Roberto Giovannini, La Stampa 16/4/2013, 16 aprile 2013
PER GARANTIRE SOSTEGNO AL LAVORO BASTEREBBERO 200 MILIONI AL MESE
Un’avvertenza ai lettori: nonostante i toni angosciati, nonostante il governo non si sia ancora impegnato formalmente a trovare le risorse mancanti, non ci sono assolutamente dubbi: i fondi per finanziare la cassa integrazione in deroga verranno certamente trovati.
Una previsione fondate su tre ottime ragioni. Primo, perché se non si troverà il miliardo - o forse qualcosa in più - che manca, molte decine di migliaia di persone rimarranno senza lavoro e senza alcun sussidio. Secondo, perché un miliardo (che pure non è poco) rappresenta un ottocentesimo circa del bilancio dello Stato. Scavando tra migliaia di voci di spesa, tra migliaia di fondi, ci sarà bene la possibilità di trovare quanto serve. Infine, perché come spiegano gli esperti non è neanche necessario trovare un miliardo tutto insieme. Se è vero che nei primi mesi del 2013 sono stati spesi 1,7 miliardi per questo ammortizzatore sociale, volendo basterebbe trovare circa 200 milioni al mese.
Resta il fatto che finché non entreranno in vigore (e c’è da chiedersi se mai questo avverrà) gli ammortizzatori sociali «universali» contenuti nella riforma Fornero del mercato del lavoro, la cassa «in deroga» simboleggia in modo eloquente lo scombiccheratissimo sistema di ammortizzatori sociali costruito nel corso degli anni nel nostro paese. Se cercate una definizione precisa della Cig in deroga, non troverete di meglio che confusi giri di parole: la Cig (o la mobilità) in deroga è quella erogata ai settori produttivi non coperti dalla Cassa integrazione guadagni. Sì, perché fino a poco tempo fa interi settori produttivi e merceologici erano totalmente privi delle garanzie di cui invece godevano altri settori. Non avevano la tutela della Cig i lavoratori del commercio, i bancari, quelli del trasporto aereo, tutti i moltissimi dipendenti delle piccole aziende, tanto per fare qualche esempio. E negli ultimi tempi con la «deroga» si interviene anche per i lavoratori che la Cig ordinaria o straordinaria «normale» l’hanno esaurita. Per esempio, per chi ha già fruito della Cig ordinaria per 12 mesi consecutivi.
L’altra grande caratteristica unificante della Cig in deroga è che a differenza di quella «normale» (ordinaria o straordinaria) non viene finanziata da contributi sborsati da lavoratori e imprese. E quindi è tutta a carico dello Stato.
A carico dello Stato, ma non solo. L’idea di rafforzare questo strumento venne al ministro del Lavoro di Berlusconi Maurizio Sacconi, che per fronteggiare l’avvio della recessione nel 2008-2009 pensò bene di chiamare in causa le Regioni, e indirettamente anche l’Unione Europea, che eroga proprio alle Regioni dei finanziamenti del Fondo Ue per l’occupazione.
L’aggravarsi della crisi ha visto così un’escalation della spesa: si è passati dai 773 milioni di euro del 2009 agli 1,5 miliardi del 2010, agli 1,6 del 2011, fino ai 2,2 miliardi del 2012.
Le stime parlano di 2,7 miliardi per il 2013. A seconda delle stime, mancano all’appello da 1 miliardo (la stima più accreditata) ai 3 miliardi (forse una previsione esagerata) calcolati dal coordinamento degli assessori regionali al Lavoro, le cui casse sono sconsolatamente vuote. Mentre le pratiche con le richieste di Cig in deroga si accumulano. Oltre ai 520 milioni già stanziati, in marzo il ministero del Lavoro ha sbloccato 260 milioni. Una possibilità è quella di «requisire» metà dei 600 milioni del gettito annuo che alimenta i fondi interprofessionali per la formazione continua, gettito che deriva da un contributo dello 0,30% sulle buste paga. A parte che si tratterebbe di risorse originariamente destinate a finalità del tutto differenti manca ancora una bella fetta per far quadrare i conti. Altre idee non mancano: nei primi giorni di lavoro del Parlamento si era ipotizzato ad esempio di prendere i fondi destinati al finanziamento dei partiti per darli ai cassintegrati in deroga. Poi il discorso è finito lì. E comunque non basterebbe. Bisognerà lavorare ancora. Ma questi fondi devono essere trovati.