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 2013  aprile 13 Sabato calendario

LE BANCONOTE DI GROSSO TAGLIO DIVENTANO UNA TRAPPOLA FISCALE

Avvicinarsi a uno sportel­lo ­bancario con una banconota di taglio grande d’ora in poi può essere sconsigliabile. Basta un pagamento, o un deposito, superiore ai 2500 euro, e si entra nell’elenco dei sospetti. Conviene guardarsi dai pezzi da 200 e 500 euro, i biglietti rosa e gialli più simili ai soldi di Monopoli che a quelli veri. Quando in banca vedono le banconote pesanti possono avviare verifiche sul cliente. E se manca la giustificazione del­l’operazione, l’istituto può deci­dere di sospendere tutto in atte­sa dei controlli. Sono le nuove misure antiriciclaggio disposte dalla Banca d’Italia con un prov­vedimento del 3 aprile scorso. Il ragionamento è questo: i tagli grandi possono agevolare il tra­sferimento di importi elevati, le banconote pesanti si favorisco­no le transazioni non rintraccia­bili. Questo è solo uno dei segnali che in un istituto di credito può far partire la catena dei controlli. Ve­rifiche più accu­rate dovranno d’ora in poi esse­re disposte nei confronti di clienti extraco­munitari e che operino con valori esteri. E anche di poli­tici e di chi ri­veste cariche pubbliche.
All’estero e in Italia. La nuova circolare emessa da Bankitalia prevede una serie di situazioni in cui le banche devono eserci­tare una «adeguata verifica del­la clientela». Tra queste, an­che il caso di un’operazione oc­casionale con un movimento di importo pari o superiore ai 15mila euro. Un altro campa­nello di allarme è il mancato re­capito della corrispondenza all’indirizzo comunicato dal cliente, e, in generale, indizi che fanno pensare a una non at­tendibilità.
Tutto parte dalle ultime rac­comandazioni del Gafi, il grup­po di azione finanziaria inter­nazionale, che dispongono monitoraggi più regolari e di­sciplinati su una serie di clien­ti, compresi i politici. A questo proposito, prima i controlli ap­profonditi dovevano svolgersi soltanto nei confronti delle persone «politicamente espo­ste residenti all’estero», ricor­da la Banca d’Italia. Ora, inve­ce, nel mirino delle verifiche ci saranno anche i politici nazio­nali.
In generale, le banche do­vranno controllare tutti i clienti che rivestono, o hanno rivestito «cariche pubbliche», si legge nella circolare di Bankita­lia, in quanto sono considerati «a più alto rischio di riciclaggio», perchè «maggiormente esposti a potenziali fenomeni di corruzione». Ai fini dei con­trolli, assumono comunque ri­lievo, si legge nel provvedi­mento di via Nazionale, anche «le cariche ricoperte in ambito societario, in associazioni o fondazioni», oltre che prece­denti p­enali e per danno eraria­le e per responsabilità ammini­strativa. Occhi puntati sulle attività legate «all’erogazione di fondi pubblici, anche comuni­tari», nel settore degli appalti, in particolare per la sanità e per i rifiuti.
Nell’elenco dei soggetti so­spetti ci sono quindi anche i clienti che utilizzano con regolarità banconote di grosso ta­glio (200 e 500 euro). Il provve­dimento evidenzia come que­sta sia un anomalia, perché circolare con tagli di questo tipo espone al rischio di furto e di smarrimento, con un danno consistente.
Di fronte a operazioni supe­riori ai 2500 euro con le super banconote, recita il provvedi­mento gli istituti di credito «de­vono effettuare specifici appro­fondimenti, anche con il clien­te, al fine di verificare che le ra­gioni alla base di tale operativi­tà, alla luce delle considerazioni sopra indicate, consentano di escludere la connes­sione delle stesse con fe­nomeni di riciclaggio». In mancanza «di ragionevoli motivazioni, i destina­tari si astengono dall’effet­tuazione dell’operazione e/o dalla prosecu­zione del rap­porto continua­tivo già in essere e valutano se invia­re una segnalazione di operazione sospet­ta».
Ieri sono arrivati in­tanto i dati 2012 sulla falsi­ficazione di banconote. I biglietti contraffatti sono di­minuiti del 40%. In circolazio­ne sono entrate comunque 78.764 banconote o monete ir­regolari, per un valore di tre milioni e mezzo di euro.