signor George MacCartey, inglese. Negli anni Cinquanta Ivano Alovisi, ascensorista al Savoia di Sanremo, guadagnava 36mila lire al mese. Ma spesso gli bastava augurare la buona notte a un cliente per intascare diecimila lire di mancia. (Niccolò de Rienzo, Nessun problema. I segreti dei portieri dei grandi alberghi, Add editore)