Valentina Arcovio, La Stampa 18/6/2013, 18 giugno 2013
LO STRANO CASO DI LEANNE CHE ORA PARLA ALLA PARIGINA
La signora Leanne Rowe è nata e cresciuta in Tasmania. È un’australiana doc, fino a quando un incidente d’auto ha stravolto la sua identità linguistica. Dopo esser stata in coma per via di un forte trauma cranico, Rowe si è risvegliata con un chiaro accento francese. Attenzione: non dice «oui», al posto di «yes», ma l’inflessione è tipica di chi parla francese. Pur odiando il suo accento, la donna non può proprio controllarlo perché è affetta da una rara disfunzione neurologica conosciuta come «Sindrome da accento straniero» che le causa anche ansia e depressione. Di casi come questi ne sono stati recensiti solo 62 in tutto il mondo. Ma la sua particolarità è tale da poter rivaleggiare con i casi che il neurologo Oliver Sacks ha raccolto nel famoso saggio «L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello». Tuttavia, per quanta ilarità possa suscitare la storia della signora Rowe, la sua condizione è alquanto seria. Otto anni fa la donna australiana ha ripreso conoscenza in ospedale con fratture alla schiena e alla mascella. «Man mano che la mascella guariva, mi dicevano che biascicavo a causa dei forti antidolorifici» racconta. Quando ha ripreso a parlare, la voce era definitivamente cambiata e la pronuncia da allora è quello di un accento francese. Autista di autobus e militare della riserva, la signora Rowe si descrive ora come una reclusa. «Mi irrita molto perché sono australiana, non francese, anche se non ho nulla contro i francesi» confessa. La figlia Kate ha riferito che la sindrome ha avuto un profondo impatto e ora è lei a parlare per conto della madre in pubblico. Karen Croot dell’Università di Sydney, tra i pochi scienziati ad aver ricercato la materia, ha detto che la sindrome porta le persone appena svegliate dal coma a riabilitare le proprie funzioni linguistiche con un accento diverso. Le parti danneggiate del cervello sarebbero quelle che ospitano le funzioni linguistiche che determinano la lunghezza delle vocali o l’intensità del suono, i caratteri che determinano un accento. Si tratterebbe quindi solo di un’impressione nelle persone che ascoltano il paziente, il quale inoltre non si rende subito conto del cambio di accento finché non gli viene fatto notare. «Sindromi come questa - dice Antonio Federico, docente di Neurologia all’Università di Siene e membro del comitato scientifico dell’Osservatorio Malattie Rare - ci ricordano che il cervello è un organo ancora molto misterioso che cela al suo interno meccanismi tutti da decifrare». La Sindrome da accento straniero è infatti solo uno dei bizzarri malfunzionamenti del cervello. Condizioni simili, ce ne sono talmente tante che anche il più famoso diagnosta della tv, il dr House, impallidirebbe. Qualcuna di esse la possiamo ritrovare in alcuni degli episodi della nota serie tv, come la sindrome della mano aliena, in cui il paziente non riusciva a controllare i movimenti «dispettosi» della sua mano. Questa condizione, osservata in poco più di 30 persone in tutto il mondo, si sviluppa quando una parte del cervello, ad esempio quella destra, non riconosce più quella sinistra e viceversa, rendendo i due emisferi concorrenti. Di recente, invece, la rivista New Scientist ha documentato il caso di un uomo affetto dalla «Sindrome di Cotard», la «sindrome del morto che cammina», caratterizzata dalla convinzione illusoria di essere morti. Bizzarra, ma altrettanto pericolosa, la sindrome di Pica che si manifesta come l’irrefrenabile desiderio di mangiare oggetti non commestibili come ad esempio spazzatura, terra, metalli, ecc. «Sono condizioni molto studiate – conclude Federico – e la loro comprensione ci permetterà di capire meglio come funziona il cervello».