Maria Silvia Sacchi, CorrierEconomia 17/06/2013, 17 giugno 2013
CANDY. LA FAMIGLIA FA ORDINE IN CASA. UNA NUOVA HOLDING PER I FUMAGALLI
Domani, martedì 18 giugno, azienda e sindacati si incontreranno al ministero dello Sviluppo economico. Obiettivo scongiurare gli esuberi già annunciati. E il documento presentato dal management qualche speranza la dà.
Ma mentre Candy tratta con il sindacato sull’assestamento dello stabilimento di Brugherio, alle porte di Milano, dopo aver delocalizzato gran parte delle produzioni in Cina, il gruppo riorganizza la propria struttura societaria. È delle scorse settimane, infatti, il varo di un riassetto che porterà Hoover Limited, la holding a cui fa capo Candy Hoover Group, fuori dal perimetro di Candy, anche se gli azionisti rimarranno gli stessi, come si vede nel grafico che raffigura la situazione post scissioni e neocostituzioni. Interpellato, il presidente Aldo Fumagalli non ha rilasciato commenti.
Riorganizzazione
I verbali delle assemblee straordinarie che hanno approvato la riorganizzazione spiegano che «le operazioni di scissione oggi sottoposte all’assemblea dei soci sono il risultato di un’attività di analisi svolta dagli amministratori della società in relazione a interventi di riorganizzazione del gruppo Candy e delle sue attività all’estero». I risultati di tali analisi «hanno evidenziato l’opportunità di collocare all’esterno del perimetro del gruppo Candy la società Hoover Limited e le sue controllate attraverso una serie di scissioni infragruppo finalizzate alla costituzione di una nuova holding (con azionariato identico a quello di Candy spa) cui sarà assegnata la totalità del capitale sociale di Hoover Limited».
In sostanza, l’operazione avviata ha l’effetto di collocare Hoover e società controllate all’esterno di Candy «ma permettendo allo stesso tempo a Hoover Limited di rimanere una società riconducibile, se pur in via indiretta, agli attuali azionisti di Candy».
Il percorso
Come mai questa scelta? È forse il primo passo di un disimpegno? Come detto, la società non ha dato risposta. I verbali dell’assemblea dicono che «alle conseguenze contabili, finanziarie e patrimoniali del gruppo rinvenienti dall’operazione si affiancherebbe una valenza commerciale da tempo discussa e analizzata dal consiglio di amministrazione di Candy spa, derivante da una netta autonomia di Hoover Limited dalle logiche di gruppo nello svolgimento della propria attività di impresa». Questa separazione commerciale e industriale «poggerebbe su un’autonoma capacità decisionale nell’adottare strategie di mercato e commerciali indipendenti da quelle delle altre aree geografiche in cui il gruppo Candy opera, favorendo quindi una migliore capacità di posizionamento commerciale della Hoover Limited e delle sue controllate sul mercato inglese».
Hoover era stata acquistata da Candy nel 1995 per 280 miliardi di, allora, lire (circa 140 milioni di euro). A vendere, l’americana Maytag. Nel 2008 con una serie di operazioni societarie era nato Candy Hoover Group.
Occupazione
Domani, invece, l’incontro al ministero. In discussione il destino dello stabilimento di Brugherio (Monza), per il quale inizialmente si erano ipotizzati 160 esuberi su 675 dipendenti, a seguito dell’investimento di Candy nel Guangdong. E il mantenimento degli accordi già presi riguardo lo stabilimento di Santa Maria Hoè (Lecco) che dovrebbe chiudere quest’anno con il passaggio di una sessantina di lavoratori a Brugherio. «Rispetto alla precedente — dice Enrico Civillini (Fim-Cisl) — l’ultima proposta è un passo avanti, l’azienda non ci dice più "abbandoniamo perché delocalizziamo" ma dice "troviamo una soluzione agli esuberi" in attesa che, tra due-tre anni, questa crisi sia passata e ci possa essere una situazione occupazionale diversa. Certo è, vista anche la situazione di Indesit (venerdì 21 giugno si terrà a Roma il coordinamento Indesit Fim, Fiom e Uilm e di Fim, Fiom e Uilm nazionali, ndr), una trattativa che riguarda tutto il settore potrebbe avere risultati diversi».
Maria Silvia Sacchi