Mario Giordano, Libero 18/4/2013, 18 aprile 2013
CASE A PREZZI DI SALDO PER I VIP GODONO PURE BEFERA E GRASSO
Prendete Attilio Befera, il gran dominus di Equitalia, lo sceriffo delle tasse, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, pure lui duro e implacabile, uomo capace di strizzare le tasche di tutti i contribuenti senza mai battere ciglio. Ebbene: anche lui, quando si è trattato di comprare casa, ha cercato di ottenere un abbondante sconto. Ed evidentemente ci è riuscito. Risulta proprietario, infatti, di 7,5 vani in via Benedetto Croce, all’Eur, che ha acquistato nel 2005 dall’Immobiliare Bilancia per 369.350 euro. Non si tratta di un regalo, evidentemente, ma secondo la stima cerved quell’appartamento vale almeno il 35 per cento in più, e cioè 567.450 euro. E infatti in quella zona, anche nel 2012, quando la bolla immobiliare è scoppiata e i valori sono precipitati, per un appartamento di 4 vani le agenzie chiedono più di 600.000 euro.
Dunque per Befera si tratta, con tutta evidenza, di un buon affare. E lui ne è così convinto che dal medesimo venditore non si limita a rilevare un appartamento, che intesta a se stesso e ai figli Marco e Patrizia, ma compra anche altro, box e cantine in primis.
Vittorio Grilli
Vittorio Grilli, nella sua carriera, è sempre stato molto attento ai conti degli altri. Ma evidentemente non ha trascurato nemmeno i suoi. Ragioniere generale dello stato, poi direttore centrale del Tesoro, infine viceministro e poi ministro dell’Economia nel governo tecnico di Monti, ha sempre associato il suo nome al rigore finanziario e alla severità contabile. Per questo ha stupito tutti quando, il 20 dicembre 2012, la più importante agenzia di stampa finanziaria del mondo, cioè Bloomberg, ha pubblicato un servizio che ha sollevato alcuni sospetti sul modo in cui Grilli ha comprato la sua bella casa ai Parioli: maxisconti ingiustificati e un mutuo spropositato. Tanto rigore per nulla? E come mai questi uomini che sono sempre così in flessibili con gli altri finiscono per essere invece così permissivi con se stessi? La casa è molto grande: 14 stanze, 310 metri quadrati al pianoterra della «palazzina Colombo», un edificio che secondo alcuni testi di architettura sarebbe tra quelli di maggior pregio di tutta la capitale. La zona è una delle più chic che si possa immaginare: via di san Valentino, sulla collina dei Monti Parioli, molto verde e tanto silenzio, il rifugio preferito della borghesia romana.
Grilli ha comprato l’appartamento nel 2004. a vendere, Massimo Tosato, vicepresidente di schroders, una società londinese che in passato (guarda caso) era stata advisor del Tesoro in importanti operazioni. il prezzo è ottimo: 1.065.000 euro, contro un valore stimato cerved di 2.256.800 euro, cioè superiore del 53 per cento. Grilli, in pratica, ha pagato meno di 3.500 euro al metro quadrato, in una strada dove, nel 2004, i prezzi si aggiravano intorno ai 7.300 euro. E dove c’è anche chi ha sborsato molto di più, fino a 10.000 euro.
Antonio Mastrapasqua
Antonio Mastrapasqua è presidente dell’Inps dal 2008 e tante altre cose. Nel gennaio 2011 era arrivato ad accumulare 38 diverse cariche. Qualcuno glielo fece notare e lui rispose: «Adesso rinuncio a qualcuna». In effetti: nel dicembre 2012 risulta titolare «solo» di 22 poltrone, che comunque non sono poche per chi dovrebbe soprattutto curare gli interessi di 20 milioni di pensionati. […]
Di sicuro però Mastrapasqua, fra uno spiral Tools e un Pastificio Bettini Zannetto, trova il tempo anche di occuparsi dei suoi interessi immobiliari. E da molti anni: il primo affare della sua vita nel mattone, infatti, lo ha concluso nel 1988, quando ha acquistato da Marcella Uccella un appartamento al secondo piano in via chiana 48, nella zona tra i Parioli e il lussuoso quartiere coppedè, che veniva dal patrimonio dell’Incis, l’Istituto pubblico che gestiva le case degli impiegati dello stato. Tre camere più accessori che pagò allora 55 milioni di lire, ossia 27.000 euro (rivalutati secondo le tabelle istat, oggi sarebbero 117.000). Davvero un buon prezzo: secondo il Cerved, infatti, attualmente quella casa vale 535.925 euro, cioè il 78 per cento in più. Nel 2007, poi, poco prima di diventare presidente dell’Inps, Mastrapasqua compra due appartamenti attigui di proprietà dell’Inail, in via Filippo Lippi, ai Parioli, che l’istituto ha appena venduto a privati. Il primo (5,5 vani) viene infatti ceduto dall’Inail il 25 maggio 2007 a Paolo Venzi e Chikako Ochiai, che lo rivendono a Mastrapasqua il 29 maggio 2007, cioè quattro giorni dopo, al prezzo di 875.000 euro; il secondo (tre camere e servizi più box) viene venduto dall’Inail il 10 maggio 2007 a Maria Frosi, che lo rivende a Mastrapasqua il 10 luglio 2007, cioè due mesi dopo, al prezzo di 650.000 euro. Inutile dire che i due appartamenti dell’Inail tornano a unirsi nelle mani del presidente dell’inps, che ne ricava un’unica abitazione di superlusso, in una delle zone più prestigiose di Roma. Il prezzo totale è piuttosto alto, ma evidentemente non eccessivo per la zona e la dimensione dell’immobile. Resta il dubbio, però, di quelle compravendite così ravvicinate, un meccanismo assai diffuso ma piuttosto strano su cui torneremo presto a interrogarci.
