Goffredo Buccini, Corriere della Sera 16/06/2013, 16 giugno 2013
L’INCHIESTA SULLE ESCORT FA TREMARE FIRENZE. RENZI: «NOI PARTE LESA» —
Circolo del tennis tra le querce, palla lunga, sbuffo di compassione per il cronista: «È inutile che ci giriate attorno». Corsetta sottorete, pausa, sorso di Gatorade: «Questo non è il bunga bunga di Renzi».
Già, è inutile girarci attorno, come dice piatto l’attempato notabile fiorentino dotato di sintesi tacitiana. Il punto è quello, se da un mese i cronisti volteggiano sopra Palazzo Vecchio e scartabellano le quattromila pagine di un’inchiesta sulle escort che pare ricalcare copioni già visti ad altre latitudini, già noti, già triti: a cominciare da quella battutaccia tra due clienti delle ragazze, «quando ci si vede si fa a scambio di figurine» che tanto ricorda il berlusconiano motto sulla «patonza» che «deve girare», adagiato nella palude di Gianpi Tarantini («due le porto anch’io, ce le prestiamo»).
E il punto non è, ovviamente, accertare il grado di responsabilità di due gestori d’albergo, gli inverecondi fratelli Taddei, che avrebbero spalancato le porte dell’hotel Mediterraneo e del Villa Fiesole a 140 ragazze dell’est e a un paio di centinaia di massaie e studentesse nostrane coi loro clienti della Firenze bene (Simone Taddei, intercettato: «C’ho la nausea delle puttane, ce ne ho talmente tante in albergo...»). E nemmeno è, il punto, mettere a fuoco il ritratto del Tarantini fiorentino, il pittoresco «Franchino» Bellini, famosissimo rivenditore di Rolex, lungo capello bianco e aria sempre disfatta nel suo bugigattolo da orologiaio a tempo perso: capace di ingaggiare Adriana la rumena, «la Regina» che i clienti avevano fatto tornare al lavoro con una colletta, e di invogliare la barista della porta accanto («cenettina lì all’aperto ma se per dirti capita di tromb...»).
Il punto è capire se l’ennesimo fango sollevato da una piccola Italia sempre in vendita, affollata di fidanzati magnaccia («alza un po’ il tiro, cara, fatti valere») e studentesse marchettare per una vacanza, possa lambire il palazzo abitato dal promesso sposo della politica nazionale. «Palazzo Vecchio da gossip, sesso in ufficio» ha titolato ieri con un bel carico di ambiguità il giornale storico della città, La Nazione, quando s’è scoperto che un funzionario comunale era nelle carte dell’indagine per una seduta di sesso rovente pare proprio con la bella Adriana (pare peraltro nella sala conferenze di una sede distaccata).
«Non voglio commentare, in Procura c’è gente seria, nulla ci è stato comunicato», ci dice Matteo Renzi verso sera: «Allo stato sembra che siamo parte lesa, perché è saltata fuori una storia laterale e antipatica, cioè che gli alberghi non avrebbero pagato al Comune la tassa di soggiorno. Il resto lo vedremo». Dicono che quando un mese fa è cominciato il toto-nomi (sempre c’è un toto-nomi in quest’Italia amorale e bacchettona assieme) tra i bar di piazza della Signoria e i salotti della nobiltà fiorentina, lui abbia torchiato lo staff: «Ragazzi, avete tutti la coscienza tranquilla?». Dicono anche che sia talmente prudente e accorto su certe faccende da non restare mai da solo in una stanza con una donna che non sia sua moglie, «e nemmeno si fa vedere a giro». Ossessionato dal parallelo che i suoi nemici ripropongono di continuo, l’idea di trovarsi di nuovo addosso l’etichetta di «Berlusconi di sinistra», magari per lo scivolone di qualcuno dei suoi come un Frisullo qualsiasi, deve essere bastata a mandargli un po’ di traverso il sabato a Santa Croce, con la città stipata di turisti che ha celebrato il suo calcio storico.
