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 2013  giugno 11 Martedì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 83

(Stuart Isacoff, «Storia naturale del pianoforte»)–

(vedi anche biblioteca in scheda 2234662
e database libro in scheda 2237329)


Per sapere tutto del pianoforte

Gara

La gara musicale al pianoforte tra Muzio Clementi e Wolfgang Amadeus Mozart, a Vienna, nel dicembre 1781. I due, invitati a corte e messi alle strette senza preavviso, dovettero alternarsi nell’improvvisare delle variazioni su un tema dato. Clementi veniva da Londra, dove aveva acquistato notorietà come virtuoso dopo essere arrivato in Inghilterra dall’Italia ancora studente. La gara si concluse con un pareggio. Clementi visto da Mozart: buona mano destra ma «di gusto e di sentimento nemmeno un soldo», puro «mechanicus… un ciarlatano, come tutti gli italiani». Clementi su Mozart: «Mai prima d’allora avevo sentito suonare con tanto spirito e tanta grazia».

Bordelli

Il pianoforte nei bordelli, una consuetudine a partire dall’Ottocento. Il ricordo di Nietzsche colto dal panico in una casa di piacere, «circondato da una mezza dozzina di apparizioni in tulle e lustrini che mi guardavano speranzose. Per un attimo restai senza parole. Poi, istintivamente, mi avvicinai al piano, che mi parve l’unica cosa fra le presenti dotata di un’anima».

Indecente

Nel 1722 John Essex consigliò alle giovani mogli di praticare il clavicordo o la spinetta e di tenersi lontane da flauto, violino e oboe, generalmente disdicevoli. «L’oboe, in particolare, essendo spiccatamente virile e d’aspetto indecente in bocca di donna; laddove il flauto è inappropriato in quanto dissipa molta parte dei succhi che sarebbero altrimenti meglio destinati allo stimolo dell’appetito».

Pianto

«Al pianoforte una ragazza è costretta a stare eretta e a prestare attenzione ai dettagli», scrive il reverendo H. R. Haweis (1838-1901). E poi lo strumento si adatta bene all’umore incostante delle femmine: «Una buona sessione di pianoforte ha spesso preso il posto di un buon pianto».

Profilo

Jan Ladislev Dussek (1760-1812), il primo pianista che si sedette dando il profilo al pubblico.

Svenire

Il pianista che, nel racconto di Wanda Landowska, «pagava delle donne 20 franchi a concerto perché simulassero uno svenimento nel bel mezzo della sua esecuzione di una fantasia che attaccava con velocità tale da non potersi sostenere fino in fondo. Una volta, a Parigi, l’incaricata si addormentò...», il pianista allora decise di svenire personalmente. Agli occhi del pubblico, la sua statura risultò «ancora più eccezionale per via di questa natura delicata e sensibile».

Bestie

Schumann si ruppe un dito e lo curò con i «bagni animali», cioè l’immersione delle dita nelle interiora delle bestie macellate. Aveva 19 anni. A 23 diede i primi segni di disturbi mentali.

Furti

«Vorrei potergli rubare la maniera in cui esegue i miei Studi» (Chopin di Liszt).

Amori

Di Liszt: Marie d’Agoult, «una spolverata di neve sopra sei metri di lava»; contessa Marie von Mouchanoff, «pantheon nel quale giacciono sepolti tanti grandi uomini» (Heine); Carolyne zu Sayn-Wittgenstein, principessa che fumava il sigaro; contessa Olga Janina, che in un accesso di gelosia minacciò Liszt con un pugnale; Marie Pleyel, moglie del fabbricante di pianoforti.

Prodigi

Mendelssohn, che da bambino, precocissimo, stupì Goethe leggendo a prima vista al piano un autografo di Mozart, quindi uno di Beethoven praticamente illeggibile. Da ragazzo era in grado di suonare a memoria tutte le fughe di Bach e di ripetere la musica del Franco cacciatore di Weber tre giorni dopo averla ascoltata.

Tre

Leschetizky (1830-1915), riteneva che per un pianista virtuoso fosse indispensabile essere slavo, essere ebreo, essere stato un bambino prodigio.

Destino

«Una ragione per cui in America ho suonato male, è perché mi era possibile scegliere il pianoforte. Me ne facevano vedere dozzine e io restavo sempre convinto di aver scelto quello sbagliato. Bisognerebbe suonare sul primo pianoforte disponibile nella sala, come accettando un segno del destino» (Richter).

Immobili

Anton Rubinstein (1829-1894), figura goffa e sgraziata, «il suo capo chino e spettinato, la forma delle sue membra e della sua schiena avevano un che di bestiale» (Sacheverell Sitwell). Quando nel 1872 approdò a New York, duemila persone lo accolsero al porto. La tournée, sponsorizzata dal costruttore di pianoforti Steinway, comprese 215 concerti in 239 giorni. Compenso, inaudito per l’epoca, 200 dollari a serata. Quei proventi «gettarono le basi della mia fortuna economica».

Cinesi

Bambini cinesi che in questo momento stanno studiano pianoforte: 30 milioni.

Notizie tratte da: Stuart Isacoff, «Storia naturale del pianoforte», Edt, 22 euro.