Massimo Vincenzi, la Repubblica 25/3/2013, 25 marzo 2013
Tra il 1941 e il 1943 lo scrittore J. D. Salinger scrive nove lettere a Marjorie Sheard, una donna canadese allora ventiduenne (come lui), aspirante autrice, che lo contatta perché entusiasta dei suoi primi racconti pubblicati da Esquire e Collier’s
Tra il 1941 e il 1943 lo scrittore J. D. Salinger scrive nove lettere a Marjorie Sheard, una donna canadese allora ventiduenne (come lui), aspirante autrice, che lo contatta perché entusiasta dei suoi primi racconti pubblicati da Esquire e Collier’s. Lei si fa avanti timorosa e gli chiede consigli, lui invece gioca, scherza, flirta per poi scusarsi: «Ero in un pessimo stato d’animo», dopo averle chiesto la foto, che comunque lei gli manda. «Birbante, sei molto bella», le scrive subito. E la incoraggia ad andare avanti: «Hai talento». Le suggerisce anche a quali riviste può mandare i suo lavori e le dà consigli di lettura: Anna Karenina che «non è importante» come Guerra e Pace ma «è molto più furbo», i classici dell’Ottocento e anche Il grande Gatsby. Le racconta le sofferenze d’amore: «Avrei dovuto sposarmi durante una licenza militare, ma tutto è andato a monte. Lei voleva che lo facessimo a Hollywood nella casa del padre, ma io me ne sono andato con una macchina da scrivere». Forse alludendo al fidanzamento con Oona O’Neill, che Salinger aveva amato a lungo e per la quale soffre quando va in sposa a Chaplin. Le lettere sono state conservate da Marjorie Sheard, ora ultranovantenne, dentro una scatola di scarpe. Ma ora, con lei in una casa di riposo e le spese per le sue cure sempre più proibitive, la nipote Liza ha deciso di venderle: «Hanno un incredibile valore sentimentale. Non è mai diventata una scrittrice famosa e ha condotto una vita modesta».