Il giochino del «chi c’è nella lista?» ha tirato dentro a torto vari politici, a ragione il presidente di una squadra di calcio non toscana, e poi avvocati, medici, direttori di palestre vip, alti ufficiali, un giornalista noto in città. Tre anni fa una moglie sospettosa si rivolse alla polizia postale. Clic dopo clic, s’è scoperto un sito che proponeva album di belle figliole e numeri di sms per stabilire il contatto con loro. Nel messaggino di ritorno, il cliente scopriva l’albergo e il numero di stanza dove incontrare la ragazza. Il sito, che non è basato in Italia, è tuttora attivo e, mentre stiamo scrivendo, segnala che 89 ragazze sono contattabili a Firenze evidenziando la «new entry Mascia, 24 anni»... È come provare a fermare uno tsunami con un dito.
Sul Lungarno, il Grand Hotel Mediterraneo è invaso di giapponesi vocianti e americani accaldati. È una delle sedi storiche dei convegni Pdl e anche questo dettaglio ha fatto imbizzarrire i pettegolezzi cittadini. Inutile chiedere del «signor Taddei» alla reception. «È a riposo... e lasciamocelo, a riposo», sorride Laura, senza imbarazzi: «Ha due mesi di interdizione. Qui, del resto, con il casino che può vedere lei stesso, non ci bada nessuno a questa storia».
Ma non siamo tutti americani e giapponesi. Così sono arrivate di sicuro al momento meno propizio le dimissioni di Massimo Mattei, assessore pd alla Mobilità nella giunta Renzi. «Caro Matteo, me ne vado per motivi di salute», ha scritto l’altro giorno l’assessore — una moglie e una figlioletta piccola — prima di farsi ricoverare in ospedale. Non si tratta di una malattia diplomatica, diciamolo subito. E Renzi cambia tono, diventa aggressivo, quando la conversazione approda qui: «Non voglio metterla in difficoltà, ma mi sembra perlomeno avventuroso collegare le dimissioni dell’assessore a una storia di escort». Certo, il funzionario finito sui giornali apparteneva al suo ufficio, e magari questo ha pesato. Magari non solo questo, ma rovistare nel passato di un papà non sempre ha senso. Franchino Bellini lo chiamavano simpaticamente «il capo-puttaniere»: aveva un’agendina fitta di nomi. Nel sabato rovente tiene giù la sua saracinesca da orologiaio, chiusa come gli omissis che ancora popolano le intercettazioni.
Goffredo Buccini
LA BOCCASSINI PUNTA ALLA PROCURA DI FIRENZE (DAGOSPIA)
A ottobre Giuseppe Quattrocchi lascerà per raggiunti limiti di età l’incarico di procuratore di Firenze e la Boccassini presenta la domanda - Verdini trema, i clienti delle escort pure - In corsa anche il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro. Giuseppe Quattrocchi, attuale procuratore di Firenze, lascerà il suo incarico ad ottobre, per limiti raggiunti di età. E fra i nomi in corsa per sostituirlo c’è anche quello del procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini. Ha presentato domanda per il posto di procuratore di Firenze, come anche il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro.
Il trasferimento nel capoluogo toscano è molto ambito. Sono in corso infatti importanti inchieste. Dall’ultima resa nota alle cronache sul giro di escort in due alberghi della città a quella sul nodo fiorentino dell’alta velocità.
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E ancora l’inchiesta che coinvolge i parlamentari Pdl Denis Verdini e Massimo Parisi relativa ai presunti finanziamenti indebiti che sarebbero stati percepiti dalla Società editrice del Giornale della Toscana. E proprio a Firenze si continua a indagare sulle stragi di mafia del 1993.
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Ilda Boccassini entra in magistratura a trent’anni, nel 1979. Nel 2008 Boccassini ha rifiutato la nomina a procuratore generale di Verona e in quello stesso anno presentò domanda sempre per la procura fiorentina, incarico che però non le venne affidato.
DAGOSPIA 15/6/2013 (DA REPUBBLICA, ARTICOLO DI MASSIMO VANNI)
Pamela, Marisa e Jennifer fanno tremare i palazzi del potere. Dopo aver fatto i conti per anni con i misteriosi delitti del "mostro" e dopo aver disquisito sui gusti sessuali dei fiorentini che la notte cercano trans nel parco delle Cascine, ora Firenze si trova alle prese con uno scandalo sessuale diventato in pochi giorni l’oggetto del gossip generale. Non sembrano emergere, per ora, risvolti violenti. Lo scandalo però ha come ingredienti il più grande albergo della città, le perversioni sessuali e molti nomi più o meno noti. E, tra un cappuccino e un cornetto, ogni mattina si ascoltano nei bar della città commenti e racconti
boccaceschi.
