Mario Di Martino, La Stampa 17/4/2013, 17 aprile 2013
IL SOLE STA PERDENDO COLPI E ORA IL CLIMA SI RAFFREDDERA’?
Qualcosa di inatteso sta accadendo al Sole. Il 2013 dovrebbe essere l’anno del massimo del suo ciclo di attività di 11 anni, ma finora la nostra stella appare più tranquilla di quanto dovrebbe essere. Il numero delle macchie solari è al di sotto dei valori registrati nel 2011 e le eruzioni solari, caratteristiche del picco di attività, sono state relativamente scarse per mesi. Una quiete imprevista, che ha fatto pensare che le previsioni fossero sbagliate. Ma la realtà è più complicata.
Le macchie solari sono state contate in modo sistematico dalla metà del XVIII secolo e si è visto che il ciclo solare non è perfettamente regolare ed è compreso tra nove e 13 anni, mentre l’ampiezza varia: alcuni massimi sono deboli, altri forti. Ma nel caso dell’attuale ciclo, il 24°, potrebbe ripetersi ciò che è accaduto nei due massimi solari passati, nel 1989 e 2001, che hanno mostrato non uno, ma due picchi distanziati di circa due anni. Nel corso di quest’anno si vedrà quindi se il fenomeno si ripeterà, anche se l’attuale ciclo sembra essere il più basso dagli inizi del secolo scorso.
Il «ciclo solare» è la variazione periodica dell’attività magnetica del Sole che si manifesta con l’aumento e la successiva diminuzione del numero delle macchie solari. Il Sole - com’è noto - è formato da plasma, il quarto stato della materia, in cui gli elettroni (con carica negativa) e gli ioni positivi fluiscono liberamente. Queste correnti di particelle generano dei campi magnetici, alla base dell’attività solare stessa e i cui effetti si traducono in una variazione periodica della luminosità della stella dell’ordine dello 0,1%. Questo campo magnetico causa, tra l’altro, turbolenze sulla fotosfera (la superficie visibile del Sole), con un aumento delle macchie e dei brillamenti (i «flares») e imponenti espulsioni di materia, che immettono nello spazio grandi quantità di particelle. Sulla Terra queste tempeste elettromagnetiche possono generare interferenze nelle reti di telecomunicazioni, nella distribuzione dell’energia elettrica e causare danni ai satelliti, ma originare anche bellissime aurore polari.
L’attività solare dipende dalla quantità di flusso magnetico che risale fino alla superficie ed è misurata in base al numero di macchie sulla fotosfera. Quando queste sono numerose, il Sole attraversa una fase di maggiore attività (il «massimo solare») ed emette più energia. Durante il periodo di minore attività (il «minimo») possono passare anche settimane senza che sia visibile alcuna macchia, mentre durante il massimo è possibile osservarne contemporaneamente un centinaio.
I meccanismi che portano alla loro formazione non sono ancora chiari, ma di sicuro sono la parte visibile di zone dove è intensa l’attività magnetica. Qui la convezione - il meccanismo di trasporto dell’energia dalle regioni interne alla superficie - viene inibita, con un calo della temperatura: se gran parte della superficie del Sole ha una temperatura di circa 5800° K, in corrispondenza di una macchia può scendere a 4000-4500° K: ciascuna ha dimensioni tra 2 mila e 50 mila km (rispetto al diametro del Sole di 1.400.000 km) e tutte si concentrano in una banda di 40° a cavallo dell’equatore.
La bassa intensità dell’attività della nostra stella potrebbe essere il segnale dell’inizio di una fase «tranquilla» e alcuni addetti ai lavori si spingono a sostenere che potremmo essere agli inizi di un nuovo «minimo di Maunder», la drastica diminuzione dell’attività solare che si verificò tra il 1645 e il 1715, quando le macchie quasi scomparvero: questa fase si manifestò in pochi anni, senza fenomeni precursori, mentre durante la fase finale, tra 1700 e 1715, l’attività riprese solo gradualmente. Il «minimo» coincise con la parte centrale e più fredda della cosiddetta «Piccola Era Glaciale».