Giuliano Amato
Il 1° gennaio 1998 Giuliano amato riesce ad andare in pensione da professore universitario con un bell’assegno Inpdap: 22.028 euro lordi al mese, 12.518 netti (diventati 11.500 dopo l’introduzione del «contributo di solidarietà »), cui in seguito, come è noto, sommerà il vitalizio da parlamentare (9.000 euro lordi) fino ad arrivare alla bella cifra di 31.000 euro lordi al mese. Ma quel 1998 deve essere proprio stato il suo anno fortunato: appena uscito dall’antitrust, infatti, e prima di diventare ministro di D’Alema, non solo sistema la sua posizione previdenziale, ma vede sistemata anche quella immobiliare della moglie.
Proprio in quell’anno, infatti, la professoressa Diana Vincenzi, conosciuta ai tempi del ginnasio e compagna di una vita, acquista un bell’attico in via Giovanni Battista de Rossi, sulla Nomentana, sei camere, doppi servizi e terrazzo, 11 vani in tutto. Il prezzo? 1,2 miliardi di lire, cioè 620.000 euro. Non è poco, si capisce. Ma la stima Cerved dice che oggi quell’attico vale almeno 1.109.000 euro, cioè quasi il doppio. E se si cerca nelle agenzie immobiliari si trova che un attico con 6 locali in via Giovanni Battista de Rossi viene messo in vendita a un prezzo ancora maggiore (1,7 milioni di euro). Dunque la moglie di Amato ha ottenuto un ottimo sconto: dovrebbe ringraziare il venditore, cioè la Tirrenia, società che è stata messa in liquidazione nel 1993, dopo essere stata coinvolta in Tangentopoli. E lì è rimasta per anni e anni, senza rendersi più utile in alcun modo allo sviluppo del Paese. Ma rendendosi utilissima, evidentemente, per la sistemazione della famiglia Amato.
Luciano Violante
L’ex presidente della Camera Luciano Violante: ha avuto a disposizione per cinque anni i bellissimi spazi di Montecitorio, poteva accontentarsi, a fine mandato, di un trilocale in periferia? Macché. Voleva rimanere lì, nel cuore della capitale. Ed è per questo che nel 2003, insieme con la moglie Giulia De Marco, ha comprato un appartamento in via di sant’Eufemia, che sta tra i Fori imperiali e piazza Venezia, una posizione davvero straordinaria, accanto ai tesori più conosciuti e visitati dai turisti di tutto il mondo. Un piccolo gioiello, non molto grande, 4,5 vani, 70 metri quadrati circa, un soggiorno, quattro camere e servizi, ma con due terrazze dalla vista mozzafiato, disposto su tre livelli (piano terzo, quarto e quinto) e di categoria lusso: una ex casa dell’Ina che Violante ha comprato dall’auriga immobiliare, sempre all’interno del piano di dismissioni degli immobili pubblici. un piano particolarmente vantaggioso per gli acquirenti: secondo «l’Espresso», infatti, questa meraviglia di immobile sarebbe stato pagato nel 2003 appena 327.000 euro, cioè poco più di un bilocale in periferia, mentre, secondo la stima cerved, vale tra 663.500 e 1.191.600 euro (sconto praticato: fra il 51 e il 73 per cento).
Oltre il 50 per cento di sconto, forse anche il 73, e la casa nel centro di Roma: ma che cosa volete di più? Più scalano il potere, più scendono i prezzi, evidentemente.
Rosy Bindi
Siena, Firenze, Belluno. Rosy Bindi ha case un po’ dappertutto. Ma a farla finire nell’occhio del ciclone è quella romana: 4,5 vani al primo piano di via del Vantaggio, praticamente in piazza del Popolo, di fianco al ristorante Bolognese, meta assai frequentata dei vip della capitale. La casa era di proprietà Inail: l’onorevole Pd nel 2000 ne è diventata inquilina, sfruttando il canone agevolato da 1.500 euro al mese, e nel 2006 l’ha acquistata, fruendo del generoso sconto concesso a tutti gli inquilini. Ergo: prima ha goduto dei vantaggi come affittuaria, poi come compratrice. Il prezzo, infatti, è stato di 421.000 euro, contro quello di mercato che sarebbe stato di 739.000 euro. Quasi la metà.