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Con immancabili risolini, ci si chiede chi sia quel gioielliere o quel bancario, visto che sulle intercettazioni fin qui trapelate i nomi sono stati cancellati. Due albergatori e un orefice hanno favorito per anni, secondo le accuse, un impressionante giro di escort italiane e straniere, ricavandone soddisfazione personale in orge e festini oltre che notevoli profitti.
Un giro che vede coinvolti imprenditori, artigiani, professionisti, un noto procuratore sportivo, il direttore di una nota palestra cittadina, perfino qualche politico e qualche giornalista. E che comprende decine di studentesse e casalinghe italianissime come Pamela e Marisa e decine di straniere come Jennifer (i nomi sono di fantasia).
Secondo le accuse, l’Hotel Mediterraneo, 4 stelle sul Lungarno, era divenuto il terminale locale del sito escortforum, «vetrina virtuale di offerte sessuali operativa su tutto il territorio nazionale e non solo».
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La polizia postale ha contato in soli 23 giorni, fra il dicembre 2011 e il marzo 2012, 142 escort, da 3-4 fino a 10 al giorno, che ricevevano i clienti al Mediterraneo: il tutto sotto lo sguardo soddisfatto dei due gestori, i fratelli Marco e Simone Taddei, che si dedicavano per lo più al golf e alla caccia, ma erano ben contenti per i benefici effetti del giro di escort sui bilanci dell’hotel e spesso rivendicavano una sorta di diritto di prelazione sui nuovi arrivi. Ora sono interdetti dall’attività alberghiera, costretti dai soci di maggioranza a dimettersi, e indagati con altre 12 persone dal pm Giuseppe Bianco per favoreggiamento della prostituzione.
Uno di loro, in una memorabile conversazione con un compagno di bagordi, commenta: «Quando ci si vede si fa a scambio di figurine». Instancabile nel reclutare donne di ogni genere è stato per anni l’orologiaio-orefice, detto "capo puttaniere", specialista nel convincere studentesse in difficoltà economiche, infermiere, riluttanti bariste sposate e con figli a intraprendere la professione, salvo poi coprirle di disprezzo nelle conversazioni con i suoi sodali.
Di una che aveva osato avanzare una sommessa critica sulle loro inenarrabili volgarità, dice: «Oh, e poi sai che ti dico io? Se vogliono meno "sguaiato" vanno a lavorare, invece di anda’ a fa’ i... No? Vanno alla Coop, vanno a lavorare. Vanno a far fare le lezioni ai loro bambini invece di...». Salvo aggiungere: «E poi mi sono incazzato perché la venne senza reggicalze».
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Lo scandalo è lievitato piano piano ed è esploso quando sono stati depositati gli atti di indagine, che seppur pieni di omissis qualcosa rivelano. Come il grottesco tentativo di ingaggiare Nicole Minetti per un festino a Firenze e come il rapporto sessuale ad alta intensità fra un funzionario comunale, ex collaboratore dell’assessore alla mobilità Massimo Mattei, e una ricercatissima escort straniera.
Rapporto avvenuto in una sala conferenze del Comune e interrotto dall’arrivo di un’addetta alle pulizie. Due giorni fa, mentre la notizia delle escort negli uffici comunali già faceva il giro della città, l’assessore Mattei è stato ricoverato in ospedale per una malattia infiammatoria che richiede esami clinici e forse anche un intervento chirurgico.
Ragion per cui l’assessore ha scritto al sindaco Matteo Renzi le dimissioni per motivi di salute. Occuparsi di traffico a Firenze non è uno scherzo. Soprattutto adesso che incombono i lavori per i mondiali di ciclismo attesi a settembre. E i problemi di salute e le conseguenti dimissioni tolgono forse l’assessore anche dall’imbarazzo per la vicenda che coinvolge un suo ex collaboratore.
