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 2013  aprile 12 Venerdì calendario

L’IMPRESENTABILE ABUSO EDILIZIO DELLA ANNUNZIATA


L’avesse fatto qualcun altro, specie se simpatizzante del Pdl, certamente lei l’avrebbe definito «un impresentabile». Un abuso edilizio di ventuno metri quadrati, un nuovo «corpo di fabbrica » e qualche terrazzamento aggiuntivo, specie se in una delle aree più protette e salvaguardate del mondo come Anacapri, non sono in effetti proprio un bel biglietto da visita. Ma se ci si chiama Lucia Annunziata, si è una notissima giornalista e feroce fustigatrice dei costumi altrui (specie di Silvio Berlusconi), allora la solfa cambia. E, alla faccia dei quasi settantamila abbattimenti già programmati in Campania, è possibile addirittura ottenere che un giudice fermi le ruspe e salvi la villa e le pertinenze. La storia dell’abuso edilizio dell’ex direttore del Tg3, l’hanno citata ad esempio Francesco Nitto Palma e Carlo Sarro. I due senatori del Pdl- il primo è anche coordinatore regionale campano - avevano convocato una conferenza stampa a Napoli per fare il punto sul problema degli abbattimenti di case abusive già programmati e chiesto l’istituzione di una Commissione nazionale e una regionale che indaghi sul fenomeno. «C’è una situazione che socialmente non è sostenibile, ci sono 67mila sentenze di abbattimento passate in giudicato: vedove con figli disabili che si vedranno distruggere i venti metri quadrati dove vivono, famiglie che si sono costruite quattro mura in periferia e non avranno più nemmeno quelle», attacca Sarro, «e il tutto accade mentre le ville di Anacapri ottengono la sanatoria». Il riferimento è alla proprietà caprese della conduttrice di In Mezzora, la giornalista che soltanto poche settimane fa ha sostenuto davanti ad Angelino Alfano che il Pdl è «impresentabile».
Della proprietà immobiliare situata in posizione panoramica nell’isola più chic del Paese, in effetti, si è occupato il Tar della Campania, sezione sesta, in una sentenza depositata il 24 luglio scorso. La storia è ben riassunta: nel 2007 Annunziata ha realizzato alcuni lavori di ampliamento dell’abitazione che consistevano, si legge nella sentenza, «nell’eliminazione della muratura delimitante il portico esistente al piano seminterrato e nell’ampliamento dello stesso di circa metri 7 e metri 12 sul lato Nord Est, nella realizzazione di un corpo di fabbrica a forma di L allo stato grezzo, avente superficie di circa 21 metri quadrati e volumetria di metri cubi 57 (...), in opere di sistemazioni esterne (terrazzamenti, nuova rampa di scale, pavimentazioni)». I controlli disposti - come per tutti i cittadini - dal Comune di Anacapri rilevano irregolarità. Il 4 maggio 2007 il responsabile dei Servizi tecnici del Comune di Anacrapri ordina dunque la demolizione delle «opere edilizie abusive». La legge, verrebbe da dire, è uguale per tutti. Ma la storia non finisce qui. La giornalista, infatti, prova a fermare la procedura e presenta richiesta di sanatoria (l’8 aprile del 2009): la Sovrintendenza dice sì. Il «condono» viene concesso in cambio di «sanzioni pecuniarie », che, ovviamente, vengono regolamente pagate. Del resto la villa di Anacapri, a due passi dal faro, li vale tutti quei soldi. Mica come le baracche degli abusivi che vivono alle pendici del Vesuvio.