Roberto Pellegrino, Libero 16/6/2013, 16 giugno 2013
LA SPAGNA PROVA A USCIRE DALLA CRISI CON IL TURISMO OMO
Alla ricerca di una qualsiasi soluzione per sopportare la tremenda crisi economica che la strangola e che l’ha riportata - per calo dei consumi e malessere al 1976 - la Spagna dei quasi 6 milioni di senza lavoro, si è accorta di avere in casa una risorsa preziosissima: il turismo gay, un fenomeno in costante ascesa che porta ogni anno nelle sanguinanti casse del commercio iberico, un giro d’affari di 3 miliardi e 200 milioni di euro.
Insomma, una piccola manovra finanziaria: «la Piel de Toro» è, infatti, secondo uno studio della Pew Research il Paese in cui l’omosessualità è meglio accettata e accolta al mondo. Questo grazie a leggi, ormai quasi decennali, firmate dall’esecutivo di Zapatero e mantenute, con qualche dubbio, dall’attuale premier conservatore Mariano Rajoy.
Secondo un sondaggio commissionato per El País, nella Spagna che fu di Isabella la Cattolica, non soltanto l’85% è favorevole al matrimonio gay, ma lo è anche alla parificazione dei diritti con le coppie etero, confermando numeri, spesso superiori, a Paesi storicamente più progressisti come Svezia, Danimarca e Norvegia.
Al di là di condividere per rispetto o di scontrarsi con la propria fede religiosa, il dato significa, soprattutto, appetitosi vantaggi economici perché il turismo dedicato ai viaggi della comunità Glbt (gay, lesbiche, bisex e transgender) è uno dei segmenti col maggiore potenziale di crescita da qui ai prossimi anni, capace di generare un indotto molto interessante in un periodo di austerity.
La Cámara de Comercio y Turismo Gay&Les de Andalucía (ne esiste una ad hoc) ha analizzato i dati turistici di quella che è la comunità autonoma più apprezzata dalle coppie gay come meta per lune di miele, weekend e vacanze, prendendo come riferimento la città di Siviglia: solo nel 2012, tra pacchetti vacanza, hotel e indotto, il turismo delle coppie gay ha prodotto ben 68,6 milioni di euro e per il 2013 è previsto un aumento del 12 per cento. Lo spiega a Libero Juan Pedro Tudela, autore dello studio: «Il turista omosessuale ha un alto potere d’acquisto, spende 125 euro al giorno, rispetto ai 75 degli etero. E i turisti gay stranieri arrivano a spendere 292 euro contro i 169, il 42% in più». Inoltre, gli omosessuali tendono a trascorrere ferie più lunghe, vanno in crociera e amano portare con sé i propri animali domestici (il 59% possiede un cane ed è disposto a pagare per far alloggiare i loro amici a quattro zampe). E per continuare a corteggiare il fenomeno, nel 2014, a Madrid ci sarà la prima fiera mondiale del turismo gay.