Guido Olimpio, Corriere della Sera 21/04/2013, 21 aprile 2013
COSI’ I DUE FRATELLI CECENI HANNO DECISO L’ATTENTATO —
Le domande, questa volta, le ha poste il presidente Obama: «Cosa ha spinto dei giovani cresciuti nel nostro Paese a usare tale violenza? Come hanno organizzato e attuato il piano?».
Chi deve rispondere non parte da zero. Ha tra le mani Dzhokhar, uno dei colpevoli della strage, cercherà di farlo parlare. In attesa, gli agenti possono riguardare nei loro archivi. L’Fbi ha confermato di aver interrogato, all’inizio del 2011, Tamerlan Tsarnaev dopo una nota arrivata da Mosca. I russi avevano segnalato che il ceceno «era un seguace dell’Islam radicale, da circa un anno prima aveva cambiato comportamenti e si preparava a partire per unirsi (nel Caucaso, ndr) a gruppi in clandestinità». Un’indicazione precisa, probabilmente raccolta da un informatore che bazzicava la moschea dove andava a pregare Tamerlan. L’Fbi procedeva ad un interrogatorio e comunicava in seguito di non aver riscontrato elementi sospetti. Un incontro confermato anche dal padre del ceceno, Anzor, e in modo indiretto dalla madre che ha aggiunto: «Per tre o cinque anni hanno ha saputo tutto di mio figlio. Siti internet visitati, contatti telefonici, amicizie». Come dire che era «pulito». Invece, non era così e ci si chiede se i federali abbiano commesso un errore di valutazione su un personaggio interessante.
Dalle testimonianze emerge in modo abbastanza chiaro che Tamerlan ad un certo punto della sua vita — attorno al 2008 — vira verso l’integralismo. Un movimento lento e progressivo. Ha guai familiari (denuncia per aggressione alla moglie), è costretto a lasciare il college per problemi di denaro, non riesce ad inserirsi nella società, la carriera di pugile si interrompe, il suo migliore amico è assassinato in modo brutale insieme ad altri due. In quell’epoca il cambiamento è anche nel look. Lui e la moglie indossano abiti tradizionali, si fa crescere la barba, inculca nella testa madre teorie cospirative sull’11 settembre, diventa uno stretto osservante. Comportamenti personali accompagnati da scelte politiche che lo collocano in quell’area grigia dove estremismo e terrore potenziale si confondono. Una talpa russa, un parente o qualcuno che lo conosce bene fa arrivare il suo nome fino a Mosca.
Il successivo salto avviene nel gennaio 2012. Tamerlan effettua il famoso viaggio in Daghestan e Cecenia, dove si trattiene per sei mesi. Quando torna negli Usa inizia a postare video jihadisti. Tanti gli scenari. Radicalizzato negli Usa cerca conferme e contatti con estremisti locali? Oppure: la visita aumenta fervore religioso e spinta politica. Senza escludere — è gia capitato con i pachistani — che trovi il modo di seguire un rapido corso d’addestramento. Il padre riduce tutto ad una riunione familiare mentre uno zio afferma che lo ha cacciato perché disgustato dalle posizioni oltranziste. Il dossier sui viaggi riguarda anche il fratello minore, Dzhokhar. E’ un cugino a rivelare che il ragazzo si è recato nel Caucaso la scorsa estate. Nulla di strano, in apparenza. Ma è chiaro che gli 007 ci stanno lavorando e la collaborazione dei russi sarà fondamentale, a patto che non sia inficiata dall’ostilità verso il separatismo ceceno. Se Mosca, un anno prima, aveva avvisato l’Fbi sulla pericolosità di Tamerlan è possibile che lo abbia tenuto d’occhio durante la visita.
Lo spezzone più importante dell’indagine è però a Boston. L’Fbi deve accertare: come i fratelli hanno imparato a costruire le bombe; l’esistenza di un eventuale ispiratore; e possibili legami internazionali. Le fonti ufficiali vanno spedite: al momento non sono emersi rapporti con Al Qaeda, «hanno agito da soli». Serviranno, però, analisi più approfondite, attraverso interrogatori e scrutando il traffico Internet, telefonico, e email. Altri sono stati incitati a compiere atti di terrorismo negli Usa via web. Poi c’è la questione del denaro. Tamerlan non aveva lavoro e campava con l’aiuto della moglie Elizabeth malgrado il rapporto fosse segnato da liti. Dzhokahr, invece, era uno studente e si arrangiava con piccoli lavoretti, compreso quello di bagnino. Allora come si sono finanziati?
Indiscrezioni — parzialmente smentite — apparse sul Daily Mail non escludono che Tamerlan fosse finito sotto l’osservazione del Joint Terrorism Task Force a Boston nel 2012. Un informatore ne aveva parlato come di una testa calda, vicino a quelle forme di estremismo che possono tramutarsi in qualcosa di più violento. Una pista che evidentemente non è stata battuta ma che oggi è di nuovo attuale.
Guido Olimpio