Danilo Mainardi, Corriere della Sera 16/06/2013, 16 giugno 2013
IL CLIMA MUTATO E LA VESPA ALIENA CHE UCCIDE LE API
L’aspettavamo dal 2011. L’avevamo previsto («Corriere» del 6 agosto di quell’anno) e non era una buona notizia. Ciò che si attendeva era l’arrivo di uno tra i più temibili killer di api, la Vespa velutina, che dalla Francia si stava spostando sempre più verso sud lasciando dietro di sé uno sterminio. Era arrivata per caso nel 2004, quando un importatore di bonsai di Tonneins (Lot-et-Garens) inconsapevolmente fece arrivare da Shanghai, insieme con una partita di vasi, anche alcune di queste vespe che stavano svernando. Hanno la dimensione di un calabrone e la loro dieta si compone per oltre l’80% di api mellifere. E le nostre domestiche sono per loro prede particolarmente facili da catturare, come sempre avviene quando una specie aliena penetra in una biodiversità che non la contempla. Queste vespe asiatiche intercettano le api mentre escono dall’alveare o le bloccano in volo. Trascinano le loro prede sul ramo d’un albero e qui le uccidono, le fanno a pezzi e poi si dedicano a divorarle, oppure portano bocconi alla loro progenie sempre affamata. Ora l’hanno intercettata a Loano (Savona), nella Riviera di Ponente. C’è chi ritiene che il clima ormai non così diverso da quello asiatico ne favorisca l’espansione verso Sud. Sta di fatto che c’è grande allarme tra gli apicoltori e non solo. Le api sono insetti impollinatori, ed è noto come il loro ruolo sia centrale per l’equilibrio dei sistemi naturali. È parimenti noto che la presenza di specie aliene scardina ogni meccanismo ecologico e ogni strategia biologica che garantiscono la coesistenza fra le specie. I ricercatori, d’altronde, hanno da tempo evidenziato quanto siano complessi e raffinati gli adattamenti che coinvolgono la biodiversità animale e vegetale. Ora verranno messe in atto attività di monitoraggio senz’altro fondamentali per tentare almeno di arginare il fenomeno. Sarà pure fondamentale conoscere esigenze ecologiche, comportamento e biologia della specie per rendere efficace ogni misura di controllo.
Danilo Mainardi