Mario Platero, Il Sole 24 Ore 18/6/2013, 18 giugno 2013
SE LA CURA BERNANKE FUNZIONA
ENNISKILLEN. Dal nostro inviato
Crescita, crescita, crescita: ieri a Enniskillen dove si tiene il G-8 britannico Barack Obama ha battuto soprattutto su questo punto, con un messaggio: è imperativo che le grandi nazioni industrializzate, quelle europee in testa, recuperino collettivamente la leadership economica perduta. Se il messaggio politico è forte, l’attenzione dei mercati ieri era molto lontana dal G-8 e dall’Irlanda del Nord, tutta proiettata su Washington, su Ben Bernanke e sulla Federal Reserve che comincerà questa mattina i lavori del Federal Open Market Committee (Fmoc) il Comitato monetario della banca centrale americana.
I mercati sanno bene che a questi vertici si "impostano" soluzioni e idee. L’America e l’Europa hanno negoziato ad esempio alcuni aspetti per portare avanti l’obiettivo di un libero mercato transatlantico. Ma si tratta di obiettivi a lungo termine. Nel breve, mi dicono fonti vicine all’amministrazione qui in Irlanda del Nord, al seguito del presidente Obama, l’obiettivo principale della Casa Bianca è quello di organizzare una staffetta per il traino dell’economia globale, con una richiesta: l’Europa deve introdurre misure di stimolo per favorire crescita e occupazione: Paesi in surplus come la Germania devono stimolare i consumi; quelli in contrazione economica come l’Italia devono favorire riforme strutturali. Ms soprattutto, toccherà alla Bce introdurre manovre accomodanti iniettando ulteriore liquidità sul mercato. Ieri Obama ha potuto contare su tre sponde per dare forza e credibilità alla sua posizione. Il primo: il settore manifatturiero americano è in ripresa. Il secondo: il settore immobiliare e fuori dalle secche in cui si è trovato per molti anni dopo la crisi. Lo si sente nell’umore e lo si vede nei dati. Costruttori con cui abbiamo parlato nelle settimane passate ci hanno detto che i risultati sono eccellenti in termini di vendite di case; fornitori per il settore hanno visto aumenti del fatturato anche del 20-30% in un anno.
Ma la ragione dell’aumento è da ricercarsi nel terzo punto che userà Obama che riguarda proprio le riunioni del Comitato monetario della Fed. Un decina di giorni fa i mercati avevano dato una interpretazione delle dichiarazioni della Fed preoccupata: si riteneva che dietro le parole di Bernanke e dei suoi colleghi governatori in vari discorsi si volesse comunicare una manovra restrittiva sul quantative easing in tempi brevissimi.
Ora Bernanke cercherà di comunicare con maggiore chiarezza per evitare tensioni sui mercati, interpretazioni isteriche e dunque volatilità. Bernanke chiarirà (ripetendo in realtà quel che ha detto in passato) che "tapering" moderare il Qe non significa necessariamente "hiking" aumentare i tassi. Non solo, la Fed non procederà subito con la riduzione degli acquisti di bond sul mercato, ma in autunno e forse persino all’inizio dell’anno prossimo. Gli analisti che prevedevano una reazione negativa del mercato all’avvio della exit strategy segnalano che anche quando la manovra fosse eliminata gradualmente nel corso del 2014, per la fine dell’anno i tassi saranno in aumento al massimo allo 0,25% contro lo 0% attuale con un impatto nullo su un’economia reale che avrà raggiunto per allora un tasso di disoccupazione del 6,5%.
Ma è chiaro, dirà Obama, che gli Usa, fra i tagli automatici alla spesa e una exit strategy in arrivo ridurranno l’espansione fiscale e monetaria. I risultati, dicono alla Casa Bianca, li abbiamo avuti.