Guido Santevecchi, Corriere della Sera 14/04/2013, 14 aprile 2013
LI KA-SHING, IL CINESE PIU’ RICCO. DALLE ROSE DI PLASTICA A TELECOM — È
stato un buon anno il 2012 per Li Ka-shing, il magnate di Hong Kong che punta al controllo di Telecom Italia per costituire un nuovo impero: secondo i dati pubblicati a marzo da Forbes ha aggiunto 5,5 miliardi di dollari alla sua fortuna, visto che le azioni delle sue due holding maggiori, la Cheung Kong e la Hutchison Whampoa and Husky Energy, hanno fatto un balzo del 10 per cento. E che in dividendi ha guadagnato altri 860 milioni di dollari. Risultati che hanno fatto scalare a questo signore di 84 anni altri due posti nella classifica degli uomini più ricchi del mondo, portandolo all’ottavo. In Asia è il primo da molto tempo.
La lunga marcia di Li Ka-shing cominciò quando i genitori lasciarono la provincia cinese di Canton, nel 1940, per sfuggire alla guerra rifugiandosi a Hong Kong. Anni duri: il giovanotto, orfano di un insegnante, non poté completare gli studi e si trovò un lavoro in una fabbrica di materie plastiche: 16 ore al giorno tutti i giorni della settimana. Diventò venditore per conto della società. Nel 1950 pensò di aver imparato molto sulla plastica, tanto da poter tentare di mettersi in proprio. Con tutti i suoi risparmi e con fondi raccolti tra parenti, amici e persone di cui aveva guadagnato la fiducia come venditore (il famoso sistema del guanxi, la rete di conoscenze che domina la vita dei cinesi) costituì una sua impresa. La chiamò Cheung Kong Industries e cominciò a produrre plastica.
Non materiale grezzo, ma fiori di plastica di alta qualità, colorati così bene da sembrare veri: una passione in Asia e da Hong Kong la Cheung Kong cominciò a esportarli con successo. Poi sorse un problema: non riuscì a rinnovare l’affitto del terreno per il suo stabilimento. Cercandone un altro, Li Ka-shing si trovò nel business immobiliare e fu ancora una volta abile: comprò in un momento di quotazioni basse a causa di disordini sociali e rivendette alla ripresa del mercato. Cheung Kong era diventata una holding, tanto solida che nel 1972 si quotò in borsa.
Con il capitale fresco arrivarono altri investimenti. Nel 1979 quello decisivo: l’acquisizione della Hutchison Whampoa Limited, che dal 1863 controllava i moli del porto di Hong Kong. Oggi gli interessi di Li Ka-shing spaziano dall’immobiliare ai trasporti ferroviari, dalla plastica ai porti al cemento: il 13 per cento dei moli per container nel mondo sono suoi. Poi ci sono i telefoni cellulari, la tv satellitare, gli alberghi, anche una catena di farmacie e di supermarket. Il tutto significa 260 mila dipendenti in una cinquantina di Paesi e un capitale personale netto valutato sui 31 miliardi di dollari.
Questa ricchezza, il magnate arrivato povero dalla Cina non la esibisce: veste di scuro, niente di griffato, al polso gli si vede un orologio da 50 dollari. Ed è impegnato in attività filantropiche: ha donato 10 miliardi tra università, istituti di ricerca medica, biblioteche, vittime di calamità. Questi meriti hanno convinto la Regina Elisabetta ad assegnargli un KBE, il titolo di Knight Commander of the Order of the British Empire.
Ottimi rapporti anche con il vertice del potere cinese: Deng Xiaoping volle parlare con il miliardario di Hong Kong nel 1978, l’anno cruciale in cui Pechino si preparava all’apertura verso l’economia di mercato.
Con Hutchison Whampoa, Sir Ka-Shing entrò nel business delle telecomunicazioni di seconda generazione (tecnologia Gsm) nel 1991. Acquisì dagli inglesi di British Aerospace la Microtel, la rinominò Orange facendola diventare un colosso multinazionale e poi la cedette per 31 miliardi.
I primi rapporti con Franco Bernabè risalgono alla fine degli anni Novanta, ai tempi in cui l’attuale amministratore delegato di Telecom aveva costituito H3g con il nome Andala UMTS, assieme a Renato Soru. Nel 2000 la Hutchison Whampoa di Li Ka-shing entrò con il 51% e nel giro di due anni salì all’88.
Ora la Hutchison Whampoa, che con H3g controlla 3 Italia, si è ripresentata con diverse start up nel campo delle telecom di ultima generazione: Li Ka-shing e i suoi uomini cercano una base da cui costruire un nuovo impero e sono convinti che Telecom Italia possa essere la piattaforma da cui partire.
Il signor Li, passaporto di Hong Kong e Canada, vedovo, ha due figli, Victor e Richard: il primo designato erede alla guida delle società, il secondo responsabile delle attività finanziarie. Dicono che il segreto della sua forma fisica, eccellente per un uomo di 84 anni, sia la regolarità: sveglia alle sei dopo otto ore di sonno. E un’ora e mezza di golf ogni giorno: «Quei 90 minuti sono tutti miei», ama raccontare.
Guido Santevecchi