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 2013  aprile 20 Sabato calendario

I «PICCOLI» MOTORI DI RICERCA SUL RING PER SFIDARE IL GIGANTE

Come un elefante infilato in una stanzetta. Nel mondo della «search», ovvero dei motori di ricerca, Google è molto più che ingombrante. Entrare nello stesso terreno di gioco è complicato. Trovare spazio ancora di più. Google vince perché, banalmente, funziona meglio degli altri.
Eppure qualcuno prova a punzecchiare il pachiderma. Consapevoli che è pressoché impossibile — nel 2013 — metterlo al tappeto (non ci sono riusciti colossi come Yahoo o Microsoft). Ma c’è la volontà di esserci. Come primule sono spuntati alcuni nuovi motori di ricerca, un paio dei quali italiani.
L’archivio globale
Il primo, Istella (www.istella.it), è quello con le spalle più larghe. Nasce dalla Tiscali di Renato Soru, tornato alla sua azienda dopo la parentesi da governatore della Sardegna. Tiscali ha messo a disposizione la sua infrastruttura tecnologica, essenziale per un servizio che archivia miliardi di pagine e che deve fornire risultati in pochi decimi di secondo. Dietro al progetto c’è un team di cervelli con trascorsi in altri motori di ricerca, dal nostrano Arianna allo statunitense AskJeeves. Tra le caratteristiche di Istella («stella» in sardo, si legge come è scritto e non «ai stella» alla Apple) c’è la volontà di concentrarsi sull’Italia: «Indicizziamo tutto il web italiano, circa 3 miliardi di pagine e 180 terabyte di dati» ha spiegato Soru. Poi c’è la volontà di portare in rete archivi e documenti assenti dal web. Chiedendo agli utenti di «condividere e contribuire», inviando file che non verranno visti solo dagli amici ma messi a disposizione di tutti attraverso il motore. E poi Tiscali lavora e lavorerà con enti, istituzioni, aziende, archivi pubblici e privati. Collaborazioni grazie a cui può offrire chicche come la sezione mappe, con le cartografie storiche delle città italiane: si può vedere com’era il territorio 5, 10, 15 o (per alcune aree) anche 68 anni fa all’indomani della Seconda guerra mondiale. Domenico Dato, responsabile del team di sviluppo di Istella, è soddisfatto del debutto: «Abbiamo avuto reazioni positive. Il servizio mappe piace moltissimo. Ci hanno contattati aziende ma anche enti pubblici, università: c’è grande volontà di collaborare».
Cerca chi ha i tuoi interessi
Anche un altro neonato motore di ricerca ha dna sardo. Quag (www. quag.com) è finanziato da Mariano Pireddu, che ci riprova dopo il tentativo di Volunia, altro motore di ricerca partito male e finito peggio. Quag nasce dalla crasi fra «query» (interrogazione, in ambito informatico) e «tag» (etichetta). In verità Quag è quello che si chiama un «metamotore»: per le ricerche si appoggia proprio a Google oppure a Microsoft Bing. Oltre ai risultati tradizionali, segnala però anche gli utenti che hanno eseguito ricerche sullo stesso argomento, cercando di creare una community in grado di aiutare con consigli e pareri.
Tra curiosità e contatti
La terza novità arriva dalla Francia ma è disponibile in oltre 10 lingue e 30 Paesi. Anche Qwant (www. qwant.com) punta a tenere insieme la «search» tradizionale e i social network. Anzi a «riunire universi finora separati» spiega Alberto Chalon, milanese, 41 anni, membro del board della start-up. I risultati delle ricerche sono offerti agli utenti organizzati in 5 colonne: web, live (notizie), social (Twitter ma non solo) e shopping (e-commerce), più una colonna con una sintesi dell’argomento tratta da Wikipedia. In alto c’è l’accesso veloce a immagini e video che si aprono in una finestra pop-up senza abbandonare la pagina dei risultati. Nella parte social, cliccando sui vari messaggi individuati da Qwant è possibile interagire con gli autori inviando una replica o contattandoli.
Per quanti c’è posto?
Insomma, ognuno cerca di aggiungere una tocco personale all’esperienza Google. Ma la strada resta in salita. «Un motore di ricerca ha costi incredibili — spiega Nereo Sciutto, presidente di Webranking, leader in Italia nel Web e Search Marketing —. Ma al di là di questo, il punto critico nella qualità dei risultati è l’anti-spam. L’algoritmo di Google viene modificato costantemente per mantenere in alto le risposte più pertinenti e respingere i tentativi di chi cerca di spingere i propri contenuti "frodando". Nell’ambito dei motori di ricerca Google ha un vantaggio enorme perché ha risolto almeno 5 anni fa problemi che i nuovi venuti affrontano oggi». E poi, aggiunge Sciutto «c’è una legge non scritta su Internet: in ogni settore ne sopravvive solo uno. Facebook ha ucciso MySpace. Foursquare ha fatto fuori Gowalla. E così via. Non c’è spazio per un secondo».
Paolo Ottolina