Anna Finocchiaro
È piuttosto complesso, ma merita un po’ di attenzione, anche il caso immobiliare di un altro ex ministro della Repubblica, Anna Finocchiaro. il 17 maggio 2010 l’ex responsabile delle Pari opportunità compra, insieme al marito Melchiorre Fidelbo (che verrà poi coinvolto nell’ottobre 2012 in un’indagine per abuso d’ufficio e truffa relativa all’informatizzazione di un ospedale in sicilia), un appartamento dell’ente cassa nazionale del notariato: 9 vani, più cantina e box auto, in via savorelli, quartiere aurelio, dietro il Vaticano. La proprietà viene divisa con le due figlie, Miranda e costanza. il prezzo pagato è 790.000 euro. «407.000 euro meno di quanto vorrebbe il mercato» accusa Franco Bechis su «Libero», ma lei nega: «Nessuno sconto, nessuna condizione economica di favore» dice. «Va tenuto presente che al momento della vendita l’appartamento era occupato dall’inquilino, che lo ha lasciato solo dopo cinque mesi.» E poi aggiunge che «l’unità immobiliare, risalente agli inizi degli anni cinquanta, era in pessime condizioni».
Italo Bocchino
In attesa di Fare Futuro, Italo Bocchino si è fatto una bella casa. Siamo in corso Vittorio Emanuele a Roma, fra piazza Navona e il Vaticano, un terzo piano piuttosto ampio (8,5 vani più cantina) che apparteneva all’immenso patrimonio delle Generali. Bocchino lo compra dalla società investire immobiliare, nata apposta per dismettere il patrimonio delle assicurazioni: versa la cifra sull’unghia e si assicura la nuda proprietà, lasciando l’appartamento in usufrutto alla moglie Gabriella Buontempo.
Il rogito è fissato il 24 febbraio 2004, il prezzo interessante: 838.000 euro, che non sono bruscolini ma che sicuramente è molto al di sotto ai prezzi di mercato. Nel dicembre 2012, infatti, con il settore in piena crisi, le agenzie mettono in vendita, in quella via, 6 locali a 1,6 milioni di euro, cioè il doppio. E anche il valore stimato dal cerved è vicino a quella cifra: 1.522.027 euro.
Franco Marini
E incontentabile è anche Franco Marini, un altro ex segretario della cisl, oggi escluso dal Parlamento dopo essere stato anche presidente del senato. Marini risulta proprietario insieme alla moglie Luisa D’Orazi di un grande loft romano, 14,5 vani e mezzo (circa 300 metri quadrati) al pianoterra e seminterrato in via Lima 34, ai Parioli. secondo «l’Espresso», lo avrebbe pagato meno di un milione di euro, per l’esattezza 999.996 euro. Non è poco, certo, ma neppure molto, considerata la dimensione e la zona particolarmente di pregio: secondo la stima Cerved, infatti, quell’appartamento vale più del doppio (esattamente 2.047.864 euro). Eppure, Franco Marini non è contento. «Un milione di euro per un piano rialzato e uno scantinato vi sembrano pochi?» minimizza parlando con «Repubblica». «Adesso c’è il parquet, ma prima la casa dovevate vederla…». La scala diventa «stretta e buia», il loft naturalmente è pieno di umidità («Mia moglie si lamenta…»), il secondo bagno si trasforma in un «bagnetto di servizio», lavanderia, cucina spaziosa (con montavivande) e ricca cantina passano in secondo piano. Tanto che Marini si spinge ancora più in là nella lagna: pagata poco? Macché: troppo. «Avrei voluto un ulteriore sconto» dichiara.
Nanni Moretti
A Roma Trastevere, e precisamente in via Giovanni Livraghi, a due passi dal celebre cinema sacher, c’è un appartamento che era di proprietà dell’Incis, Istituto nazionale per le case degli impiegati dello Stato, e che oggi risulta intestato per metà al regista Nanni Moretti e per metà alla sua ex compagna Silvia Noto, figlia del compositore Luigi e madre di suo figlio Pietro. L’appartamento è stato comprato vent’anni fa, esattamente il 26 marzo 1993. Il prezzo d’acquisto era assai vantaggioso: 274 milioni di lire, cioè circa 140.000 euro. Oggi, secondo le stime Cerved, vale 792.684 euro, cioè quasi sei volte di più. Certo, bisogna dire che in vent’anni le case si sono assai rivalutate. Ma è indubbio che il regista di Caro diario e Palombella rossa abbia fatto un affare.