Danilo Taino, Corriere della Sera 14/04/2013, 14 aprile 2013
PERCHE’ L’ITALIA FRENA NELL’ACQUISTO DELL’AUTO
La libertà è avere un’auto, si usava dire. L’idea di potere andare ovunque, senza vincoli di orario, senza itinerario stabilito, con chi si voleva e il vento nei capelli era una, la più evidente, delle conquiste del capitalismo. Una gloria dell’Italia del miracolo economico, dell’Autostrada del Sole. Oggi questa libertà è ancora vera forse negli Stati Uniti, forse in Canada, forse in Svizzera. Molto meno in Italia. Il costo che si paga per avere un’automobile nel nostro Paese è aumentato, tra il biennio 2005-2007 e il 2010-2012, del 51,3%: in assoluto la crescita più alta al mondo, se ci si affida ai dati elaborati dalla Economist Intelligence Unit (Eiu). Chi compra un’automobile a Roma e la tiene per tre anni, spende in media 73 mila dollari, tra acquisto della macchina, benzina, assicurazione, pedaggi e assistenza. Tra i Paesi cosiddetti ricchi è la cifra più alta. Il calcolo effettuato dal centro studi britannico prende in considerazione una media di costo tra la fascia bassa e quella alta dei modelli di auto e vi aggiunge le spese di gestione triennali. Bene: il risultato, in Italia, è di 53 mila dollari per l’acquisto e di 20 mila per le spese di funzionamento. Ambedue le voci sono le più alte tra tutti i Paesi cosiddetti avanzati presi in considerazione.
È vero: nei Paesi emergenti la situazione è peggiore. In gran parte perché le automobili di fascia alta, le Mercedes e le Audi d’importazione considerate dalla Eiu, hanno costi elevati al momento dell’acquisto. A Shanghai, la città più cara per un automobilista tra quelle analizzate, in tre anni si spendono 144 mila dollari, 125 mila dei quali per l’acquisto iniziale. A San Paolo del Brasile, l’investimento triennale è di 126 mila dollari, 24 mila per spese di gestione. A Delhi, comprare un’auto dei modelli presi in considerazione dallo studio costa centomila dollari e gestirla per tre anni altri ventimila. Subito dopo, nell’elenco, arriva Roma. Solo Sydney, tra le grandi città non del Terzo Mondo, le si avvicina: 71 mila dollari di costo complessivo, 58 mila per comprare l’auto e 13 mila per usarla. Dopo di che, i costi crollano. A Berlino, la città più cara tra le europee (dopo Roma), si arriva a 54 mila dollari, dei quali 17 mila di gestione. Si raggiungono poi, scendendo nell’elenco, i 46 mila della cara (per gli standard americani) New York: 35 mila per l’acquisto e 11 mila di gestione. Quasi identici i costi della canadese Toronto. E si arriva infine alla città più auto-friendly (almeno sui costi) che è Zurigo: 44 mila dollari, 33 mila per comprare la macchina e 11 mila per farla viaggiare. Quando andiamo in Svizzera e spesso vediamo auto di alta cilindrata da fare invidia, sappiamo dunque che lì i costi complessivi sono il 60% di quelli italiani.
È una questione di insufficiente concorrenza e di scarsa apertura dei mercati dei servizi, nota la Eiu: un problema italiano che non riguarda solo le auto e la loro tenuta in strada. Un limite di velocità per tutta l’economia. E per qualche ora di ingenua libertà.
Danilo Taino