Roberto Giardina, ItaliaOggi 16/4/2013, 16 aprile 2013
RINASCONO LE PICCOLE LIBRERIE
Perché preoccuparsi delle librerie? Si meravigliano i miei amici italiani e tedeschi. I libri si comprano in rete. Ti arrivano a casa, quasi sempre senza spese di spedizione e con uno sconto. Vero, in parte. In internet trovo i libri che cerco, in libreria finisco per comprare libri di cui, finché non li ho visti sul bancone o in uno scaffale, ignoravo l’esistenza.
Un libro si compra anche al tatto, perché ti incuriosisce e non sai nemmeno spiegare perché. Capisco che sono riflessioni fuori moda, ma è grazie a clienti come me che sopravvivono le piccole case editrici, che altrimenti non saprebbero come smerciare i loro prodotti. Piccoli editori e piccoli librai. E in Germania stanno tornando alla vita, dopo un lungo periodo in cui si è temuta l’estinzione.
Nell’ultimo decennio, e solo nel mio quartiere a Berlino, sono scomparse cinque o sei storiche librerie. Aumentavano gli affitti e diminuivano le vendite. Sono state sostituite dai supermarket del libro, in cui però è difficile che si trovi quel che si cerca, a parte guide turistiche, manuali di cucina e gli ultimi bestseller. Ora, negli ultimi due anni, sempre nella capitale, hanno chiuso tre megalibrerie, condannate a morte dai giganti della distribuzione in internet. Perché andare in libreria per far ordinare il libro che si desidera, e che non si trova quasi mai in esposizione? Per la verità, grazie alle poste e al sistema di distribuzione tedesco, il libro è a disposizione entro le 24 ore, ma tanto vale ordinarlo da casa. Inoltre, non sempre ma spesso, il personale non ben pagato è anche mal preparato.
In Germania le librerie sono circa 5 mila, meno che in passato, ma sempre abbastanza. È la rete più fitta del mondo in rapporto alla popolazione. E sopravvivono grazie alla specializzazione e alla passione dei librai. Da BuchReigen a Berlino, la proprietaria Nicola Rübsam è sempre presente, e cerca di consigliare il cliente incerto, che di solito conosce di persona. Vende libri nuovi e anche appena letti, a metà prezzo. Una sorta di scambio tra lettori.
Da Dialogue Books si trovano libri inglesi e americani. Prima ha aperto nel quartiere alla moda di Prenzlauerberg, poi è emigrato nel più popolare Neukölln, alla ricerca della clientela più adatta. Gli yuppy di Berlino, a quanto pare, leggono poco. La libreria è diventata anche il punto di incontro di scrittori in lingua inglese che vivono in Germania e si vedono per scambiarsi i loro manoscritti. Come in passato, i clienti arrivano per sentir leggere dagli autori pagine non ancora pubblicate. Qui non si ha paura dell’ebook. Non è un nemico, è un’altra cosa.
L’Ocelot, nel quartiere di Mitte, in pieno centro, è un café, una sala da tè, un salotto privato. E sul bancone si trovano solo i migliori romanzi della stagione, non sempre i più venduti. E il proprietario Frithjof Klepp li ha letti tutti, o quasi. Ogni anno, vengono pubblicati 80 mila nuovi titoli, impossibile tenere il passo o averne una sia pure minima parte in magazzino. Quel che si trova in queste piccole librerie è qualcuno in grado di consigliare, o con cui discutere. Bisogna anche sopravvivere, e si vende anche Cinquanta sfumature di grigio o di nero, il bestseller erotico, ma accanto si espone L’amante di Lady Chatterley. Forse il cliente scoprirà Lawrence. L’offerta rimane comunque soggettiva. Si va alla ricerca della propria libreria, a seconda del libraio, come si va al ristorante a seconda del cuoco. Dal 2010, nella metropoli si è aperta almeno una trentina di nuove librerie, gestite da giovani o da vecchi librai. Nessuna uguale all’altra.