Massimo Fini, il Fatto Quotidiano 15/6/2013, 15 giugno 2013
LE CLAMOROSE SCOPERTE DI GALLI DELLA LOGGIA
Il professor Ernesto Galli della Loggia va sempre tenuto d’occhio. Perché è pericoloso. Il suo pensiero sulfureo tende ad avventurarsi su terreni inesplorati e inquietanti. Adesso ha scoperto che ci sono delle analogie fra la Lega e il Movimento di Grillo. Scrive infatti Monsignore in un ponderoso editoriale sul Corriere (10/6): “Ci sono alcune cose interessanti in comune fra la nascita del Movimento 5 Stelle e la nascita della Lega”. Un’intuizione fulminante, che non era venuta a nessuno e la cui profondità poteva essere colta solo da un docente di Storia contemporanea, che peraltro non ha mai scritto un libro di storia, né contemporanea né del Pleistocene, essendo pensosamente impegnato, con altri liberali della sua risma, a difendere tutte le illegalità di Berlusconi (non a caso insegna all’Università “Vita e salute” del San Raffaele , feudo del Cavaliere, o vi ha insegnato, non posso pedinare il Della Loggia fino a questo punto, ci pensi la Digos).
Naturalmente, nell’epistola di Monsignore, tutte le possibili analogie fra Lega e 5Stelle, fra Bossi e Grillo, sono volte al negativo. La loro protesta è “confusa, umorale, spesso violenta”. Per la verità nell’ormai trentennale storia della Lega non si registra un solo atto di violenza. Tanto che Repubblica, non sapendo a che altro appigliarsi, quando un cane, presunto leghista, abbaiò alla consigliera Repubblicana di Palazzo Marino Rosellina Archinto, titolò in prima pagina, di testa, a otto colonne: “Aggressione fascista della Lega a Milano”. Se poi Monsignore si riferisce alla violenza verbale, mi sembra che l’affermazione di Berlusconi, fatta nella sua veste di premier, “la magistratura è il cancro della democrazia, sia un po’ più eversiva di qualsiasi “vaffa”, per quanto estremo, di Grillo. Ma, all’epoca, dal professore liberale non si levò un vagito o, almeno, un belato.
Scrive Monsignore a proposito dei due movimentisti: “Nell’interpretare questa protesta li unisce ancora un elemento comune. Entrambi le danno uno sfondo utopico: Bossi il separatismo, Grillo il miraggio della Rete e della democrazia diretta”. L’idea di fondo della prima Lega era quella identitaria, e non morirà col movimento di Bossi, sarà anzi il tema centrale degli anni a venire perché l’utopia voltairiana dell’uomo “cittadino del mondo” è fallita, soprattutto in epoca di globalizzazione, le persone hanno bisogno, come scriveva Bocca, “di riscoprire le proprie radici e di avere punti di riferimento vicini e comprensibili”. Sullo sfondo del pensiero di Grillo non c’è solo la protesta ma, come per la Lega, il bisogno di ritornare a una società più semplice Grillo usa il web per distruggere il mondo che ha prodotto il web. Nella sostanza è un tradizionalista. Ma non pretendiamo che il Professore legga i documenti di 5Stelle.
I fautori del “nuovo”, scrive il Professore, sono intellettualmente elementari, ingenuamente protestatari, antropologicamente plebei o piccolo borghesi... brillano quasi tutti per pochezza concettuale”. E qui arriva la polpa dell’omelia di Monsignore. “Da questo ‘nuovo’ le élite socio-culturali della Penisola sono ogni volta assenti”. Verrebbe da chiedersi se élite socio-culturali esistono ancora in Italia.
Ma della Loggia così prosegue: “Sono assenti anche perché le élite italiane, pur se critiche, criticissime, delle condizioni del Paese e della qualità della sua classe politica accreditata – come da esse si ascolta sempre quando si sentono libere di esprimersi (cioè di nascosto, ndr) – tuttavia preferiscono l’immobilità. Hanno ereditato una sorta di timore atavico a schierarsi davvero all’opposizione del ‘sistema’... hanno sempre timore di ‘esporsi’, di mettersi in gioco senza paracadute, senza avere qualche forma di garanzia”. Un perfetto autoritratto.