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 2013  giugno 18 Martedì calendario

LA SPAGNA HA LA PROROGA E ORA È PIÙ COMPETITIVA

Prima i dubbi sull’euro, per tanti anni presentato come uno scudo che ci ha protetto da chissà quali disastri. Poi la “provocazione” sull’Imu, presentata come una boutade preelettorale. Adesso, tanto per dar fastidio ad Enrico Letta, alla prima volta al G8, l’affondo sul tabù del 3 per cento, il più caro agli eurocrati Ma che va cercando Silvio Berlusconi? Forse, da buon Pierino, si sta divertendo a gridare che il “re è nudo”, facendo correre i brividi nella schiena dei cortigiani che si preoccupano soprattutto di non irritare frau Merkel. Soprattutto in questi giorni, quando la regina d’Europa si sta preparando ad accogliere Barack Obama per uno storico “comizio” a Berlino, alla porta di Brandeburgo.
Eppure, passo dopo passo, cresce la schiera di chi sospetta che ci sia un’alternativa al «rispetto degli impegni» che hanno fatto precipitare l’Italia, parola del ministro Fabrizio Saccomanni, in una crisi peggiore del ’29.
Limitiamoci alle dichiarazioni dell’ultimo mese. A proposito dell’euro, il neo presidente dell’Assolombarda, Gianfelice Rocca, ha avuto il coraggio di riconoscere che l’adozione della moneta unica, così come è avvenuta, sia stato «un atto temerario». Parole mica tanto diverse dal disagio di cui si è fatto interprete il Cavaliere. E che dire del fondo di Enrico Marro pubblicato dal Corriere della Sera di ieri? «Ogni anno lo Stato spende 350 miliardi al netto delle pensioni: possibile che non si riesca a trovare qualche miliardo per coprire Iva ed Imu?». Anche qui Berlusconi potrebbe rivendicare una sorta di copyright. Non lo farà, anche perché la sua sortita di ieri ricorda da vicino i suggerimenti di una coppia di economisti, Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, che di certo non partecipano al circolo dei suoi simpatizzanti. Sono loro che, il 17 maggio scorso, hanno chiesto al governo di chiedere alla Ue, al pari di quanto hanno fatto Francia, Olanda e Spagna, di sforare il tetto del 3 per cento nel rapporto deficit/pil. Un’operazione che, secondo i due economisti, doveva essere accompagnata da un vero e proprio piano di battaglia antirecessione. Ovvero: «Proporre all’Ue un piano di riduzione immediata delle imposte: l’Imu, ma soprattutto le imposte sul lavoro. Diciamo per un ammontare dell’ordine di 50 miliardi che abbasserebbe la pressione fiscale di circa tre punti, contribuendo alla ripresa. Contemporaneamente adottare un piano di riduzione graduale ma permanente delle spese: un punto di Pil di tagli all’anno per tre anni».
Il governo, si sa, ha preferito una strada diversa. E così, per rispettare (solo sulla carta, beninteso) il tetto, si vuol andare verso un aumento dell’Iva che, conti alla mano, non porterebbe un solo euro in più nelle casse dello Stato ma solo nuova angoscia per i contribuenti onesti e le fasce più deboli. La prova? L’aumento dell’aliquota dal 20 al 21% del settembre 2011 ha provocato la discesa netta del gettito di un miliardo nel 2011 e addirittura di 5 miliardi nel 2012. Cosa accadrebbe con un nuovo balzo delle aliquote? Un minor gettito e, in parallelo, un nuovo brusco calo della domanda interna. Con buona pace degli sforzi per migliorare il Clup, cioè il costo del lavoro per unità di prodotto, graduatoria in cui eravamo più bravi della Germania fino alla nascita dell’euro (oggi c’è un gap del 30 per cento).
Intanto la Spagna, che ha chiesto la proroga, sta recuperando posizioni sul fronte del Clup. Non solo. Madrid ha chiesto di poter risanare i conti delle banche ricorrendo al Meccanismo europeo di stabilità (Ems), il cosiddetto Fondo salva-banche concesso con “condizionalità”, ovvero sottoponendo le banche al controllo delle istituzioni europee. La scelta si è rivelata dolorosa per alcuni banchieri. Ma ha permesso di riaprire il rubinetto del credito alle imprese, come ha sottolineato un report di Société Générale della scorsa settimana. A questo punto, hanno detto gli analisti dell’istituto francese, meglio le banche spagnole di quelle italiane. Il commissario Ue Olli Rehn non la pensa così. Ma lui non rischia quattrini suoi.