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 2013  aprile 20 Sabato calendario

LA GUERRA AI CINGHIALI DEL LEADER COLDIRETTI

«Devastano i campi seminati, i vigneti, gli alberi da frutto; si riproducono a ritmi spaventosi (6,7 cuccioli alla volta); sono ovunque, da Superga alle aree di montagna dove ormai sono a rischio le attività di pascolo. Nelle prossime settimane con le semini primaverili provocheranno nuovi danni. Risultato: salirà la tensione e, quel che è peggio, altri agricoltori soprattutto quelli che vivono in zone di collina e montagna saranno tentati di mollare con gravissime conseguenze economiche e per la salvaguardia del territorio». Allerta cinghiali.

Quando Roberto Moncalvo, 32 anni, il giovane imprenditore di Settimo Torinese eletto a dicembre presidente di Coldiretti Piemonte (con quasi 100 mila imprese è la più grande associazione del settore d’Italia e d’Europa) decise, dopo la laurea in ingegneria dell’autoveicolo al Politecnico di Torino, di puntare su un’agricoltura moderna e custode della biodiversità del territorio non immaginava di trovarsi ad affrontare una calamità dal sapore medioevale: l’invasione di branchi d’ungulati, daini, caprioli e, soprattutto, cinghiali. Moncalvo non è certo un agricoltore attento solo ai suoi guadagni e, tantomeno, nemico degli animali.

In pochi anni con sua sorella minore, Daniela, ha rivoluzionato «SettimoMiglio», l’azienda cerealicola della madre, oggi «fattoria didattica». Ha introdotto coltivazioni di ortaggi e fragole e servizi ai consumatori (dalla vendita diretta alla consegna sui luoghi di lavoro). Non solo. Nel 2011 ha fondato «Agricoltori Consapevoli», una piccola coop per inserire lavoratori in situazioni di disagio. «Siamo partiti con un giovane somalo rifugiato politico che era ospitato dalla Croce Rossa di Settimo. Ora con noi lavorano anche 2 ragazzi disabili. Sono bravissimi!». Insomma, il presidente avrebbe tanti progetti per rilanciare un settore, a lungo trascurato, strategico per il nostro Paese. Ma Moncalvo - come tanti suoi colleghi; in particolare quelli della Liguria, Emilia, Toscana e Marche - davanti all’esasperazione degli agricoltori che vedono il loro lavoro, anno dopo anno, distrutto da orde di cinghiali ha deciso di scendere in campo. Primo passo: opporsi al disegno di legge sulla caccia in discussione in questi giorni in Regione Piemonte. «Non risolve né i problemi degli agricoltori né quelli della tutela ambientale. Un conto è la caccia, altro sono gli animali selvatici. La proliferazione senza controllo dei cinghiali ha rotto l’equilibrio naturale. Sbaglia chi continua a pensare che sia solo un problema nostro o una questione tra noi e i cacciatori. Il problema è sociale», attacca Moncalvo.

Ricorda i tanti incidenti stradali (per alcune ore a fine marzo è stata chiusa l’autostrada A21 TorinoPiacenza), i pericoli di epidemie e gli elevati costi per tutta la comunità. Chi subisce danni, infatti, attraverso perizie e lente, complesse procedure burocratiche nel maremagno delle istituzioni e degli enti competenti (Regioni, province e Atc, Ambiti territoriali di caccia etc.) può ottenere un pur parziale indennizzo. Coldiretti Piemonte ha calcolato che, dal 1996 al 2011, per danni agricoli sono stati spesi 33.453.000 milioni di euro. Piemonte, Italia. L’abbandono dei territori interni, la scarsa pianificazione della fauna, l’importazione di cinghiali dall’Est Europa per un mercato senza controlli e il fallimento dei piani di selezione predisposti dalle province sarebbero le concause di questa invasione (dalle Alpi al Lazio alla Sardegna si parla di almeno 600 mila capi).

«Sono un vero flagello!», concorda Marco Magnifico, vicepresidente del Fai: «Nelle nostre aree naturali protette - soprattutto in Liguria, da San Fruttuoso a Punta Mesco - noi ripuliamo i terreni poi arrivano i cinghiali e distruggono tutto». Alleati degli invasori - animali tutt’altro che stupidi - 12 diverse leggi regionali, cento cavilli burocratici (per organizzare le battute con cacciatori autorizzati occorrono giorni), lobby e interessi poco chiari. «No alla caccia indiscriminata ma azioni efficaci di controllo», chiede Moncalvo. Riuscirà il giovane piemontese a vincere la battaglia?