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 2013  giugno 17 Lunedì calendario

LOTITO, UNA CARRIERA IN TRINCEA

Scriveva Paulo Coelho che «tutte le battaglie nella vita servono per insegnarci qualcosa, anche quelle che perdiamo». Non sappiamo se Claudio Lotito sia un appassionato dello scrittore brasiliano. Ma è come se quelle parole fossero scritte sulla carta d’identità del presidente della Lazio. Lui che ha un bisogno quasi fisico di trovarsi un nemico, un avversario, una battaglia, una causa da minacciare, poi da vincere, e se anche la perdo c’è sempre quella dopo.
Con i giocatori Quella dopo l’ha lanciata alla Juventus per la Supercoppa: la partita posso giocarla pure sulla Luna, basta che nella mia tasca finiscano gli stessi soldi di Pechino. Altrimenti ti faccio causa. Chissà come finirà, di sicuro Lotito è un osso duro. In Italia sono pochi i presidenti disposti a trattare con lui sul mercato. Mauro Zarate, tanto per dire, per svincolarsi ha avviato un’azione legale per mobbing: si decide entro il 10 luglio. Ma l’elenco è lungo: uno dei primi a provarci fu Valon Behrami. Con Lotito fu battaglia dura, poi lo svizzero scappò al West Ham grazie all’articolo 17 della Fifa. E poi Pandev, Ledesma, Mutarelli, Manfredini, Stendardo, Bonetto, ma pure giocatori legati alla gestione precedente, Dino Baggio, Roberto Mancini, Negro, Pancaro. Non c’è stagione senza guerra, come non c’è conferenza stampa senza giornalisti a cui spiegare il verbo. È il Lotito style , piaccia o no. Per l’accordo collettivo ne fece una questione di vita o di morte. In Lega ha sempre fatto la voce grossa: ha affossato la candidatura di Abodi, spingendo alla rielezione l’amico Maurizio Beretta. De Laurentiis, due anni fa, ci litigò al punto di finirci alle mani per i diritti tv. Con il Coni e la vecchia gestione Petrucci ha bisticciato per due estati di fila, perché il canone e le condizioni d’affitto dell’Olimpico non erano quelli giusti. Anche lì, altro grande avversario. Altra battaglia. Ma la prima fu contro gli Irriducibili, al quale tolse i privilegi assicurati da Cragnotti. La causa, quella finita davvero nei tribunali, è ancora in corso: sentenza di primo grado attesa verso la fine del 2013. Quel giorno, forse, la guerra con la Juve per la Supercoppa sarà finita. E chissà quale altro avversario sarà spuntato nel frattempo.