varie, 29 aprile 2013
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IDEM Josefa Goch (Germania) 23 settembre 1964. Canoista. Ministro delle Pari opportunità, sport e politiche giovanili del governo Letta dal 28 aprile 2013
IDEM Josefa Goch (Germania) 23 settembre 1964. Canoista. Ministro delle Pari opportunità, sport e politiche giovanili del governo Letta dal 28 aprile 2013. È la prima volta che a un’olimpionica viene affidato un dicastero. Italiana dal 1992 grazie alle nozze col suo allenatore, Guglielmo Guerrini («Tutti sono capaci di nascere con una certa nazionalità, non ci vuole niente, invece scegliersela e più difficileı). [Maurizio Crosetti, Rep. 6/8/2004]. Ha partecipato a 8 olimpiadi. Medaglia d’oro del K1 500 alle Olimpiadi di Sydney (2000), argento a quelle di Atene (2004) e Pechino (2008, sconfitta per soli 4 millesimi dall’ucraina Inna Osypenko-Radomska), bronzo a quelle di Atlanta (1996). Da tedesca aveva vinto un bronzo nel K2 500 a quelle di Los Angeles (1984). Nel 2006 argento mondiale del K1 500 metri e bronzo europeo del K1 1000, nel 2008 bronzo europeo del K1 500. A Londra 2012, sua ottava ed ultima Olimpiade è arrivata quinta nella finale della gara K500. «Ricordo sempre una cosa che mi diceva un ragazzo che andava in canoa con me: se il sogno ce l’hai dentro, avrai anche la forza per realizzarlo. E così è stato anche per me». Per le la realtà conta più delle decisioni di partito: «In canoa se arrivo a una cascata scendo, non mi butto di sotto». [Alessandra Retico, 28/4/2013] • Carriera olimpica «Ha avuto un solo idolo: Wilma Rudolph che vinse a Roma, dopo che i medici le avevano detto che con la poliomielite non avrebbe mai corso veloce. Josefa che quando parla del suo primo bronzo a Los Angeles 1984 (era con la Germania) prima premette: “Oh ricordatevi, c’era il boicottaggio”. E che al primo tentativo di chiamarla dottoressa in giunta ha risposto: “Alt, non lo sono. Anzi a scuola sono stata una somara, mi hanno bocciato due volte”. Ha preso la maturità a 30 anni, pagaiando sui libri per sei mesi e tagliando felice il traguardo a cui gli altri arrivano dopo tre anni. Questo spiega il tipo: mai dirle che non c’è tempo, che non si può, che sarà faticoso. Per lei è un invito. Lei non misura i sogni, li lavora, li stende sul tavolo: come la pasta fatta in casa. E ci dà dentro: perché la vita la impasti tu, a forza di gomiti. Dispiace per Feuerbach: l’uomo non è ciò che mangia, ma quello che fa. Perfino suo marito, Guglielmo Guerrini, che è anche il suo coach, una mattina d’inverno alle sei per l’allenamento, in mezzo alla nebbia, mentre lei si spogliava nuda in macchina, le ha chiesto: “mi spieghi che piacere è il tuo?”. Se il mondo non ti capisce va bene. Ma se vengono dei dubbi a tuo marito vuol dire che forse stai esagerando. Ma lei nel suo italiano energico vi risponderà: “Con tutti gli alberi non si vede più bosco”. E cioè: a far due cose alla volta capita di perdere l’orientamento per la cosa principale. Ma figuriamoci se si perde lei, ex poliziotta, figlia di poliziotto. Una che se vede che gli altri sono bravi a fare una cosa, pensa subito di poterla fare anche lei» (Emanuela Audisio). • «Quando ero una bambina ero sempre stanca. Più allenamenti facevo e più faticavo. Sembra strano, eppure le energie sono aumentate quando ho avuto i miei due bambini. un meccanismo che ricorda le marce di un’auto. In prima, anche se uno va a tutto gas, difficilmente supera i 30 km/h. Si può arrivare fino a 60 km/h, certo, ma il motore si rovina. Cambiando marcia, invece, si può accelerare tranquillamente» (Josefa Idem). [Marco Sarti, Il Riformista 16/9/2009] • Il 9 agosto 2012 alle Olimpiadi di Londra, a quasi 48 anni, è arrivata quinta: «Sono andata oltre ogni limite personale. Mi sono lasciata trasportare dall’entusiasmo della folla». E poi ha concluso: «È la mia ultima gara, è stato bello sognare insieme» [Il resto del Carlino 10/8/2012]. • La Idem che fece scalpore dando della «patacca» a Beppe Grillo, che aveva definito le Olimpiadi «un trionfo dei nazionalismi». Carriera politica Dal 2001 al 2007 fu assessore allo sport del Comune di Ravenna con l’Ulivo. • Dal febbraio 2007 è membro della commissione scientifica per la vigilanza e il controllo sul doping nello sport al ministero della salute. • Nel 2012 si è candidata alla primarie Pd, ed è stata eletta nel 2013 alle politiche come capolista al Senato in Emilia Romagna. Qualche mese prima, dopo le Olimpiadi di Londra, aveva dichiarato: «Sono refrattaria alle poltrone. Mi sento più invogliata a scrivere. Ho almeno 50 spunti di interviste o di racconti con i personaggi dello sport, anche i perdenti, che ho incontrato, che mi passano per la mente» [Marco Ansaldo, Sta 28/4/2013]. Nel 2007 ha scritto Controcorrente un’autobiografia. • Alle presidenziali ha votato scheda bianca e non Marini: «Nessuno dei miei elettori sarebbe stato contento di ritrovarselo al Quirinale». [Alessandra Retico, Rep 28/4/2013] • La conferma di essere stata inserita nel governo l’ha avuta nella sua casa di Santerno (Ravenna): «Mi tremavano le mani. Non me lo aspettavo, sono onorata. Sento la responsabilità ma non la temo. Mi rimbocco le maniche al servizio del Paese». [Sta e Rep 28/4/2013] La famiglia Sposata con l’allenatore Guglielmo Guerrini, due figli, Janek (18 anni) e Jonas (10), «è la donna che ha tracciato la strada al plotone delle campionesse-madri, rivoluzionando l’abitudine italiana per cui dopo il parto si chiudeva con lo sport» (Marco Ansaldo). «Non ho mai detto però che è facile riuscirci perchè si affrontano i complessi di colpa. Si può fare se c’è un ambiente che ti assiste e hai al fianco un padre affettuoso e presente, capace di sopperire a quel po’ di maternità che gli impegni ti sottraggono. Bisogna avere aiuto, comprensione e un uomo che non invidia il successo, perché serve molta grandezza per accettare di sembrare meno importanti». Curiosità Ama ripetere «Lamentarsi non serve a niente». Ha collaborato con la Gazzetta dello Sport. Nel 2009 è stata testimonial per la Kinder in tv. Nel febbraio 2013 a Vanity Fair dichiarò si disse favole alle nozze gay: «Ovviamente. Ma tra gli sportivi è difficile trovare chi racconta pubblicamente la propria sessualità, per via degli sponsor. Ripeto, io sono favorevole ai matrimoni omosessuali. Ma, vede, io non chiederei mai a un mio collega di sacrificare le entrate della sua carriera da sportivo per fare questa lotta alla Don Chisciotte. Perché avere una sponsorizzazione significa un guadagno, e delle regole di immagine ben precise».