Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  aprile 16 Martedì calendario

I TEDESCHI CON LE PEZZE AL CULO

Nel suo primo e probabilmente unico numero senza direttore ufficiale (perché la scorsa settimana ne sono stati licenziati due improvvisamente) il settimanale politico-culturale tedesco «Der Spiegel», a caccia di lettori si mette sullo stesso piano della populare «Bild Zeitung»: «Die Armutslüge», la bugia della povertà, è il titolo della copertina, e «come i paesi in crisi d’Europa nascondono i loro capitali» continua il sottotitolo.

E nella foto si vede un contadino chiaramente mediterraneo in groppa a un asinello, entrambi con mascherina sugli occhi in omaggio alla privacy, mentre dalle gerle colme di denaro svolazzano banconote.

La rivista di Amburgo, per decenni è stata considerata la più autorevole del continente, ma, in tempo in crisi di identità, ha usato a suo modo le statistiche della Banca Centrale, rese note nei giorni scorsi. Il tedesco medio, si sostiene, è meno ricco di un italiano, e persino di un cipriota. Perché mai i connazionali di Frau Merkel dovrebbero essere i primi pagatori della Comunità, accusati di mancare di solidarietà, e di non intervenire a difendere l’euro, dipinti come vecchi nazisti che crudelmente affamano greci, italiani, spagnoli e portoghesi? I soldi ce li hanno, che si aiutino da soli, è quello che si vuol far pensare ai cittadini tedeschi. Senza dimenticare che mancano cinque mesi esatti alle elezioni (il 22 settembre). In base ai sondaggi, la Merkel dovrebbe essere rieletta per la terza volta, ma la legge elettorale è complicata e potrebbe giocarle un brutto scherzo. La lotta è dura e senza esclusioni di colpi, all’ultimo voto, cercando anche di non perdere elettori.

Secondo le Bce, i più ricchi si trovano in Lussemburgo con oltre 398mila euro a testa. E questo non dovrebbe essere una sorpresa. Ma, al secondo posto per il patrimonio al netto dei privati, ecco Cipro con 267mila euro, seguita da Malta con 216mila. Il Belgio è al quarto posto con 206mila, seguito dalla Spagna con quasi 183mila. L’Italia non sale sul podio ma si piazza bene con 173.500 euro a testa, distaccando la Francia (115mila) e l’Olanda (103mila). La locomotiva d’Europa, il paese che ha conquistato il record dell’export, la Germania di Frau Angela si scopre Cenerentola, all’ultimo posto con 51mila euro, neanche la metà della Grecia data per fallita, e della Slovenia, meno perfino della Slovacchia (61mila).

Basterebbero questi dati per capire che qualcosa non funziona. Non perché siano sbagliati, benché siano antiquati e molto parziali. Gli italiani sono tre volte e mezza più ricchi dei prussiani? Basterebbe ricordare che quasi il 70 % possiede una casa, contro il poco più del 40 dei tedeschi. Senza dimenticare i prezzi: una mia anziana vicina di casa a Trastevere, una delle ultime sopravvissute autentiche del quartiere, vive in un sottoscala. In base ai prezzi è quasi ricca, e non lo sa. Sopravvive con una pensione al minimo.

«È una colossale sciocchezza della Bce», aveva sentenziato venerdì il mensile «Cicero», liberale ma alla tedesca, ma lo «Spiegel» aveva già in stampa il suo numero che, probabilmente, non avrebbe cambiato. «Si confrontano mele con pere», accusa la rivista di Berlino, 82mila copie vendute (neanche un decimo del settimanale «Stern»), ma con un prestigio solido conquistato in nemmeno dieci anni. La Banca si dimentica altri confronti: se si tiene conto dei cittadini, non è vero che la Germania paghi più di tutti in Europa: pro capite. Con 3,5 euro troviamo i lussemburghesi, al secondo i poveri irlandesi (2,3) e poi gli olandesi. I tedeschi sono al quinto posto con 2,01, quasi alla pari con gli italiani (2,07). Come conciliare l’affermazione «noi siamo i più poveri» con quella «nessuno sta meglio di noi»? chiede ironicamente «Cicero». È vero, piuttosto che la ricchezza è mal distribuita in Germania, ma di questo non sono colpevoli i ciprioti o i greci. Con le cifre si può dimostrare quel che si vuole: gli italiani sono ricchi perché possiedono le loro quattro mura, e il dato forma il patrimonio, ma lo stanno pagano con un mutuo, e quindi sono anche indebitati. Ricchi e spreconi.