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 2013  aprile 20 Sabato calendario

«CALUNNIE E SPIE IN VATICANO». IL MEMORIALE DI GOTTI TEDESCHI —

Una guerra feroce tra alti prelati e personaggi vicini ai vertici della Chiesa per garantirsi il controllo dello Ior, l’Istituto per le opere religiose. Uno scambio di lettere e sms, anche minacciosi, del quale era stato informato Benedetto XVI. Eccolo il memoriale del banchiere Ettore Gotti Tedeschi consegnato un anno fa ai magistrati della Procura di Roma dopo la cacciata dal vertice della banca vaticana avvenuta il 24 maggio 2012. Il documento, rimasto finora segreto, rivela clamorosi retroscena degli ultimi due anni, svelando anche numerosi dettagli su quanto accaduto prima che il Pontefice decidesse di dare le dimissioni. Alcuni nomi sono indicati solo con le iniziali: TB è il cardinal Bertone; GG è monsignor Georg, segretario di papa Benedetto XVI.
In caso di «incidente»
Quattro pagine dattiloscritte datate 26 marzo 2012 e consegnate alla sua segretaria specificando che «questo memoriale deve uscire dal suo archivio solo in caso di incidente di qualsiasi tipo, in qualsiasi circostanza o momento, e consegnato a tre persone, nonché a don Georg», che poi lo dovrà affidare al Pontefice. Tra gli allegati c’è una «memoria riservata per mons. Becciu», vicesegretario di Stato, «per capire la mia posizione sulla modifica della Lex antiriciclaggio». Gotti fa poi l’elenco delle persone che lo osteggiano e inserisce il direttore generale dello Ior Paolo Cipriani e Marco Simeon, fedelissimo del cardinal Bertone e all’epoca direttore di Rai Vaticano e responsabile delle relazioni istituzionali e internazionali di viale Mazzini.
Spiega di aver deciso di scrivere questo memoriale «perché negli ultimi giorni sono stato oggetto di specifici attacchi attraverso stampa, blog, sms e verbali e poiché in Vat si tende a sminuire il tutto voglio ricordare che detti attacchi tendono a far crollare la mia credibilità e reputazione presentandomi come un traditore: ho fatto uscire documenti riservati (miei) — ho fatto la legge antiriciclaggio e costituito l’Aif in accordo con Banca d’Italia (M. Draghi) per distruggere le finanze vaticane (ricordo due avvertimenti in proposito di Simeon e Cipriani: "Lei passerà alla storia come quello che ha distrutto lo Ior"). Il tutto con un progressivo processo di screditamento verso il Segr di Stato e persino un tentativo (fallito) di screditarmi con mons GG (con SSantità)».
I conti laici
Gotti parla di «più tentativi di intimidazione da parte di Simeon, da parte di Cipriani e da parte dell’avvocato Lena». In particolare: «Quelli di Simeon sono stati a seguito di un tentativo, non riuscito, di "cooptazione" con lui e "ambiente" Cesare Geronzi». E poi allega «tre documenti di indispensabile lettura per capire». Il primo è «il memo sui conti laici per intendere quale potrebbe essere una delle origini dei problemi esposti». Il banchiere, come poi ha riferito ai magistrati, ritiene che l’avversione nei suoi confronti fosse legata proprio ai conti non intestati a prelati aperti presso lo Ior. Invita a leggere «il documento allegato (Hotel Cipriani’s story) e poi cita un episodio specifico: «È bene ricordare che l’avv. Severino mi riferì (chiedendomi la discrezione che ho sempre tenuto) di questo colloquio con Briamonte nel quale lui confessava di essere lì per risolvere il problema dei conti laici, soprattutto di Geronzi». Il riferimento riguarda l’avvocato Michele Briamonte, indagato per riciclaggio dalla procura di Roma proprio nell’ambito di alcuni soldi movimentati su conti dello Ior. Qualche settimana fa era stato fermato dalla Guardia di Finanza alla frontiera ma aveva rifiutato di mostrare il contenuto di una sua valigetta sostenendo di godere dell’immunità diplomatica della Santa Sede. Il ministro della Giustizia Paola Severino smentisce categoricamente: «Non ero in confidenza con Briamonte. E non ho mai saputo nulla dei conti di Geronzi».
Le «calunnie» di Bertone
Gotti specifica che la sua «maggiore preoccupazione sta nella totale indifferenza del Segretario di Stato alla descrizione di questi fatti. Alla sua indifferenza al processo adottato da Cipriani verso il sistema bancario che ha portato l’Istituto a vedersi chiudere i conti. Alla fiducia data a questo avvocato Lena, via di mezzo tra l’agente segreto e il commissario del film La pantera rosa. Un gravissimo fatto (riferito da GG) sta nelle calunnie che il Segretario di Stato ha riferito a GG. Dette calunnie si riferiscono a cose che io avrei detto sul Papa. Solo l’intelligenza, la perspicacia e la buona fede di GG mi hanno permesso di spiegare la calunnia. E di scrivere il cosiddetto dossier (che scrissi tra Natale e Epifania e comprende i fatti con allegati tra fine 2009 e dicembre 2011).
Monsignori e spioni
Scrive Gotti: «Un fatto marginale ma da non sottovalutare sta nella informazione che mi diede il fratello di Emanuela Orlandi (giovedì 22 marzo alle 9.30): dopo che TB ha scoperto che lei parla con GG, ha dato ordine di isolarla e controllarla. Un altro fatto marginale ma utile a capire, sta nel comportamento di mons. Balestrero. Mi tratta con stizza quando gli confermo, durante la visita degli ispettori Moneyval, che mio compito era portare la Santa Sede nella white list, dicendomi che questo era compito suo. Lo ribadisce al principe WGraetz. Infatti non mi informa, invita e coinvolge nella revisione della lex. (TB se ne stupì)».
Poi il banchiere evidenzia «i caratteri ambientali da considerare: sono o mi sento spiato. Lena sa chi vedo. Sara riferisce tutte le visite a Cipriani, le mie mail sono aperte e lette. A volte (2 volte) sono persino state aperte lettere a me indirizzate, dalla Segreteria di Stato o dall’Aif».
Fiorenza Sarzanini