Stefania Tamburello, Corriere della Sera 16/04/2013, 16 aprile 2013
IL GRANDE COMMIS CHE PARTI’ DAGLI USA
Forse non sa nemmeno lui se si sente più a casa a Washington o a Roma, al ministero di via XX Settembre. Vincenzo La Via, direttore generale del Tesoro, ha diviso la sua carriera tra l’Italia e gli Usa. Quando nel marzo del 2012 ha lasciato il prestigioso incarico di responsabile finanziario della Banca Mondiale per assumere la Direzione del Tesoro, il presidente Robert Zoellick, dispiaciuto di perdere con la sua partenza «la sua abile assistenza e collaborazione», ha lodato «il suo patriottismo nel voler rientrare in Italia per servire il Paese in un momento di difficoltà». La Via non ha mai detto nulla a proposito, ma certo con Maria Cannata, sua principale collaboratrice, ha formato una coppia affiatata e determinata a difendere la gestione del debito italiano dagli scossoni del mercato. Riservato, quasi schivo pur essendo cordiale con tutti, ha lasciato proprio alla più estroversa Cannata il compito di spiegare e parlare all’esterno. Lui ha scelto un profilo più defilato anche se nella comunità finanziaria, così come nei corridoi del ministro di via XX Settembre, lo conoscono e lo stimano tutti.
Romano, cinquantasei anni, La Via i numeri e cifre le ha nel Dna, visto che è nipote di Sergio Siglienti, a lungo amministratore delegato della Comit, che forse lo ha indirizzato verso la finanza all’indomani della laurea in Economia e statistica presso la Sapienza, arricchita subito dopo da un Ph.D all’Università della California. Ed è negli Usa che ha iniziato la sua carriera di economista, vincendo una borsa di studio alla Banca mondiale dove da un anno era Direttore esecutivo Mario Draghi. Il quale, riferiscono le cronache dell’epoca, incuriosito dell’arrivo del giovane, l’unico italiano ad aver superato i test, gli chiese come avesse fatto così da incoraggiare altri — cosa che poi avvenne — a seguire il suo esempio. Ed è ancora il futuro governatore di Bankitalia e presidente della Bce ad accoglierlo da Direttore generale al ministero del Tesoro dove La Via è arrivato, per la prima volta, nel 1994 come consulente passando poi tre anni dopo alla direzione del Debito pubblico.
Nel suo curriculum c’è anche una significativa esperienza nel mondo bancario come direttore finanziario di Banca Intesa, incarico che ha lasciato nel 2000 per ritornare a Washington, alla Banca Mondiale, questa volta come responsabile della finanza del gruppo col preciso compito di «garantire l’integrità finanziaria, la disciplina del bilancio e la sostenibilità delle finanze a lunga scadenza». In questo suo nuovo ruolo La Via ha partecipato al Financial Stability Board ed attualmente, come direttore generale del Tesoro, interviene alle riunioni del G20, del G7 e dell’Ecofin. Insomma nella comunità finanziaria, come si è detto, è di casa e può contare anche su ottimi rapporti con la Banca d’Italia.
Sposato, senza figli, La Via ci tiene all’understatement abituato com’è all’atteggiamento «friendly» made in Usa. Tanto per intendersi, al ministero di via XX Settembre il direttore generale arriva in metropolitana.
Stefania Tamburello