Piergiorgio Odifreddi, la Repubblica 14/4/2013, 14 aprile 2013
IL SISTEMA DEL MONDO SPIEGATO AI POLITICI
Duecento anni fa, il 10 aprile 1813, moriva a Parigi il matematico Joseph Louis Lagrange, che era nato a Torino settantasette anni prima, come Giuseppe Luigi Lagrangia. Ma anche nella sua città natale il cognome rimane francesizzato, nella centrale Via Lagrange, e nell’adiacente Piazza Lagrange: dove ancora sorge una sua statua, con una dedica compromissoria a Luigi Lagrange. Il suo nome, rigorosamente in francese, è passato alla storia insieme a quello del collega Pierre Simone Laplace, perché i due insieme hanno rivoluzionato la matematica e l’astronomia del
loro tempo. E insieme sono stati protagonisti di un curioso episodio nel 1802. L’8 agosto Napoleone assistette a una conferenza di Laplace, modestamente dedicata a spiegare “il sistema del mondo”. Alla fine l’imperatore, che era un matematico dilettante, domandò al conferenziere come mai non avesse mai fatto il nome di Dio. E Laplace rispose: «Perché non ho bisogno di quell’ipotesi». Pochi giorni dopo Napoleone incontrò Lagrange, e gli riferì l’accaduto. Ed egli rispose: «E’ vero. Però era una bella ipotesi, che spiegava facilmente molte cose».
Colloqui come quelli, tra scienziati e capi di stato, sono difficilmente riproducibili ai nostri tempi. Benché a volte anche oggi al potere ci vada qualcuno che (di scienza) capisce qualcosa. Ad esempio, la signora Angela Merkel, primo ministro tedesco, è laureata in fisica e addottorata in chimica quantistica. E Abdul Kalam, presidente dell’India, che è pure lui un fisico, è passato direttamente dalla cattedra alla presidenza. Da noi si discute invece se il nostro prossimo presidente debba essere donna, non se debba capire qualcosa (di scienza): ognuno ha ciò che si merita.