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 2013  aprile 20 Sabato calendario

LA SOBRIETÀ DEL QUIRINALE TEDESCO


A parlare di soldi si è subito accusati di populismo e qualunquismo. E, ora, di essere un grillino. Quanto costa il Quirinale? Il nuovo presidente della repubblica, chiunque sia, dovrebbe cominciare a tagliare le spese. Lo ha tentato Giorgio Napolitano, ma è riuscito a ridurre il bilancio di pochi spiccioli, e non per colpa sua. Il Quirinale è un enorme palazzo dai costi spropositati, a cominciare da quelli del giardiniere per finire al riscaldamento. Per risparmiare sul serio, il nuovo inquilino dovrebbe decidere di traslocare. Il palazzo potrebbe diventare un magnifico museo, anzi lo è già.
Costa di più di Buckingham Palace o dell’Eliseo (32 milioni), o della Casa Bianca, e tanto per cambiare molto più di Schloss Bellevue, la sede del presidente della repubblica tedesco. Joachim Gauck, il collega di Napolitano, pesa sulle finanze statali per appena 28 milioni di euro all’anno, quanto «consuma» il Quirinale in un mese, o poco meno.
La cifra ufficiale è di 235 milioni all’anno, il 60% in più rispetto a dieci anni fa. Napolitano è riuscito a risparmiare un milione contenendo l’aumento previsto del 3,5% al 3,23%. Si spende di più, ma un po’ meno del possibile. Ci si può accontentare? Secondo i maligni, la spesa complessiva sarebbe ancora più elevata. I dipendenti sono 2.181, di cui 1.095 addetti direttamente alla persona e all’ufficio del presidente. I collaboratori più stretti sono 108, a cui si aggiungono 1.086 militari, di cui 297 magnifici e statuari corazzieri. Tutti necessari?
Herr Gauck a Berlino se la cava con una trentina di collaboratori, eppure il suo ruolo è quasi identico a quello del presidente italiano. In carica per cinque anni, è il Notar der Nation, il notaio della nazione, con la responsabilità di controllare se le leggi sfornate dai deputati siano costituzionali o meno. Ha il compito di rappresentare il paese, un simbolo di unità nazionale, al di là dei partiti. E, come Napolitano, ogni tanto deve ricorrere a qualche monito. Tutto qui. Se lavora troppo vuol dire che qualcosa non funziona, «all’italiana».
Abita al Castello di Bellevue, costruzione neoclassica che fu del fratello di Federico II. In confronto al Quirinale, appena una palazzina con un piccolo parco, a due passi dalla Siegesaüle, la colonna della Vittoria. Gauck guadagna qualche spicciolo in meno di Napolitano, 213 mila euro all’anno, a cui si aggiungono circa 80 mila euro per le spese di rappresentanza. Ha a disposizione una limousine blindata, e 13 consiglieri, cinque per le questioni interne, cinque per i problemi generali, e tre per i problemi con l’estero, a cui si aggiungono i segretari personali e l’ufficio stampa. Non gli occorre una squadra pletorica. «I giornali li leggo da solo», ha detto Gauck, ex pastore evangelico. Sposato, non ha divorziato, e la First lady è la sua attuale compagna, una giornalista che, per correttezza, si è licenziata dal suo quotidiano.
Dopo lo scandalo di Christian Wulff, costretto l’anno scorso alle dimissioni per aver chiesto qualche favore di troppo, anche in Germania ci si è domandato se non valesse la pena di abolire semplicemente la figura di presidente della Repubblica, e non ricorrere invece ai servizi di un semplice notaio. Per rappresentare il paese, basta il Cancelliere. Il Bundespräsident ha diritto all’appannaggio, a un segretario e a un ufficio, anche quando va in pensione. E dato che di norma si viene eletti da quasi giovani si continua a pesare a lungo sul bilancio statale: al momento a riposo si trovano quattro ex presidenti, a cominciare da Walter Scheel, eletto nel lontano 1974. Per i ricchi tedeschi è un lusso eccessivo.