Gianfranco Ferroni, ItaliaOggi 18/6/2013, 18 giugno 2013
GIANNINO RIACCOLTO DA VIRMAN CUSENZA
La «pennitenza» è stata breve: Oscar Giannino ieri è tornato a scrivere sul quotidiano romano Il Messaggero. Per uno come lui, commentare è come respirare, e privo della penna è un uomo morto: per questo non ha esitato a battersi il petto davanti al direttore del giornale di via del Tritone, Virman Cusenza, senza più coprirsi con virtuali diplomi di laurea né cantando, pur di poter rivedere la sua firma sulle colonne dello storico quotidiano romano.
Esemplare, per modestia, il testo firmato da Oscar: «Caro direttore, qualche tempo fa ho rumorosamente scoperto di non avere qualche titolo e qualche zecchino (d’oro) che, colpevolmente, non ricordavo di non avere. Gli errori si pagano, è giusto. Ma a te solo e ai tuoi lettori spetta giudicare se quanto scrivo da un po’ di anni sia utile e apprezzato». Da par suo, il direttore Cusenza ha risposto con parole degne di un principe di santa romana chiesa, che deve essere austero e benevolo, severo ma capace di compiere quegli slanci generosi che servono a confermare la sua autorevolezza: «Caro Oscar, l’hai combinata grossa. Ma la bontà delle cose che hai scritto in passato è superiore al pur grave errore commesso. Bentornato». Senza nemmeno ordinare qualche Ave, Pater e Gloria, Cusenza ha dato laicamente il via libera a un commentatore gradito ai lettori, il quale per l’ennesima volta ha confermato la sua capacità firmando un’analisi interessante intitolata «Gli alti costi dello Stato vera spesa da tagliare».
Ma Giannino era già tornato. Per esempio nel salotto di Rai1 di Bruno Vespa, a Porta a porta, e su ilSussidiario.net, con riflessioni sempre accurate e precise. Anche perché, nel frattempo, nelle casse di Giannino non sono più arrivati tanti zecchini d’oro, come ai vecchi tempi. Può stare tranquillo, gli verranno perdonati tanti altri peccati: ma non un’altra candidatura.