Rosaria Talarico, La Stampa 18/6/2013, 18 giugno 2013
SE LA CRIMINALITÀ COLPISCE L’AMBIENTE
Ieri è stato presentato «Ecomafia 2013», il rapporto annuale di Legambiente sulla criminalità organizzata e i reati ambientali. Quali sono i fenomeni più preoccupanti rispetto al passato?
Sono quadruplicati (da sei a 25, undici dei quali calabresi) i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, è salito il numero degli gli incendi boschivi (+4,6%, dopo il picco record del +62,5% del 2011), è cresciuta la piaga della corruzione con il raddoppio delle denunce e degli arresti. Inoltre è aumentato il numero dei clan coinvolti (da 296 a 302).
Quali sono le regioni italiane più colpite?
Il 45,7% degli illeciti ambientali è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia), seguite dal Lazio. Ma è la Campania a guidare anche quest’anno la classifica dell’illegalità ambientale nel nostro Paese: 4.777 le infrazioni accertate (il 14% di tutte quelle commesse a livello nazionale, in calo del 10,3% rispetto all’anno precedente), 3.394 persone denunciate e 34 gli arresti eseguiti. E il dato vale sia per il ciclo illegale del cemento sia per quello dei rifiuti. Sul podio figurano anche la Sicilia (4.021 reati) e la Calabria (3.455), che si scambiano i posti rispetto al 2011, mentre Puglia (3.331) e Lazio (2.800) confermano rispettivamente la quarta e quinta posizione e la Toscana (2.524, il 15,4% in più) sale in sesta.
Nel complesso quali sono i numeri che descrivono il fenomeno mafioso?
Sedici miliardi e 700 milioni di euro di fatturato, 34.120 reati accertati, 28.132 persone denunciate, 161 arresti e 8.286 sequestri.
Qual è la situazione della corruzione ambientale?
Dal primo gennaio 2010 al 10 maggio 2013 sono state 135 le inchieste relative alla corruzione ambientale, in cui le tangenti, incassate da amministratori, esponenti politici e funzionari pubblici, sono servite a «fluidificare» appalti e concessioni edilizie, varianti urbanistiche e discariche di rifiuti. La Calabria è, per numero di arresti eseguiti (280), la prima regione d’Italia, ma a guidare la classifica come numero d’inchieste è la Lombardia (20) e al quinto posto della classifica, dopo Campania, Calabria e Sicilia, figura la Toscana.
Un altro settore in cui la presenza di attività criminali è elevata è quello dell’edilizia...
L’incidenza dell’edilizia illegale nel mercato delle costruzioni è passata dal 9% del 2006 al 16,9% stimato per il 2013. Mentre le nuove costruzioni legali sono crollate da 305 mila a 122 mila, quelle abusive hanno subito solo una leggerissima flessione, dalle 30 mila del 2006 alle 26 mila dell’ultimo anno. «A fare la differenza - spiega Legambiente - sono i costi di mercato: a fronte di un valore medio del costo di costruzione di un alloggio con le carte in regola pari a 155 mila euro, quello illegale si realizza con un terzo, 66 mila euro».
Ma l’abusivismo non è contrastato da apposite leggi?
Sì, e il mercato delle costruzioni illegali crollerebbe se il rischio della demolizione fosse concreto. Invece è un’eventualità remota: tra il 2000 e il 2011 su 46.760 ordinanze di demolizione emesse dai tribunali, soltanto il 10,6% ha avuto un seguito.
Anche i materiali usati per le costruzioni sono di provenienza illegale?
Assolutamente sì. L’ufficio centrale antifrode dell’Agenzia delle dogane segnala che i quantitativi di materiali sequestrati nei nostri porti nel corso del 2012 sono raddoppiati rispetto al 2011, passando da 7 mila a circa 14 mila tonnellate grazie soprattutto ai cosiddetti cascami, cioè materiali che dovrebbero essere destinati ad alimentare l’economia legale del riciclo e che invece finiscono in Corea del Sud, Cina, Hong Kong, Indonesia. Questi flussi garantiscono «enormi guadagni ai trafficanti e un doppio danno per l’economia legale, perché si pagano contributi ecologici per attività di trattamento e di riciclo che non vengono effettuate e vengono penalizzate le imprese oneste, costrette a chiudere per la mancanza di materiali».
Il made in Italy è un altro bersaglio della criminalità, la contraffazione porta enormi guadagni. Esiste una stima?
Il valore dei beni finiti sotto sequestro nel 2012 è pari a oltre 78,4 milioni di euro. Se si aggiungono anche il valore delle strutture sequestrate, dei conti correnti e dei contributi illeciti percepiti, il valore supera i 672 milioni. Sempre lo scorso anno sono stati accertati lungo le filiere agroalimentari ben 4.173 reati penali, più di 11 al giorno, con 2.901 denunce e 42 arresti.
E per quanto riguarda il patrimonio culturale?
Nel corso del 2012 le forze dell’ordine hanno accertato 1.026 furti di opere d’arte, quasi tre al giorno, con 1.245 persone indagate e 48 arrestate; 17.338 gli oggetti trafugati e ben 93.253 i reperti recuperati, per un totale di oltre 267 milioni di euro di valore di beni culturali sequestrati.