DAGOSPIA 18 GIUGNO (LAURA MONTANARI - FRANCA SELVATICI PER REPUBBLICA)
Non abitava in una casa qualsiasi, la escort più desiderata dell’inchiesta che fa tremare Firenze, la più contesa nelle conversazioni dei clienti che affollano le quattromila pagine di intercettazioni telefoniche. Adriana, 42 anni, romena, aveva un alloggio in un’area residenziale della città e per alcuni mesi non ha pagato nessun affitto. Niente lussi, un paio di stanze accanto a due garage in una palazzina della zona sud di Firenze.
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Un dettaglio che diventa una questione più rilevante perché l’alloggio era in gestione a una cooperativa sociale e la coop in passato era stata amministrata da Massimo Mattei, l’assessore dimissionario della giunta Renzi. Amico di vecchia data di Adriana (ancora ai tempi in cui sfilava nelle passerelle della moda), la scorsa settimana ha lasciato l’incarico per un problema di salute, tanto che tuttora è ricoverato in ospedale.
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La coincidenza dei tempi lo ha tolto dall’imbarazzo di una conversazione registrata dagli investigatori, in cui la donna raccontava con particolari piccanti di un incontro negli uffici comunali con un dipendente che è stato collaboratore proprio di Mattei. L’inchiesta, che vede oggi 14 persone indagate per favoreggiamento della prostituzione, con 142 escort segnalate in 23 giorni in un solo albergo, sta generando nuovi fascicoli, filoni di indagine su altri reati.
mattei massimomattei massimo
Dalle intercettazioni risulta che Adriana ha usato la casa che le era stata messa a disposizione dalla cooperativa per ricevere i clienti. Grande l’imbarazzo degli
amministratori della coop, che dicono di aver ignorato che Adriana fosse una escort e tanto più che ricevesse in quella abitazione in cui ha vissuto, a titolo gratuito, fra il 2011 e il 2012. La cooperativa sociale si chiama Il Borro, è specializzata in assistenza ad anziani e disabili.
Al vertice del cda fra il 2007 e il 2010 l’ormai ex assessore Massimo Mattei (Pd), che dal 2007 all’8 giugno 2012 è stato presidente del Consorzio di cooperative Il Borro, che opera in 18 residenze sociali assistite e residenze assistenziali fra Firenze e Prato, con una gestione diretta e indiretta di 800 posti letto. La cooperativa e il consorzio fanno parte dello stesso gruppo e hanno ambedue sede in via degli Alfani 44. Lo slogan del consorzio è «Amore per le persone».
«Non sapevamo assolutamente che Adriana ricevesse i clienti in quella casa», spiegano dalla cooperativa: «Le avevamo dato l’appartamento perché ci aveva detto che era in difficoltà, come avevamo fatto con altri prima di lei. Ci sembrava un bel gesto. E ora ci dispiace moltissimo che tutto questo danneggi coloro che lavorano onestamente per Il Borro».
MATTEO RENZIMATTEO RENZI
Nel 2000-2001 la cooperativa aveva preso in affitto alcune case per infermieri e assistenti che arrivavano da altre città o dall’estero. In quegli anni anche Adriana, così come sua sorella, ha lavorato per la coop. E - spiegano dal Borro - abitava nella casa di via Guerra. Poi è tornata in Romania. Quando, nel 2011, è ricomparsa a Firenze, ha detto di essere in difficoltà e ha chiesto se fosse ancora disponibile quella casa.
cupola santa maria del fiore duomo di firenzecupola santa maria del fiore duomo di firenze
All’epoca non c’era più penuria di personale locale, quindi l’abitazione era libera. E Adriana aveva lasciato un buon ricordo. Quindi Il Borro le ha dato la casa in comodato d’uso. A fine 2011, peraltro, la coop ha disdetto il contratto di affitto con il proprietario della abitazione e nel giugno 2012 gliel’ha restituita. Adriana era stata avvisata che avrebbe dovuto lasciarla. Però c’è ancora il suo nome sul campanello. Forse, ipotizzano alla coop, la casa le è stata ri-affittata. Loro non ne sanno più niente e sono soltanto molto preoccupati che questa storia danneggi il buon nome del Consorzio che dà lavoro a più di 450 persone.
L’assessore Mattei sapeva che Adriana abitava lì, nella casa messa a disposizione dal Borro. Ma ignorava la sua nuova professione. Anche se qualche intercettazione potrebbe far pensare il contrario, le indagini alla fine hanno escluso ogni consapevolezza da parte dell’assessore. Altrimenti sarebbe potuta scattare l’ipotesi di favoreggiamento della prostituzione, reato che invece non è stato mai contestato a Mattei.
