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 2013  aprile 19 Venerdì calendario

MENTRE SHARON STONE ACCAVALLAVA LE GAMBE

FINIVA IL MAXIPROCESSO –
L’odore del 1992 è quello raffinato e selvaggio di Pour Femme, il primo profumo femminile di Dolce & Gabbana, un inebriante mélange di vaniglia, sandalo, neroli, cioccolato. Una dolcezza sensuale e drammatica, echeggiata in Come l’acqua per il cioccolato, un film di Alfonso Arau.
In quell’anno Quentin Tarantino debuttava con il duro, sarcastico e scatenato Le iene, claustrofobica storia di un crescendo di violenze e torture fisiche e psicologiche. Francis Ford Coppola con il suo Dracula, fedele all’autore dell’omonimo romanzo, Bram Stocker, preludeva all’invasione mediatica dei non morti. Intanto, più modestamente, Buffy, l’ammazzavampiri di Fran Rubel Kuzui, lanciava la figura della cacciatrice di vampiri strappando lo scettro, anzi il fatale paletto a generazioni di cacciatori maschi. Una predominanza femminile echeggiata nei giochi erotici di Luna di fiele di Roman Polanski, dove la seduttrice ha praticamente paralizzato il partner. Ma per il grande pubblico a rivelare l’ascesa femminile era Basic Instinct di Paul Verhoeven. Nel film la sensualità aggressiva e bisessuale di Sharone Stone faceva trattenere il fiato al pubblico con la scena, rapidamente famosa, dell’accavallamento delle gambe dell’ammaliatrice spudoratamente senza biancheria intima.
Pippo Baudo, Brigitte Nielsen, Alba Parietti, Milly Carlucci presentavano il Festival di Sanremo. Il vincitore fu Luca Barbarossa con Portami a ballare: «Sai, mamma sai / questa vita mi fa tremare /e sono sempre i sentimenti / i primi a dover pagare / ciao mamma, ciao / domani vado via / ma se ti senti troppo sola / allora ti porto via».
Il caso, sosteneva Théophile Gautier, è lo pseudonimo di Dio quando non vuole firmare. E in effetti un’attentato sulla linea Lecce-Stoccarda aveva aperto una fossa che avrebbe potuto fare deragliare il treno. Ma il caso volle che i macchinisti, senza accorgersi di nulla, proseguissero incolumi. Intanto a Palermo si era concluso il Maxiprocesso. I condannati, trecentosessanta su quattrocentosettantaquattro, accumularono pene per duemilaseicentosessantacinque anni.

La Cina non era vicina. Usciva il Teatro canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini che conteneva la famosa canzone Far finta di essere sani, un raro esempio di lucido scetticismo nel mondo sentimentale della canzone italiana: «Far finta di essere... / Liberi, sentirsi liberi / forse per un attimo è possibile / ma che senso ha se è cosciente in me / la misura della mia inutilità».
La Cina, che non era ancora così vicina, conosceva un’inquietante crisi. Le imprese pubbliche avevano accumulato perdite tali da rendere sempre più difficile la politica del sostegno statale. La percezione della corruzione generale era diffusa e la situazione delle banche restava precaria. Ma il partito al potere controllava ancora la situazione.
In Egitto iniziavano i primi attentati islamici ai turisti. In Irak, Saddam Hussein profondeva ingenti somme per l’erezione del sontuoso palazzo presidenziale.
Con La moglie del soldato di Neil Jordan, la figura del trans acquistava un inedito rilievo in controluce sulla sfondo sanguinoso della guerra civile irlandese. Al teatro Smeraldo di Milano, Fabrizio De André dava una lezione di modestia: «Ho sempre pensato che quando un autore non è abbastanza in vena da assumersi l’onere in proprio, sia bene tradurre autori che si esprimono in lingue diverse dalla nostra. Si raggiungono nell’immediato due scopi sicuri, quello di accettarsi e quello di dimostrarsi anche socialmente umili. Credo che senza umiltà non si possa fare bene nessun tipo di mestiere». In aprile si concludeva il lungo lavoro dei restauratori, iniziato nel giugno 1989, sulle Nozze di Cana del Veronese. Un’opera seguita dai milioni di visitatori del Louvre, per le dimensioni impressionanti del dipinto, quasi settanta metri quadri, che rendevano impossibile uno spostamento. Nel 1911, quando un muratore italiano, Vincenzo Peruggia, aveva rubato La Gioconda, l’immenso quadro del Veronese era di fronte al capolavoro di Leonardo.
Un’opera ben più modesta, Su Babbu eternu, un altorilievo ligneo raffigurante il Padre Eterno scompariva misteriosamente dalla sala del consiglio comunale di Chiaramonti, in Sardegna, per poi ricomparire altrettanto inspiegabilmente, senza danni irrimediabili, sui gradini di una chiesa del paese.
Alla fine di aprile scoppiava a Los Angeles una rivolta destinata a durare sei giorni, per la protesta della comunità nera contro la sentenza che assolveva quattro agenti di polizia accusati di avere picchiato un afroamericano, Rodney King dopo un breve inseguimento, a causa di un eccesso di velocità. Saccheggi, incendi e devastazioni che produssero cinquantacinque morti, duemilatrecento feriti, quattromila arresti e danni per ottocento milioni di dollari.
Roberto Klinger, il “medico vip”, veniva ucciso da tre colpi di pistola calibro 7,65, sparati a distanza ravvicinata. L’assassino era un «giovane, alto un metro e 75, dai capelli corti, scuri e ricci», destinato a non essere mai scoperto.
Una bruna bellezza, Gloria Zanin, veniva eletta Miss Italia 1992. Misure: 85-69-90. Segno zodiacale Leone. Ricordando quel momento, confessò: «Fu un trauma. Provai una grande gioia, ma subito dopo quasi un senso di paura. Mi sembrò che mi staccassero a forza da quel mondo nel quale avevo vissuto fino allora».
Uscivano le Poesie di Patrizia Cavalli, un omaggio alla precarietà dei sentimenti. «Dopo anni tormenti e pentimenti / quello che scopro e quello che mi resta / è una banalità fresca e indigesta. / Ora che sei partita / che sei sicuramente andata / lo devo riconoscere / non sono mutilata. / Farò una passeggiata / fino a via delle Grotte». Il 9 dicembre si spegneva Franco Franchi, che con Ciccio Ingrassia aveva dato vita a una comicità popolare ricca di spunti parodistici.
Sulla soglia estrema dell’anno, il 31 dicembre alla Royal Academy venne inaugurata una grande mostra su Walter Sickert, che prescriveva agli allievi il giusto modo di comportarsi con la modella: «Seguitela in cucina o, meglio ancora, visto che l’artista ha il dono divino dell’onnipresenza, in camera da letto. Solo allora diventa della materia di cui è fatto il Partenone o un quadro di Dürer o di Rembrandt».