ILARIA ULIVELLI SU LANAZIONE.IT
Firenze, 19 giugno 2013 - "Mia moglie e mio figlio non sanno nulla di tutta questa storia, ma io e il mio gruppo di amici non c’entriamo nel giro di escort degli hotel: ci divertivamo e basta". Si difende l’orefice Franco Bellini, uno dei 14 indagati nell’inchiesta a luci rosse che fa tremare la Firenze che conta. Si difende dalle accuse di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Lui, ritenuto dal pm Giuseppe Bianco il ‘reclutatore’ delle fanciulle da smistare ad amici e conoscenti, in confidenza con i fratelli proprietari degli alberghi, ai quali presenta l’ape regina, A., una vecchia amica del dimissionario assessore Massimo Mattei, la escort che fa perdere la testa anche a un funzionario di Palazzo Vecchio.
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Lei dice che il vostro giro di ‘amiche’ non è quello degli alberghi, ma alcune sue amiche poi negli alberghi hanno ‘lavorato’. Come nasce l’equivoco?
"Perché io con Marco (uno dei due fratelli proprietari dell’Hotel Mediterraneo e Villa Fiesole, ndr) ho parlato: a volte mi invitava a pranzo, io dicevo ‘no perché sono con una tizia’ e lui rispondeva:‘allora perché non la porti qui?’. Ma non c’entra niente con l’albergo, erano rapporti personali".
Lei non notava il viavai in albergo?
"Dicevo guarda lì (quando vedeva qualche bella ragazza in hotel, ndr), ma pensavo fosse di passaggio. Non sapevo che ce ne fosse nemmeno una di ragazze, figurarsi 140. Eppure non sono nemmeno un ingenuo. Lui andava a caccia in Argentina, poi a volte passava la serata con una e magari le diceva: vieni a Firenze, c’ho un albergo e ti do una camera lì, invece di 200 tu mi dai 100, nei momenti morti però, perché sono sempre pieni".
Qualche ragazza fissa in albergo a disposizione dei clienti c’era sempre.
"Ma sì, diamine. Loro sono andati anche in questura. Marco diceva: ora ce n’ho un po’ troppe, non so se ne aveva tre o quattro, in albergo, ma non le nostre amiche. Lui andò in questura a dire io ce l’ho tutte segnate: allora basta, gli risposero".
‘Segnate’?
"Sì, registrate come ospiti. Se va in albergo e ci sta quattro giorni, dà il documento e ci sta. Se poi fa salire qualcuno in camera che cosa gliene frega ai proprietari? Se è un alberghino piccino... Ma in un albergo così... Una sul suo sito aveva messo il recapito al Mediterraneo".
Invece le vostre amiche?
"Noi si faceva come fa tutto il mondo. Come si vede al cinema. Come se parli con una persona sincera ti dice: sì, dopo il calcetto ogni tanto capita".
Perché dopo il calcetto?
"Vedesse che lavoro. Qualcuno non sa nemmeno correre, è solo una corpertura serale se uno vuole andare a fare un po’ di casino".
Però lei conosceva l’ape regina.
"Certo che la conosco. L’ho portata io a pranzo con Marco, una volta. Il telefono a lei l’hanno chiesto i fratelli o uno dei fratelli. Se poi le hanno telefonato cosa me ne frega".
Qual è il vostro giro di amici? Chi sono? Quante festini avete fatto?
"Eravamo 7 amici, negozianti di qui. Gente pulitissima che ancora va sugli alberi a prendere le susine. Lo facevamo solo per divertimento. Poi mi dirà che andrò all’Inferno, di questo deciderà Cristo. Non avevo nulla da nascondere, altrimenti non ne parlavo al telefono".
Da quanto vanno avanti i festini?
"Non s’è fatto nulla di male, ci siamo divertiti e si spera di divertirci ancora. Era un anno che non si faceva più nulla, fra impegni di lavoro e tutto. Abbiamo seguitato a parlarne per telefonino e basta. In tre anni si saranno fatte otto o dieci cene".
di Ilaria Ulivelli